Italian Energy Summit: le imprese al lavoro per un Paese più green
Il principali leader del settore energetico riuniti per confrontarsi sul percorso di transizione e le strategie più efficaci per un’economia a basse emissioni
Italian Energy Summit 2021. A Palazzo Mezzanotte il dibattito sulla strategia energetica delle imprese italiane
Una mattina di lavori intensa quella che si è appena conclusa a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana e cornice dell'Italian Energy Summit del Sole 24 Ore. Transizione energetica e potere trainante delle imprese al centro del dibattito di questa prima giornata, aperta dalle parole di Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica, e animata dalla voce dei leader delle principali aziende del settore energetico.
“Abbiamo un piano molto ambizioso che segue ovviamente i target dell’accordo di Parigi di decarbonizzazione al 55% nel 2030 rispetto ai valori del 1990: dovremmo arrivare per il 2030 ad avere oltre il 70% della nostra elettricità prodotta da sorgenti rinnovabili, che vuol dire nei prossimi anni impiantare e fare una grande operazione infrastrutturale per impiantare circa 70 gigawatt di impianti rinnovabili fotovoltaici ed eolici prevalentemente, che è una transizione energetica di proporzioni colossali”, ha spiegato il Ministro.
Dopo un primo momento di dialogo sulla trasformazione dei processi aziendali con Francesco Gagliardi, Partner KPMG Head of Energy, si è discusso delle possibili sinergie fra pubblico e privato con Stefano Besseghini, Presidente ARERA, Giuseppe Ricci, Presidente Confindustria Energia, e Valeria Termini, Ordinario di economia a Roma3, membro dell'UN High Level Dialogue on Energy 2021-COP 26.
"Abbandonando le ideologie e unendo le forze, si possono traguardare anche gli obiettivi del Fit for 55”, ha sottolineato l’ingegner Ricci. “Quella che sembra una sfida impossibile può diventare una grande opportunità applicando tutte le integrazioni e le sinergie, senza lasciare indietro nessuno, stando attenti a mantenere l’occupazione e la competitività delle nostre imprese. Adottando tutte le soluzioni disponibili e tecnologicamente mature, ricercando integrazioni, sinergie e complementarietà tra di loro, spingendo ciascuna di esse dove la sua applicazione è più efficiente si ridurrà il concreto rischio di non raggiungere l’obiettivo del 2030, si utilizzeranno meglio le risorse economiche disponibili e si limiterà il più possibile l’incremento del costo dell’energia, che graverà sulle famiglie e sulle aziende”.
Energy Transition Strategies: il punto di vista dei protagonisti del settore energetico
Cuore pulsante della giornata sono stati i talks con i protagonisti del settore energetico italiano, i manager ai vertici delle principali imprese del settore. Hanno infatti preso parte al dibattito Francesco Starace (CEO di Enel), Claudio Descalzi (CEO di ENI), Marco Alverà (CEO di Snam), Stefano Donnarumma (CEO di Terna), Valerio Battista (CEO di Prysmian Group), Renato Mazzoncini (CEO di A2A), Paolo Gallo (CEO di Italgas), Giuseppe Gola (CEO di Acea), Paolo Merli (amministratore delegato di ERG), Gianni Vittorio Armani (amministratore delegato di Iren), Fabrizio Di Amato (Presidente di Maire Tecnimont), Massimo Quaglini (CEO di Edison Energia), Simone Demarchi (amministratore delegato di Axpo Italia), Luca Schieppati (Managing Director TAP) e Frank Meyer (CEO di E.ON Italia).
“Abbiamo un’idea di città, stando in Europa, ancora a misura d’uomo, ma ci sono megalopoli in crescita vertiginosa in giro per il mondo", ha spiegato in apertura Francesco Starace, CEO Enel. "Queste megalopoli sono oggi i principali centri di consumo energetico nel mondo, consumano circa il 70% dell’energia e emettono circa l’80% di CO2. Se non mettiamo a posto l’inefficiente utilizzo di energia nelle città e non ci occupiamo di decarbonizzarne l’utilizzo è difficile raggiungere gli obiettivi che ci stiamo dando. Quando uno viene a vivere in città ci viene anche per i servizi, pensa che la sua vita tenda a migliorare: è quello che sta succedendo nel mondo. Il tema è rendiamo più efficiente l’utilizzo di energia nelle città digitalizzandola ed elettrificando i consumi, spiazziamo l’utilizzo di combustibili fossili nelle città. Utilizziamo di più l’energia elettrica (anche nei trasporti) e decarbonizziamo questo mix energetico. Questo ci permette di aggredire il consumo nelle città abbattendolo, migliorare la vita dei cittadini e nel frattempo elettrifichiamo i consumi del sistema. Questa iniziativa è in una fase molto importante perché è stato lanciato un sistema in cui tutte le grandi amministrazioni possono depositare risorse, esperienze ed errori e accedere a questo deposito di idee implementandole nelle proprie città”.
“In questi anni gli investimenti si sono ridotti, adesso stiamo riprendendo e l’economia ha bisogno di energia che, nella parte elettrica, viene soprattutto e con continuità dal gas", ha continuato Claudio Descalzi, CEO di ENI. "La mancanza di investimenti porta a un’offerta molto limitata. Questo non è un problema solo europeo, c’è una certa scarsità di gas. Bisogna capire che se si parla di eliminare immediatamente e completamente gli idrocarburi, ma non possiamo per legge modificare l’offerta senza modificare prima la domanda. Se la domanda è ancora quella quando si riprende a consumare e l’offerta è stata ridotta i prezzi salgono. Se si vuole azzerare il carbone, il gas e il petrolio bisogna anche modificare la domanda altrimenti ci troveremo a prezzi altissimi e problemi seri per gli individui e per le aziende, che si troveranno di fronte a prezzi altissimi. Siamo gli unici in Europa che giustamente paghiamo delle tasse sulla CO2 che produciamo, è sacrosanto, le nostre aziende pagano di più l’energia. In Europa compriamo tutto il gas che utilizziamo, ormai l’Europa non ha quasi più produzione propria. Le rinnovabili stanno crescendo, ma nell’ultimo mese la quantità di rinnovabili in Italia, parlando di media di utilizzo per 4-5 ore al giorno per quanto riguarda l’eolico è sul 3%, il solare sarà al 6/7%. Può toccare anche punte di 20% però per periodi limitati, ma non c’è continuità. Abbiamo un problema di continuità e periodo limitato. Dobbiamo capire che l’energia deve essere un mosaico integrato di diverse fonti".
“Quello che ERG ha fatto negli ultimi 10 anni è la premessa per il prossimo piano, abbiamo trasformato radicalmente il nostro core business da primario produttore petrolifero a primario produttore indipendente di energia elettrica da fonti rinnovabili", ha commentato Paolo Merli, amministratore delegato ERG. "Quest’anno oltre il 90% del nostro margine operativo lordo deriverà da sole, vento e acqua. Nel 2008 abbiamo avviato una trasformazione industriale che nei successivi anni ci ha portato a vendere qualcosa come 4 miliardi di euro di asset petroliferi, per investire nel tempo in asset rinnovabili e questo ha creato la ERG di oggi, con il nuovo Piano industriale che va dal 2021 al 2025 e che prevede ulteriori 2 miliardi di euro di risorse tutte focalizzate allo sviluppo di tecnologia eolica e solare. Riassumiamo il nostro piano in tre “R”: Rifocalizzazione del nostro portafoglio su tecnologie pure per raggiungere obiettivo di zero carbon al 2050; Rafforzamento e restyling delle strutture e delle persone; la terza R ovvero la Rotazione del capitale è un’ulteriore trasformazione nei prossimi anni verso un modello completamente puro, oggi abbiamo nel portafoglio ancora le tecnologie convenzionali come l’idroelettrico (che sostanzialmente è una tecnologia rinnovabile) e teremoelettrico, che all’inizio dell’anno, non è un segreto, abbiamo avviato un processo per la cessione, in realtà sull’idroelettrico abbiamo già raggiunto un accordo con Enel e sul termoelettrico siamo in fase finale, contiamo entro l’anno di attuare anche questa linea strategica”.