ANBI: “Trattenere almeno il 35% di acqua piovana è la scommessa del Nord"
Vincenzi ad Affaritaliani: “Situazione senza precedenti, dobbiamo intervenire"
Senza acqua il Nord si ferma
Qualche pioggia è in arrivo sul Nord-Ovest ma meglio non farsi illusioni: sarà impossibile tornare a una ‘normalità’ di risorse idriche alla quale la grande Pianura padana era abituata.
“Da quando esistono le misurazioni una situazione del genere non si era mai verificata - dice a AI Francesco Vincenzi, presidente di ANBI (Associazione Nazionale consorzi di Bonifica e Irrigazione) - parliamo di due anni consecutivi con numeri che fanno impressione. Laghi e bacini del Nord Ovest sono in profonda crisi. Speriamo che qualche forte nevicata alpina possa migliorare la situazione ma certamente siamo molto lontani da quanto consideravamo normale. Teniamo conto che ad oggi l’agricoltura non sta usando una sola goccia d’acqua. Ma tra qualche settimana inizieranno i prelievi per iniziare a irrorare le coltivazioni. Ecco perché è fondamentale un confronto costante tra tutti gli attori in campo, cosa che già avviene”.
Come funziona la cabina di regia del bacino del Po?
“Ci confrontiamo costantemente con l’industria, l’agricoltura, i produttori di energia elettrica, i responsabili dei servizi idrici per il consumo umano e animale. Tutti insieme dobbiamo cedere qualcosa per il bene di tutti. Altrimenti non ne usciamo. L’anno scorso il Po ha avuto una portata media inferiore dell’80% alla norma. Con fatica, e con sacrifici, ma ce la siamo cavata. Quest’anno rischia di essere anche peggio. Ma se uniamo le forze possiamo farcela. Una cosa è certa: mentre in alcune zone come in Romagna gli invasi sono pieni e anche nel Centro Sud la situazione è confortante, il Nord Ovest deve imparare a confrontarsi con il futuro del cambiamento climatico”
Cioè?
“Dobbiamo trattenere almeno il 35% dell’acqua piovana. In tutto il Nord Ovest. Oggi siamo all’11%. Sprechiamo troppo non possiamo più permettercelo. Abbiamo un piano pronto di 223 laghetti da mettere in campo da qui ai prossimi dieci anni. Solo così possiamo garantire una continuità nella fornitura della risorsa acqua in maniera soddisfacente per tutti ed evitare conflitti tra singoli territori”.