Intesa Sanpaolo: cresce l’Export dei distretti agroalimentari, oltre 21 miliardi nei primi 9 mesi del 2024
Cattozzi (Intesa Sanpaolo): "La filiera agroalimentare italiana si rafforza ulteriormente nei mercati esteri ricevendo crescente apprezzamento della propria qualità, biodiversità e tradizione"
Intesa Sanpaolo, Research Department: l'export agroalimentare italiano supera i 21 Miliardi nei primi nove mesi del 2024
Negli ultimi nove mesi del 2024, le esportazioni dei distretti agroalimentari italiani hanno superato i 21 miliardi di euro, segnando un incremento del 7,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Questo dato emerge dal Monitor dei distretti agroalimentari italiani al 30 settembre 2024, curato dal Research Department di Intesa Sanpaolo, che evidenzia una crescita in linea con quella complessiva del settore agroalimentare nazionale (+8,2%). I distretti contribuiscono per il 42,5% al valore totale delle esportazioni del comparto.
Intesa Sanpaolo, attraverso la Divisione Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese, sostiene l'evoluzione del settore agroalimentare verso un modello di sviluppo capace di unire natura, cultura ed economia. La Direzione Agribusiness della banca, con una rete nazionale di 250 sedi operative – tra cui 94 filiali specializzate – offre supporto a oltre 80.000 clienti. Il Programma Sviluppo Filiere coinvolge 172 filiere agroalimentari, di cui 30 improntate alla sostenibilità, con un indotto che include più di 8.800 fornitori e circa 22.000 dipendenti, generando un volume d'affari di circa 23 miliardi di euro. Tra i settori trainanti figurano la filiera del tartufo, il prosciutto, la zootecnia, l’olivicoltura e il lattiero-caseario.
Dai dati del Monitor emerge un significativo incremento nelle esportazioni del comparto vitivinicolo, che nei primi nove mesi del 2024 ha raggiunto quasi 5 miliardi di euro (+4,4%). Tuttavia, il principale distretto, quello dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato, ha registrato una lieve flessione (-1,6%). Risultati molto positivi, invece, per i Vini del Veronese (+9,6%), i Vini dei colli fiorentini e senesi (+11%) e il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+8%).
Anche il settore della pasta e dei prodotti dolciari ha continuato la sua espansione sui mercati internazionali, totalizzando esportazioni per 3,6 miliardi di euro (+7,6%). Tra i principali contributori si distingue il distretto dei Dolci di Alba e Cuneo, che ha registrato una crescita del 18,6%, raggiungendo quasi 1,5 miliardi di euro di export. Positivo anche l’andamento dei Dolci e pasta veronesi (+13%), mentre il comparto pasta e dolci dell’Alimentare di Parma ha subito una contrazione del 2,7% (con una riduzione di circa 25 milioni), pur mantenendosi in territorio positivo grazie alle performance del comparto conserve (+1,9%).
La filiera agricola ha segnato un aumento del 5,4%, con esportazioni che nei nove mesi hanno superato i 2,9 miliardi di euro. Il contributo maggiore proviene dal distretto delle Mele dell’Alto Adige, che ha registrato un incremento del 20%. In forte ripresa anche l’Ortofrutta romagnola, che ha raggiunto un valore di 546 milioni di euro (+11,6%). Di segno opposto la tendenza della Nocciola e frutta piemontese, che ha subito un calo del 16%. L’industria delle conserve ha avuto un impatto positivo sulle esportazioni dei distretti agroalimentari, con una crescita del 5% nei primi nove mesi del 2024 (+112 milioni di euro). Il comparto conserve dell’Alimentare di Parma si è distinto con un incremento del 15,3%, compensando il rallentamento del settore pasta e dolci dello stesso distretto. Anche il distretto delle Conserve di Nocera ha chiuso il periodo con una crescita del 2%.
Il settore delle carni e salumi ha registrato un progresso del 3,1%, corrispondente a un aumento di 59 milioni di euro nelle esportazioni. Tra i distretti in evidenza, spiccano le Carni di Verona (+4,6%), i Salumi dell’Alto Adige (+15,1%, pari a circa 10 milioni in più) e i Salumi di Parma (+5,2%, con un incremento di circa 20 milioni). Il comparto lattiero-caseario ha registrato una crescita del 5,2%, equivalente a un aumento di 95 milioni di euro. Il Lattiero-caseario parmense ha trainato il settore con un incremento del 38,3%, seguito dal Lattiero-caseario di Reggio Emilia (+16,7%). Si segnalano invece lievi flessioni per il Lattiero-caseario sardo (-2%), la Mozzarella di bufala campana (-1%) e il Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale (-2,2%).
Il settore del caffè ha messo a segno un incremento del 9,5%, con andamenti positivi in tutti e tre i distretti di riferimento. Il distretto del Caffè, confetterie e cioccolato torinese ha raggiunto vendite all’estero per 718 milioni di euro (+7,7%). Il Caffè di Trieste ha segnato un progresso del 15,4%, mentre il Caffè e confetterie del napoletano ha registrato una crescita del 9,7%. La filiera dell’olio è quella che ha contribuito maggiormente alla crescita dell’export agroalimentare, con un aumento del 52,4% nei primi nove mesi del 2024, pari a 522 milioni di euro in più. Il distretto dell’Olio toscano ha realizzato il maggior incremento (+56%, pari a 389 milioni di euro in più), seguito dall’Olio umbro (+33%) e dal comparto oleario dell’Olio e pasta del barese (+60%). Stabile la filiera del riso, che chiude il periodo con una lieve flessione dello 0,3%. I due principali distretti del settore, Riso di Pavia e Riso di Vercelli, registrano variazioni minime (-0,4% e -0,2% rispettivamente). Performance positiva, invece, per il distretto dell’Ittico del Polesine e del Veneziano, che segna una crescita dell’11,6%.
La Germania si conferma il principale mercato di sbocco per i prodotti agroalimentari distrettuali, con un aumento del 6,9%. Le esportazioni verso gli Stati Uniti hanno registrato una crescita significativa (+17%), mentre la Francia ha mostrato un incremento del 5,4%. Il Regno Unito è rimasto sostanzialmente stabile (+0,7%). Le economie emergenti, che rappresentano il 20% del totale dell’export distrettuale agroalimentare, hanno registrato una crescita del 8,7% nei primi nove mesi del 2024, con un’accelerazione del 6,8% nel terzo trimestre. Tra i mercati in espansione spiccano Polonia (+11,9%), Romania (+14,5%), Brasile (+14,4%) e Russia (+10,2%). In crescita anche le esportazioni verso la Cina (+7%), sostenute da un forte incremento nel terzo trimestre (+15,6%).
Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo, ha sottolineato come la qualità, la biodiversità e la tradizione del Made in Italy alimentare siano sempre più apprezzate sui mercati esteri. "La filiera agroalimentare italiana si rafforza ulteriormente nei mercati esteri ricevendo crescente apprezzamento della propria qualità, biodiversità e tradizione. Fattori che la nostra banca contribuisce a consolidare come strategici grazie a strumenti e consulenza offerti a vantaggio della competitività, dell’eccellenza produttiva e dell’innovazione sostenibile delle aziende del comparto. Lo testimoniano le quasi 7.000 imprese che abbiamo accompagnato nell’accesso ai bandi PNRR, contribuendo al successo del Made in Italy alimentare".