Banca Ifis, NPL Meeting 2024: lo stock di NPE delle banche europee cresce di €16 mld

Fürstenberg Fassio (Banca Ifis): "L’industria Npl ha fatto un cambio di passo prendendo piena consapevolezza del proprio ruolo nel costruire un sistema più sostenibile per tutti"

di Elisabetta Marciano
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Banca Ifis: NPE europei aumentano di 16 miliardi di euro, raggiunti i 373 miliardi. Italia in controtendenza con un calo significativo

L'industria del credito deteriorato continua a evolversi in Europa, e la tredicesima edizione del NPL Meeting, tenutasi oggi a Cernobbio, ha messo in luce i dati e le tendenze chiave per il settore bancario europeo. Organizzato da Banca Ifis, l’evento ha rivelato un quadro complesso per il mercato degli NPE (Non Performing Exposures), con un incremento complessivo a livello europeo, ma una netta controtendenza da parte delle banche italiane.

Il Presidente di Banca Ifis, Ernesto Fürstenberg Fassio, in apertura del meeting, ha dichiarato: "L’industria Npl ha fatto un cambio di passo prendendo piena consapevolezza del proprio ruolo non solo nel costruire un sistema più sostenibile per tutti, ma anche nel favorire la reinclusione finanziaria dei soggetti fragili attraverso modelli di recupero sostenibili. Bisogna rafforzare ulteriormente l’approccio di tutti i player dell’industria del credito deteriorato nella direzione del ‘social banking’, che richiede alla base rispetto reciproco nel rapporto che le banche e gli operatori hanno con i clienti-debitori. Il dialogo deve tenere conto delle esigenze delle persone per definire piani di recupero sostenibili”.

Nel primo semestre del 2024, lo stock complessivo di NPE delle principali banche europee ha registrato un aumento di 16 miliardi di euro, portando il totale a 373 miliardi di euro, rispetto ai 357 miliardi di marzo 2023. Questo aumento è stato principalmente guidato dagli istituti tedeschi, con un incremento di 9,4 miliardi di euro, e dalle banche francesi, che hanno aggiunto 8,8 miliardi di euro. In parallelo, l'NPE ratio, che misura la percentuale di crediti deteriorati rispetto allo stock complessivo di finanziamenti, è salito dall’1,75% di inizio 2023 all’1,86% di metà 2024.

L’aumento dello stock di NPE e del relativo ratio riflette una crescente incertezza economica in Europa, legata a fattori come le tensioni inflattive e la stretta monetaria imposta dalle banche centrali. Anche il costo del rischio per le banche significative europee ha seguito questa traiettoria ascendente: dopo aver toccato lo 0,57% nel primo trimestre, è sceso leggermente allo 0,51% nel secondo, ma rimane ai livelli più alti dal 2020.

A differenza del panorama europeo, l'Italia ha evidenziato una netta riduzione del proprio stock di NPE. Nel primo semestre del 2024, le banche significative italiane hanno registrato una diminuzione di 5,1 miliardi di euro nello stock di crediti deteriorati, confermando il percorso di de-risking che ha caratterizzato il sistema bancario del Paese negli ultimi anni. Tra il 2015 e il 2024, l'Italia ha ridotto il suo stock di NPE di 71 miliardi di euro, e si stima che entro il 2026 tale riduzione raggiungerà 84 miliardi di euro.

Un elemento fondamentale di questa performance è il calo dello Stage 2 ratio, ovvero la percentuale di crediti classificati a rischio di deterioramento: per le banche italiane, questo indicatore è sceso dall'11,5% di fine 2023 al 9,4% di giugno 2024, allineandosi per la prima volta alla media europea. Questa riduzione rappresenta un traguardo storico per il sistema bancario italiano, che fino a pochi anni fa mostrava un divario significativo rispetto agli altri Paesi dell'UE.

Secondo il Market Watch NPL elaborato dall’Ufficio Studi di Banca Ifis, il mercato italiano del credito deteriorato continuerà a ridurre i volumi di NPE transati nel prossimo biennio. Per il 2024, si stima che saranno gestiti circa 24 miliardi di euro di crediti deteriorati, tra Non Performing Loans (NPL) e Unlikely to Pay (UTP). La tendenza riflette un rallentamento del flusso di nuovi crediti deteriorati, che si prevede raggiungerà 15 miliardi di euro entro fine anno, con un leggero incremento nel 2025, seguito da una nuova diminuzione nel 2026.

Nel complesso, entro la fine del 2024, lo stock totale di NPE in Italia dovrebbe attestarsi a 290 miliardi di euro, in netto calo rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, il mercato del credito deteriorato rimarrà vivace, con banche e investitori che continueranno a cedere portafogli non core per mantenere l’NPE ratio intorno al 3%.

Nonostante i progressi nel de-risking, la gestione dei portafogli di NPL rimane complessa. L'analisi condotta da Banca Ifis su 46 portafogli cartolarizzati ha rivelato un allungamento dei tempi di recupero, con un ritardo medio di 8 mesi rispetto ai business plan originali. Questo fenomeno si spiega, in parte, con le difficoltà operative sorte durante la pandemia e con una pianificazione iniziale che non aveva potuto beneficiare di un’esperienza consolidata nel settore.

Un altro dato rilevante emerso dal Market Watch NPL riguarda la convergenza geografica dei tassi di deterioramento del credito in Italia. Tradizionalmente, il Mezzogiorno aveva mostrato livelli di deterioramento molto più elevati rispetto al Nord. Tuttavia, nel primo trimestre del 2024, il divario si è ridotto significativamente, con il Nord che registra un tasso di deterioramento dell’1%, e il Centro-Sud che si attesta sull’1,4%.

Banca Ifis ha svolto un ruolo centrale nel monitoraggio e nella gestione del mercato italiano del credito deteriorato. Il NPL Meeting 2024, intitolato “Step Forward”, ha visto la partecipazione di esperti internazionali e figure di spicco del settore. L’amministratore delegato di Banca Ifis, Frederik Geertman, ha presentato i risultati del Market Watch NPL e ha ribadito l’importanza di una gestione sostenibile e strategica del credito deteriorato.

L'evento è stato caratterizzato da una serie di tavole rotonde incentrate su temi cruciali, come l'impatto dei criteri ESG sul business degli NPL e l'evoluzione strategica del mercato del credito deteriorato. Figure di spicco del panorama finanziario internazionale, come Yannis Stournaras, membro del Consiglio Direttivo della BCE, e in collegamento Federico Freni, sottosegretario di Stato al Ministero dell'Economia e delle Finanze, hanno offerto spunti sulle sfide e opportunità future per il settore.

Il NPL Meeting 2024 ha confermato come l'Italia si trovi in una posizione privilegiata all'interno del contesto europeo grazie a politiche efficaci di gestione del rischio e alla cooperazione tra banche e operatori specializzati. Mentre il resto d'Europa affronta un aumento degli NPE e del costo del rischio, il sistema bancario italiano sembra aver trovato un equilibrio stabile, con prospettive di ulteriore miglioramento nei prossimi anni.

L'intervista a Frederik Geertman, Amministratore Delegato di Banca Ifis

 

A margine del meeting, Frederik Geertman, Amministratore Delegato di Banca Ifis, ai microfoni di affaritaliani.it ha dichiarato: "Il grande lavoro svolto dalle banche riflette un'economia che, finora, si sta muovendo in modo molto positivo. Tuttavia, gli ultimi dati sulla produzione industriale mostrano una lieve contrazione in alcuni settori. Nonostante ciò, questo fenomeno non sembra aver avuto alcun impatto negativo sui bilanci delle banche. Qui in Italia possiamo osservare una situazione positiva sia per il sistema bancario sia per l'industria del recupero crediti".

"L'industria ha attraversato diverse fasi. Nei primi anni in cui le banche hanno iniziato a vendere crediti, le transazioni erano di grande rilevanza: tra il 2017 e il 2018, le banche italiane hanno ceduto complessivamente circa 150 miliardi di euro di crediti. Oggi, l'intensità di queste transazioni è diminuita. Prevediamo che nei prossimi tre anni, a partire dal 2024, il totale sarà di circa 70 miliardi di euro, con una minore offerta di crediti problematici sul mercato primario. Ciò significa una maggiore attenzione allo stock esistente, con più transazioni tra investitori che hanno già acquistato tali crediti, i quali si concentrano sulle proprie specializzazioni. Inoltre, alcune cartolarizzazioni, anche con garanzia pubblica, sono ancora in ritardo rispetto ai piani aziendali", ha continuato Geertman.

Geertman ha aggiunto: "Un altro tema rilevante, ampiamente discusso durante il convegno odierno, è quello della responsabilità sociale. Questa consapevolezza sta crescendo, e richiede che il modo di operare si adatti di conseguenza. Attualmente, il quadro complessivo è stabile e ha permesso a questa industria di crescere ed essere efficace. Le banche italiane sono riuscite a ridurre i loro stock complessivi di crediti problematici, indipendentemente da chi li detiene, il che rappresenta una notizia positiva per il Paese".

"La nostra ricerca fa diverse previsioni. Una riguarda il livello di rischiosità atteso e il nuovo flusso di crediti in sofferenza previsto per le banche italiane. Vediamo un lieve aumento, ma lo consideriamo più come una normalizzazione che come un ritorno ai livelli critici registrati tra il 2015 e il 2017. L'altra previsione riguarda le transazioni: ci aspettiamo un mercato NPL (Non-Performing Loans) dinamico nel 2024, 2025 e 2026, con un totale di 70 miliardi di euro di transazioni, metà delle quali sul mercato secondario, ovvero tra investitori. In questo scenario, ci sarà una maggiore specializzazione e ottimizzazione dei portafogli. Sul mercato primario prevediamo prezzi competitivi, con un numero crescente di investitori sofisticati. La capacità delle banche di gestire meglio la vendita dei crediti porterà a un leggero aumento dei prezzi", ha concluso Geertman.