ASPI: la rivoluzione della mobilità sostenibile parte dalle autostrade
Tomasi (ASPI): "Abbiamo tracciato le direzioni che dovrà seguire la mobilità per raggiungere gli obiettivi sfidanti posti dall'Europa"
ASPI tra i protagonisti della transizione ecologica: presentato a Roma il libro “La rivoluzione della mobilità sostenibile parte dalle autostrade”
Nella splendida cornice del Chiosco del Bramante, a Roma, si è tenuto oggi l’evento di presentazione del libro “La rivoluzione della mobilità sostenibile parte dalle autostrade. Sicure, digitali, decarbonizzate”, cui hanno partecipato il Capo Dipartimento Energia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Federico Boschi, l’Head of Sustainable B2B Coordination- Energy Evolution Eni Maurizio Maugeri, il Direttore del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano Marco Belloli, il Professore Ordinario Infrastrutture e Sistema di Trasporto Ennio Cascetta e l’Amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi.
Le conclusioni sono state affidate al Ministro del Trasporto e delle Infrastrutture Matteo Salvini, la cui speranza è che “il libro presentato oggi abbia ampia diffusione informativa: io farò di tutto perché i miei figli possano crescere in un Paese sostenibile”.
Il volume, edito dal Sole 24 Ore, è stato il risultato della partnership e della sinergia instaurata tra soggetti impegnati, in modalità differenti, nel percorso di decarbonizzazione della mobilità: Autostrade per l’Italia, Eni, Snam, CDP, Enea, RSE, Politecnico di Milano, CNR, Università Federico II e UniCampania. Un lavoro di squadra che ha portato alla produzione del libro presentato, che contiene dati e analisi fondamentali per raccontare il percorso quasi centenario delle autostrade italiane, ad oggi improntato verso una rivoluzione sempre più sostenibile.
L’infrastruttura autostradale è il punto di riferimento dell’economia italiana, motore e fattore abilitante, che ricopre un ruolo strategico e insostituibile per la mobilità delle merci e delle persone. Oggi siamo entrati in una nuova “rivoluzione” della mobilità, una trasformazione che, partendo da questo assunto, rende la rete autostradale protagonista della transizione ecologica. Oggi, circa il 30% degli spostamenti quotidiani di merci e persone avviene in autostrada, che rappresenta soltanto il 3% dell’intera rete stradale nazionale. Numeri che confermano da un lato la strategicità della rete autostradale per il tessuto economico del Paese, dall’altro l’esigenza di una riflessione generale sulla modernizzazione e rigenerazione della rete, per allungarne la vita utile.
Un patrimonio complesso senza eguali nel panorama europeo, fatto di 6.000 km di autostrade a pedaggio gestiti da più concessionari, oltre 1.200 km di ponti e viadotti, 500 km di gallerie, con una vita media tra i 50 e i 70 anni. Una rete soggetta a un costante incremento di traffico, in alcune tratte prossimo al livello di saturazione. Un patrimonio che necessita quindi di un investimento in ammodernamento e potenziamento stimabile tra i 60 e i 120 miliardi.
Solo nel 2019, il settore dei trasporti, in Italia, ha contribuito per circa il 27% delle emissioni totali e di queste, oltre l’80% è attribuibile al solo trasporto stradale; un dato che (visto il target fissato nel programma Fit for 55 dell’Unione Europea per il nostro Paese che impone una riduzione delle emissioni di CO2 del 43%) conferma l’inderogabilità di rendere sostenibile il trasporto su gomma.
Lo scenario raccontato oggi è sfidante. Come spiegato nel corso della conferenza, ciò che chiede l’Europa è un cambiamento dalla portata eccezionale: ridurre a zero il numero dei morti sulle strade e le emissioni di CO2 entro il 2050. Sono tre i driver che guidano questa rivoluzione: la decarbonizzazione dei motori di trazione, la guida autonoma e la smart mobility. Confrontando i dati al 2005, ad oggi le morti sulle strade sono state ridotte del 50%.
“La rivoluzione della mobilità sostenibile parte dalle autostrade. Sicure, digitali, decarbonizzate” dimostra come la sfida prospettata per i prossimi decenni sia realizzabile solo attraverso la combinazione di più soluzioni: dagli interventi di digitalizzazione, allo sviluppo di vettori energetici alternativi con un approccio di neutralità tecnologica, fino ai non meno rilevanti comportamenti sostenibili da parte di ciascuno di noi.
"I numeri", ha dichiarato Roberto Tomasi, Amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, "dimostrano chiaramente la crucialità della rete autostradale nel nostro Paese, un’infrastruttura capillare attorno alla quale si sono sviluppati i principali settori industriali italiani. Un orgoglio della nostra ingegneria negli anni del boom economico che oggi ci offre la possibilità di vincere una nuova grande sfida. Una rivoluzione positiva per traghettare la rete nel futuro, rendendola verde, digitale, sempre più sicura e performante: un impegno che, come Autostrade per l’Italia, stiamo affrontando, ma che bisogna mettere a sistema con tutti gli attori del settore per tracciare insieme un percorso lineare in cui definire gli investimenti disponibili, i profili tecnico professionali necessari e poter contribuire positivamente all’evoluzione del sistema normativo anche a livello europeo".
"La sostenibilità ambientale", ha concluso Tomasi, "non può prescindere dalla sostenibilità economica e sociale, per questo è necessario monitorare i trend territoriali tramite l’istituzione di un Osservatorio che consenta di valutare gli effetti di qualsiasi azione nell’ambito della transizione ecologica, facendo sistema a supporto del Governo e del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture".
Il commento di Roberto Tomasi, Amministratore delegato Autostrade per l’Italia, ad affaritaliani.it
“Analizzando gli obiettivi dell’Europa la mobilità, nei prossimi anni, andrà in contro alla sua settima rivoluzione”, ha affermato Roberto Tomasi, Amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, ai microfoni di affaritaliani.it. “Abbiamo cercato di costruire questo libro in partnership con le principali realtà industriali del Paese, tracciando quali sono le direzioni che dovrà prendere la mobilità. È opportuno cercare di utilizzare questi momenti di confronto per poter capire quali sono i passi che dovremmo fare per accelerare e per raggiungere insieme questi importanti traguardi”.
Le soluzioni in questo senso, ha spiegato Tomasi, sono molteplici: “Noi abbiamo tre direttrici almeno fino al 2030: l’elettrico, il mondo dei biocarburanti, che è fondamentale per il traffico pesante, e tutto quello che è digitalizzazione, sia per il sistema autostradale sia per il sistema cittadino”, ha concluso l’AD di ASPI.