ASPI, traffico estivo: 150mln di veicoli nelle reti autostradali

Tomasi (ASPI): "Guardando i dati di traffico, possiamo dire di esserci lasciati alle spalle la pandemia: tra luglio e agosto siamo tornati ai valori del 2019"

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ASPI, traffico estivo: registrati numeri in autostrada pre-pandemia nei mesi estivi

Con l'estate agli sgoccioli, è possibile ora tirare le somme in merito all'andamento del traffico estivo, che quest'anno sembra registrare numeri importanti. Così, Roberto Tomasi, Amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, intervenuto questa mattina alla trasmissione “Camper” su Rai 1, ha dichiarato: “Guardando i dati di traffico, possiamo dire di esserci lasciati alle spalle la pandemia: in questi due mesi di luglio e agosto siamo tornati, specialmente per quanto riguarda il traffico leggero, agli stessi valori del 2019 e anche qualche decimo percentuale superiore. Il dato complessivo è molto positivo”.

Ogni anno nel nostro sistema autostradale entrano più di 800 milioni di veicoli e l’80% di questi sono mezzi leggeri: tra luglio e agosto di quest’anno ne sono entrati 150 milioni. Questa è stata la prima estate in cui i viaggiatori con auto elettrica hanno potuto servirsi, lungo la rete di Autostrade per l’Italia, di 29 stazioni di ricarica fast-charge di Free to X. Stiamo investendo molto sulla sostenibilità: per la fine dell’anno avremo 50 stazioni di ricarica ultraveloce e per l’estate 2023 arriveremo a 100, una ogni 50 chilometri”, ha aggiunto Tomasi.

Infine, sulla sicurezza stradale, l'Amministratore delegato ha dichiarato: “Negli ultimi anni siamo riusciti a ridurre di 5 volte l’indice di incidentalità mortale (eravamo a 0.97% all’inizio degli anni 2000, siamo arrivati a 0.22%). L’obiettivo è arrivare a zero infortuni, ma possiamo dire che l’evoluzione dei mezzi, i protocolli con la Polizia Stradale, il potenziamento della sicurezza dell’infrastruttura e le campagne di sensibilizzazione hanno contribuito a questo miglioramento. Il comportamento degli automobilisti è importante: la distrazione è ancora la prima causa di incidentalità”.

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