Banca Generali e TIP incontrano gli studenti del Politecnico di Milano per parlare di crescita e investimenti

Mossa (Banca Generali): "Per far crescere le imprese serve uno sforzo di sistema che parta da un beneficio fiscale rivisto rispetto al modello attuale"

di Elisabetta Marciano
Corporate - Il giornale delle imprese

Banca Generali e TIP dialogano con gli studenti del Politecnico di Milano: focus su risparmio, investimenti e crescita delle imprese italiane

Una lezione speciale ha animato le aule del Politecnico di Milano nella sede di Bovisa, dove protagonisti del settore bancario e finanziario hanno discusso di risparmio, investimenti e crescita economica con gli studenti. Grazie al format “Ricette di Innovazione”, Banca Generali e Tamburi Investment Partners (TIP) hanno condiviso esperienze e strategie per convogliare il risparmio privato verso l’economia reale. Un dialogo intenso, moderato dal professor Marco Giorgino, ordinario di Financial Markets & Institution, con gli interventi di Gian Maria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali, e Giovanni Tamburi, fondatore di TIP.

L’incontro aveva come obiettivo quello di illustrare ai giovani il ruolo del private banking e del private equity come strumenti per la competitività delle imprese, con un focus su come queste risorse possano contribuire alla crescita delle PMI, che rappresentano il cuore pulsante dell’economia italiana.

Marco Giorgino ha sottolineato il paradosso dell’economia italiana: “Gli italiani sono noti per la loro capacità di accumulare risparmi, anche se questa abilità è stata messa a dura prova negli ultimi anni. La vera sfida rimane nella gestione efficiente di questi risparmi. Lo stock di ricchezza accumulata dalle famiglie italiane supera i 5.000 miliardi di euro, ma circa il 30% di questa ricchezza è parcheggiato in conti correnti o strumenti bancari a breve termine. Questi strumenti non offrono né protezione del capitale né una remunerazione reale nel medio-lungo termine. In altri Paesi, nonostante una minore capacità di accumulo, i risparmi vengono allocati in modo più efficiente, permettendo una crescita della ricchezza nel tempo”.

Gian Maria Mossa ha approfondito il cambiamento strutturale del finanziamento alle imprese dopo il Covid: “Gli imprenditori hanno una sfida enorme in quest’epoca: quella di capire come dare la finanza all’impresa. Non va dimenticato che in questo contesto le banche dovranno ridurre la finanza che possono dare alle imprese, anche solo per la normalizzazione del contesto. Per far crescere le imprese serve uno sforzo di sistema che parta da un beneficio fiscale rivisto rispetto al modello attuale. In questo senso occorrerebbe equiparare le società quotate illiquide con quelle non quotate e dare un’immediatezza del beneficio fiscale, per esempio una deducibilità immediata del 30% rispetto al modello Pir che premia solo la plusvalenza”.

Mossa ha inoltre evidenziato il ruolo del private banking come facilitatore: “Anche il private banking può fare la sua parte in questo percorso, andando oltre la protezione patrimoniale e accompagnando l’imprenditore nel percorso di valorizzazione del patrimonio d’impresa che spesso passa dall’accesso al mercato dei capitali. E il banker può farlo da un punto di vista unico, forte di una relazione di fiducia con l’imprenditore senza conflitti d’interesse”. L’acquisizione di Intermonte da parte di Banca Generali è stata citata come esempio di leadership nella selezione delle imprese più promettenti.

Giovanni Tamburi ha offerto una prospettiva sul private equity e la sua evoluzione: “Siamo alla fine di 30 anni che hanno portato il private equity ad avere un ruolo molto importante e redditizio. L’asset class del private equity negli anni ha reso molto bene, ma ora siamo a una svolta: il private equity nel mondo si sta un po’ asciugando. È crollata la contribuzione del mondo assicurativo. Quel risparmio privato sarebbe logico che finisse alle imprese con strutture che non hanno l’obbligo di vendere, quindi non attraverso fondi”. Tamburi ha enfatizzato la necessità di strutture più flessibili che convoglino i risparmi privati verso le imprese, superando i modelli tradizionali.

L’incontro ha messo in luce l’urgenza di un cambio di paradigma nella gestione del risparmio e nella sua destinazione verso l’economia reale. Attraverso innovazioni fiscali, strumenti finanziari flessibili e un approccio sistemico, il private banking e il private equity possono diventare motori fondamentali per la crescita economica del Paese. Un messaggio chiaro per i giovani del Politecnico, chiamati a immaginare un futuro dove risparmio e competitività possano camminare di pari passo.

L'intervista a Gian Maria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali

 

"Accompagnare l’imprenditore nel rientrare in una gestione più strutturata e sofisticata del capitale dell’impresa è fondamentale. Gli imprenditori sono straordinari nel fare business, ma spesso necessitano di supporto per comprendere come essere più efficienti in un mercato sempre più competitivo, specialmente per quanto riguarda l’accesso ai capitali. Qui entra in gioco il private banker, che funge da ponte tra gli investitori e gli imprenditori, creando valore nel lungo periodo. È essenziale rendere questo processo più accessibile e incentivarlo: da un lato, bisogna avvicinare la domanda e l’offerta, dall’altro, è necessario prevedere strumenti che incentivino sia i clienti e gli investitori sia, soprattutto, il risparmio privato, orientandolo verso una prospettiva di lungo termine", ha dichiarato Gian Maria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali, ai microfoni di affaritaliani.

Mossa ha concluso: "Nel corso dell’anno abbiamo lavorato per semplificare le autorizzazioni necessarie, con l’obiettivo di ottenere l’approvazione entro dicembre. Questa scelta ci permetterà di supportare ulteriormente i nostri clienti, fornendo loro un portafoglio diversificato di opportunità di investimento. In questo contesto, Intermonte rappresenta una delle soluzioni che possiamo proporre, offrendo agli imprenditori un percorso di rafforzamento del capitale per affrontare le sfide del futuro".

L'intervista a Giovanni Tamburi, fondatore di TIP

 

Giovanni Tamburi, fondatore di TIP, ai microfoni di affaritaliani, ha commentato: "Per anni è stato un motore trainante, ma ora sta rallentando, principalmente a causa dell'eccessivo accumulo di debiti. Speriamo che questa situazione si razionalizzi e che il motore della produttività si trasformi in un sistema più sostenibile, con meno debiti rispetto al passato. I mercati reali oggi sono rappresentati dalle aziende quotate. Tuttavia, attualmente, non ci sono molte realtà di riferimento, eccezion fatta per 7-8 grandi aziende americane, mentre in Europa le banche hanno un ruolo limitato. Dobbiamo rimettere al centro le imprese, permettendo loro di crescere attraverso l'accesso ai mercati. Questo è il percorso che dobbiamo perseguire per favorire la crescita delle aziende".

"Oggi, però, non lo stiamo facendo abbastanza bene. Abbiamo chiuso i primi nove mesi con 45 milioni di utili e chiuderemo l’anno con un buon risultato, anche se inferiore a quello dell'anno scorso. Tutti stiamo rivedendo alcune strategie, e il 2025 si prospetta come un anno non facile. Credo che sarà un periodo di ulteriore rallentamento, dopo il 2024, per l’intera industria. Per noi, ciò che conta di più non è solo il nostro bilancio, ma anche il successo delle circa 30 aziende che sosteniamo. Si tratta di eccellenze, ma molte di loro stanno attraversando una fase di rallentamento", ha concluso Tamburi.

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