Assemblea ANBI: necessaria una cultura della prevenzione, non dell'emergenza

Vincenzi (ANBI): "Vogliamo parlare con un'Europa troppo spesso distante dalle esigenze dei cittadini, per farle capire che deve essere più vicina ai territori"

di Francesca Biasone
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ANBI, l'Assemblea Annuale parla all'Europa. Occorre un utilizzo consapevole della risorsa idrica e la messa in sicurezza del territorio

Si è svolta presso il Centro Congressi dell’Hotel Sheraton Parco De’ Medici, l'Assemblea Annuale di ANBI, che ha posto al centro del dibattito la necessità di investire nelle infrastrutture e nell'innovazione per garantire la messa in sicurezza dei territori e delle comunità, che troppo spesso (soprattutto negli ultimi tempi) pagano a carissimo prezzo le conseguenze di una cultura troppo poco attenta alla prevenzione. L'Assemblea, cui hanno partecipato esponenti del mondo politico, economico e della ricerca, è stata introdotta dal Presidente Francesco Vincenzi e dal Direttore Generale Massimo Gargano a partire dall’analisi e dalle proposte di ANBI. Un confronto che va all'Europa, un'Europa "confusa e troppo ideologizzata" nota Gargano, e naturalmente al governo attuale.

A discuterne nel primo panel “Ambiente, territorio e comunità: infrastrutture ed innovazione, scelte indispensabili per garantire la coesione”: Luigi D'Eramo, Sottosegretario M.A.S.A.F, Francesco Battistoni, Vicepresidente Commissione Ambiente Camera, Giorgio Maria Bergesio, Vicepresidente Commissione Agricoltura Senato, Cristiano Fini, Presidente CIA, Giovanna Parmigiani, Componente Giunta Confagricoltura, Nicola Dell'Acqua, Commissario Straordinario Nazionale Emergenza Siccità e Marco Casini, Segretario Generale Autorità Bacino Distrettuale Appennino Centrale.

Un incontro focalizzato sul ruolo dei Consorzi di bonifica, centrali nella gestione dell'ambiente, di un territorio oggi profondamente cambiato e delle proprie comunità. Nella due giorni ANBI ha riproposto le azioni prioritarie da realizzare per una migliore gestione della risorsa idrica nel tempo dei cambiamenti climatici. Innanzitutto un Piano straordinario 2023-2030 per la realizzazione di nuovi invasi sostenibili e multifunzionali di riserva idrica per la raccolta delle acque piovane (Piano Laghetti). L'obiettivo è garantire disponibilità idrica non solo per fini irrigui, ma anche per le esigenze potabili e civili, industriali, energetiche, ambientali, turistico-ricreative, antincendio e, se l’individuazione delle aree per i bacini fosse a monte dei centri urbani, anche per la sicurezza idrogeologica. Il PNRR è sicuramente fondamentale, ha affermato il Presidente Vincenzi, ma si tratta di una procedura emergenziale mentre all'Italia serve un'attività programmatoria: si dovrebbe cercare, dunque, di radicare quella cultura della prevenzione che nel nostro Paese tarda ad essere recepita e ad attecchire. Le infrastrutture rimangono l'elemento indispensabile per affrontare le sfide future, ma i territori necessitano di innovazioni che possano garantire sicurezza alla comunità, e la prima innovazione necessaria in Italia è quella di imparare a 'fare rete'.

A riprendere i temi delle infrastrutture e del ruolo del PNRR, l'Europarlamentare Paolo De Castro, il quale, in un momento così drammatico dovuto all'alternarsi di fenomeni siccitosi e alluvionali, non ha potuto non ricordare come la richiesta di attuare un Piano Laghetti fosse stata espressa a gran voce già 30 anni fa. "C'è indubbiamente un problema di infrastrutture: abbiamo una risorsa come il PNRR ma non riusciamo a rompere questa situazione, a fare il salto di qualità che ci occorre" ha sostenuto De Castro. La partita è senza dubbio complicata, ma la situazione è drammatica e riguarda quell'ambito fondamentale che è l'agricoltura del futuro. Un'attività da sostenere tenendo sotto controllo le esigenze legate all'acqua, definita da Luigi D'Eramo, Sottosegretario di Stato al MASAF "una sfida che non possiamo perdere". Proprio per questo, ha sottolineato il Sottosegretario, "tutti gli attori coinvolti devono collaborare e perciò ringrazio ANBI. Il tema dell'acqua e del suo corretto utilizzo è prioritario per salvaguardare la qualità dei nostri prodotti, la storia e la tradizione delle nostre aziende agricole e delle nostre Regioni".

"L'agricoltura è la prima risorsa necessaria per dare una risposta effettiva al cambiamento climatico, e non smetterò mai di dirlo. Dobbiamo difenderla" ha chiosato Gianni Alemanno durante l'Assemblea ANBI. Argomento ribadito anche da Vincenzi"L'agricoltura e l'agroalimentare sono un tassello importante per lo sviluppo del nostro Paese e abbiamo ben chiare le tre principali esigenze di quest'ultimo: la questione infrastrutturale" (infrastrutture multifunzionali atte a gestire l’acquaricordiamo il Piano Laghetti e il Piano Invasi), "il bisogno di tecnologia e innovazione" (da sottolineare il fatto che oggi i giovani agricoltori sono tra i principali utilizzatori delle tecnologie di ultima generazione), e infine "il problema Europa, che spesso non ci piace perché impone modelli produttivi e norme che mettono in contrasto l'attività economica dei nostri territori e la loro storia con gli obiettivi finali. Vogliamo un'Europa che metta gli Stati membri in condizione di spendere le risorse in modo concreto e realistico sul territorio" invece di proporre valanghe di burocrazia e di contrapporre la natura all'agricoltura, perché l'una non esiste senza l'altra.

Dello stesso parere anche il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, presente all'Assemblea Annuale: "Nella Commissione si sta creando un'estremizzazione nelle posizioni che non tiene conto delle realtà-Paese. Si è d'accordo sull'obiettivo finale al 2050, ma la realtà è che le azioni per raggiungerlo vengono forzate". È vero che l'UE rappresenta la somma di interessi dei Paesi ma si dovrebbe, proprio per questo, cercare di trovare sempre un punto di mediazione ed equilibrio, che al momento manca. Inoltre “il PNRR prevede 230 interventi in corso sul sistema idrico" ha aggiunto Pichetto; "occorre pulire le dighe e realizzare gli invasi: oggi raccogliamo solo il 10% dell’acqua piovana e la Spagna il 37%, seppur con la stessa latitudine. Dobbiamo fare le aree di esondazione prevedendo un meccanismo automatico di risarcimento. Se le avessimo avute lungo l’asse del Po in maniera cospicua" riferendosi all'alluvione in Emilia Romagna, "forse avremmo deviato prima e meglio le acque”.

A pronunciarsi sull'attuazione degli invasi, in particolare, Marco Casini, Segretario Generale Autorità bacino distrettuale Appennino Centrale e Giovanna PARMIGIANI, Giunta Confagricoltura, che ne hanno sottolineato la necessità assoluta. "Siamo convinti ci sia la necessità assoluta di realizzare grandi invasi, importanti anche per la laminazione. Tanto c'è da fare, l'importante però è cambiare la mentalità perché non abbiamo più tempo a disposizione, dobbiamo accelerare" ha osservato Giovanna Parmigiani, che si è ritrovata d'accordo anche con le parole di Vincenzi per contrastare la propensione di un'azione emergenziale: "È assolutamente indispensabile una programmazione strategica di lungo periodo. I cambiamenti climatici ormai sono certi e ci saranno ancora: dobbiamo imparare a prevenirli e cercare di regolarli". Casini si è soffermato sull'assunto che, se in questo periodo avessimo potuto avere già pronti degli invasi su corsi d'acqua importanti, non sarebbe accaduto quel che si è verificato in Emilia Romagna.

Il tema acqua significa siccità e significa piogge molto intense, ma in generale si tratta soprattutto di mettere in sicurezza i territori, e a questo fine devono concorrere la politica e le istituzioni introducendo una progettualità che eviti le emergenze. "La gestione dell'acqua è un tema delicato ma va affrontato insieme, unendo le forze, per cercare di mettere in campo una manutenzione del territorio che eviti disastri e perdite umane. La programmazione va fatta per questo, guardando al lungo periodo" ha detto Cristiano Fini, Presidente CIA

Su questo argomento, anche l'imprescindibile testimonianza della Protezione Civile, la prima ad agire in caso di fenomeni emergenziali. Il Capo Dipartimento Fabrizio Curcio è stato chiaro: "Sono 30 anni che cerchiamo di sostenere che non dobbiamo agire come un Pronto Soccorso: dovremmo intervenire per prevenire, ragionare per pianificazione e programmazione".

"Si tratta di una questione decisiva per una filiera estesa dell'economia di questo Paese" ha confermato Massimo Gargano ai microfoni di affaritaliani.it, "la disponibilità di acqua per tutte le utenze. Risorse ce ne sono, progetti anche ma dobbiamo tradurli in qualcosa di fattuale". Si tratta, ha proseguito il Direttore, di dare le dovute risposte a cittadini, imprese e territori. "La prevenzione è assolutamente più importante dell'emergenza, costa meno, è più trasparente, non ti fa contare le vittime e non blocca l'economia".

L'acqua: non un problema ma un valore economico e strategico per agricoltori, export, turismo e PIL

È necessario anche guardare, però, a ciò che finora abbiamo costruito e ci è stato riconosciuto, e in questo contesto si inserisce la premiazione dell'Italia con lo "Stockholm Water Prize", il premio Nobel per l'acqua, per gli studi sulle risorse idriche assegnato ad Andrea Rinaldo, professore in Italia e Svizzera. È la prima volta che un italiano si aggiudica tale riconoscimento. 

E a proposito di riconoscimenti, il messaggio edito da Antonio Tajani per l'Assemblea ha annunciato una grande notizia: la candidatura italiana della città di Roma a sede del World Water Forum 2027. “Apprezziamo il lavoro del Consiglio Mondiale dell'Acqua nel sottolineare la rilevanza delle questioni idriche”, scrive Tajani. “Consideriamo il Forum Mondiale dell'Acqua una piattaforma fondamentale di discussione tra istituzioni pubbliche, autorità locali, società civile, imprese e mondo accademico e per questi motivi il governo italiano intende candidarsi per ospitare a Roma il Forum mondiale dell'acqua del 2027.”

Tutto ciò a seguito di un'altra importante notizia, riguardante in particolare la Sicilia e raccontata durante l'Assemblea da Luca Sammartino, vicepresidente della Regione e assessore regionale all’Agricoltura: "Con la riforma dei consorzi di bonifica che il governo Schifani ha approvato la settimana scorsa, la Sicilia potrà recuperare trent’anni di ritardi, intoppi, mancati investimenti o investimenti improduttivi". Verrà dunque adottato, ha ribadito Sammartino, un modello di gestione delle risorse irrigue basato finalmente sulla coerenza dei bacini idrografici e in tal modo potrà essere garantito un servizio in grado di accompagnare gli agricoltori nel portare le eccellenze siciliane in tutti i mercati internazionali.

Per concludere, Vincenzi ha ricordato che l'acqua non deve essere vista come un elemento negativo, bensì come un elemento di bellezza e strategico per il Paese, per gli agricoltori, l'export, il turismo e il PIL. Su questo si deve continuare a insistere perché acqua vuol dire anche produzione di cibo: 3,5 mln di ettari irrigui producono l'84% dell'agroalimentare italiano, che quindi di fatto dipende dall'acqua e che tradotto dal punto di vista economico genera una grande parte del PIL. In ultima istanza, dunque, ANBI pone all'attenzione le sfide principali da affrontare con urgenza, a vantaggio dell'economia, della sicurezza dei cittadini, dell'occupazione e della qualità della vita:

affiancare gli agricoltori nel vincere gli effetti dei fenomeni climatici grazie alla ricerca e all'innovazione in campo irriguo ed agronomico. Questo con un progressivo ampliamento ed efficientamento della superficie agricola, attrezzata con impianti irrigui collettivi attraverso soluzioni innovative per l'ottimizzazione d'uso della risorsa idrica (digitalizzazione, monitoraggio, gestione automatizzata e telecontrollata delle reti di adduzione e distribuzione, avanzati servizi climatici per un uso razionale ed efficiente della risorsa idrica);

- un maggiore utilizzo delle acque reflue depurate, che rappresenterebbe una soluzione integrativa rispetto ai problemi di scarsità idrica di cui stiamo soffrendo;

investire nelle infrastrutture di riserva e distribuzione idrica, snellendo la burocrazia;

- un piano di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per difendere e mettere in sicurezza il territorio contro il dissesto idrogeologico.

Questo" ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, "è il concreto contributo dei Consorzi di bonifica ad una visione di futuro, che abbia al centro il territorio e lo sviluppo delle comunità, che lo abitano. Siamo onorati di metterlo a disposizione del Paese e di averlo condiviso nei due giorni di Assemblea, con qualificati rappresentanti dei soggetti decisori e della società civile.”