Non pochi i rischi per le small cap. Trump presidente, timori degli investitori

Il rallentamento dell’inflazione aumenta le aspettative di taglio dei tassi da parte della Fed, ampliando il numero di titoli al rialzo che spingono il listino USA verso nuovi record

di Massimo De Palma*
Economia

Non pochi i rischi per le small cap. Trump presidente, timori degli investitori

Nella prima parte dell’anno l’intenso movimento delle mega large tech americane ha generato oltre la metà della performance dell’S&P500. Il rallentamento dell’inflazione a giugno maggiore delle attese aumenta le aspettative di taglio dei tassi da parte della Fed, ampliando il numero di titoli al rialzo che spingono il listino USA verso nuovi record.

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Il forte interesse per i titoli legati all'intelligenza artificiale ha contribuito al rally del mercato azionario americano. Il peso della tecnologia si sta avvicinando al fatidico 35%, toccato durante la bolla delle TMT del 2000. La situazione però è completamente diversa, il movimento attuale è stato guidato dalla forte crescita degli utili, dalla solidità dei risultati e dalle aspettative altrettanto eccezionali. In prospettiva, però, il movimento di rialzo avrebbe bisogno di una rotazione settoriale o almeno di un consistente aumento dell’ampiezza dei titoli sotto i riflettori. Sono appena iniziate le pubblicazioni dei risultati aziendali. Nel secondo trimestre è prevista una crescita degli utili del 9,3% annualizzato per le società dell’S&P 500 che rappresenterebbe il miglior dato da inizio 2022. Tenendo conto che gli utili effettivi tendenzialmente sono superiori alle previsioni, la società di ricerca FacSet stima che il risultato possa essere pari o superiore al 12%. Le preoccupazioni che un rallentamento dell’economia possa determinare una riduzione delle aspettative sugli utili societari sembra non riguardi gli analisti, che non hanno tagliato più del solito le stime del secondo trimestre.

Dal 31 marzo al 30 giugno la riduzione è stata solo dello 0,5%, molto al di sotto della media degli ultimi cinque anni. Inoltre, hanno continuato a migliorare le attese per il dato dell’intero anno, aumentato all’11,3% e a oltre al 14% quello del 2025. Dopo la fiammata di inizio anno, la tendenza di rientro dell’inflazione confermata dal dato di giugno, che ha aumentato l’ottimismo su una politica monetaria più accomodante da parte della Fed, ha risvegliato le small cap. Proprio mercoledì scorso abbiamo avuto la più ampia differenza di performance giornaliera tra Russell 2000 e Nasdaq, pari al 5,5%, proseguita anche nelle sessioni successive. Le piccole capitalizzazioni avevano valutazioni interessanti in relativo ma non riuscivano a creare le condizioni per una loro sovraperformance. Le prospettive di tassi di interesse più bassi e uno scenario di soft landing ha attirato l’attenzione degli investitori. Sul medio termine, però, la potenziale elezione di Trump potrebbe essere un problema per il segmento. L’introduzione di nuove tariffe commerciali e il taglio delle tasse riaccenderebbe l’inflazione provocando la reazione della Fed e incidendo negativamente sulle prospettive delle small cap.

Head of Multi Asset Team di GAM (Italia) SGR

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