JTI Italia, PwC e Arel confermano la parità di genere come leva per la crescita delle imprese

Fronteddu (JTI Italia): "Le aziende dovrebbero adottare politiche integrate per contrastare il fenomeno del gender pay gap. Lavorando su questo aspetto vantaggioso per loro, contribuiscono allo sviluppo del Sistema-Paese"

di Sofia Gabbanini
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JTI Italia, PwC e Arel presentano a Milano lo studio sulla parità di genere come stimolo per la crescita e la competitività delle imprese 

Si è tenuto ieri a Milano, presso la Torre PwC, l'evento di presentazione dello studio realizzato da Arel in collaborazione con JTI Italia e PwC, che conferma come la gender equality sia ad oggi un motore imprescindibile per la crescita economica e la competitività delle imprese. Ad aprire i lavori la Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Maria Roccella, che ha lasciato un videomessaggio di saluto, il Presidente e Amministratore Delegato di PwC Italia Andrea Toselli, il Presidente dell’Istituto Jacques Delors Enrico Letta, il General Manager di JTI Italia Didier Ellena e la Responsabile Comunicazione di PwC Italia Chiara Carotenuto.

Sono poi intervenuti l'Onorevole Elena Bonetti, la Professoressa di Commercio Internazionale dell’Università Sciences Po di Parigi Alessia Mosca e il Corporate Affairs & Communication Director di JTI Italia Lorenzo Fronteddu

Per troppo tempo e troppo spesso per le donne la vita privata, e in particolare la maternità, e la realizzazione professionale hanno rappresentato due opzioni alternative, e questa è una delle priorità che il nostro governo si è dato”, ha dichiarato Eugenia Maria Roccella, Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità. La quantità e la qualità della partecipazione delle donne al mondo del lavoro è un fattore di ricchezza per tutti e una dimensione concreta delle pari opportunità, che abbiamo sostenuto con misure di conciliazione come il potenziamento dei congedi parentali, con interventi di incentivo come la decontribuzione per le mamme lavoratrici, e con strumenti di moral suasion come il codice di autodisciplina per le imprese. Un mondo del lavoro a misura anche di donna è infatti un fattore di sviluppo sociale, economico e demografico. È una questione di giustizia ma anche di crescita per tutti”. 

Enrico Letta, Presidente dell’Istituto Jacques Delors, già Presidente del Consiglio, ha commentato: “Aver messo nel PNRR una norma trasversale sulla parità uomo-donna ha rappresentato uno strumento di grande stimolo al superamento del gender gap. Ma la situazione, come spiega il rapporto, è preoccupante. L’Italia è fanalino di coda UE sul superamento del gender gap e del divario salariale”.

In JTI Italia affrontiamo seriamente la questione della disparità di genere, consapevoli che i cambiamenti significativi richiedono impegno e azioni concrete, ha dichiarato Didier Ellena, General Manager di JTI Italia. Siamo orgogliosi di aver raggiunto una piena parità retributiva tra uomini e donne e di avere una rappresentanza femminile significativa nei nostri ruoli dirigenziali. Questo non è un punto di arrivo, ma uno stimolo per continuare a promuovere l'equità in ogni aspetto della nostra azienda, con la convinzione che le imprese possano e debbano essere protagoniste di un cambiamento positivo nella società".

Quello di JTI Italia verso la Gender Equality è un percorso iniziato anni fa con l'obiettivo di accelerare questo necessario cambiamento culturale, ponendo la Gender Equality al centro della propria strategia aziendale e portando avanti iniziative finalizzate a garantire l’equità di genere e il superamento del gender pay gap

Tra queste, il congedo parentale paritario per tutti i dipendenti della società, che garantisce il 100% della retribuzione salariale durante l’intero periodo di paternità o maternità e l’attuazione di svariati programmi mirati all’empowerment femminile e alla crescita professionale delle donne. 

Queste politiche hanno portato ad ottenere una piena parità retributiva tra uomini e donne: in JTI Italia le donne rappresentano infatti il 51% degli impiegati, con la percentuale di donne in ruoli dirigenziali pari al 43%, circa il doppio della media italiana nel settore del commercio all’ingrosso. Inoltre, in JTI Italia si riscontra anche una forte riduzione della segregazione verticale, che caratterizza pesantemente la distribuzione dei ruoli nel commercio all’ingrosso.

Lo studio 

Dalla ricerca - che sottolinea come ancora il Gender Pay Gap rappresenti una realtà penalizzante nel mondo del lavoro - emerge che dopo cinque anni dalla laurea, il divario salariale medio mensile a sfavore delle donne nelle discipline STEM è di oltre 200€ mensili. Negli anni, poi, la disparità continua ad aumentare, fino a determinare una differenza salariale del 14.5% - a parità di livello fra uomini e donne - nella fascia tra i 45 e i 54 anni. Il dato deriva da più fattori: alle minori opportunità di carriera e formazione e a scatti salariali meno frequenti, si somma infatti un maggior impegno sul fronte familiare. 

Lo studio pone poi l’attenzione al tema dell’abbandono del lavoro, con il tasso di occupazione femminile che nel 2023 è stato inferiore di quasi 20 punti percentuali rispetto a quello maschile. Accanto alle medie e alle percentuali degli indicatori rilevanti, quindi, l'analisi evidenzia le cause che alimentano il divario retributivo di genere, come ad esempio la motherhood e caregiver penalty, alla radice del problema dell’inattività femminile in Italia. 

Le aziende che adottano politiche di inclusione - emerge dalla ricerca - registrano significativi miglioramenti negli ambiti di produttività e innovazione, identificando la parità di genere come un fattore chiave per la crescita economica e la competitività. La scarsa partecipazione femminile al lavoro rappresenta infatti un ostacolo alla crescita.  

Questo emerge anche da una recente analisi dei benefici economici della parità occupazionale, realizzata dallo European Institute for Gender Equality, che evidenzia come la differenza tra tasso di attività maschile e femminile nell’Unione europea abbia portato ad una perdita economica stimata a quasi il 3% del PIL. Guardando al contesto italiano, l’uscita delle donne dal mercato del lavoro è fra le cause principali del disallineamento fra domanda e offerta, con oltre 300mila posti di lavoro rimasti vacanti solo nel 2023 in molteplici aree produttive del nostro Paese.

Contrastare il Gender Gap ha quindi un beneficio oltre che etico anche economico, permettendo alle aziende di contribuire allo sviluppo del Sistema-Paese e del mercato. 

L'intervista di affaritaliani.it a Lorenzo Fronteddu, Corporate Affairs & Communication Director JTI Italia

 

"Quella con Arel e PwC è stata una bellissima collaborazione", ha dichiarato ai microfoni di affaritaliani.it Lorenzo Fronteddu, Corporate Affairs & Communication Director di JTI Italia, "abbiamo cominciato focalizzandoci sul gender pay gap, per poi adottare un approccio olistico con l'obiettivo di identificare tutti i fenomeni che contribuiscono a creare questa condizione".

"I dati dimostrano che il gender pay gap esiste ancora, ed è un fenomeno che con diverse sfaccettature copre più fasi della vita dei lavoratori. Le aziende dovrebbero adottare politiche integrate per riuscire a contrastarlo. È di fatto un indicatore: lavorando su un sistema integrato, dovrebbe andare a ridursi nel corso del tempo", ha proseguito Fronteddu.  

Di fatto, spiega Fronteddu, per le imprese la gender equality libera risorse e le rende più resilienti e pronte ad affrontare il futuro del mercato: "Lavorando su questo aspetto che risulta vantaggioso, le aziende aiutano anche lo sviluppo del Sistema-Paese. Avere politiche attive che riescano a contrastare il fenomeno della denatalità, non fa altro che liberare risorse per andare, ad esempio, ad arginare fenomeni come la mancata contribuzione per il sistema pensionistico".

Il commento ad affaritaliani.it di Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato PwC Italia

 

"Noi stiamo cercando di investire con l'obiettivo di avere un'organizzazione più aperta possibile, ricca di punti di vista diversi. Quando sono entrato in PwC, circa 35 anni fa, l'ambiente era molto maschile, adesso ci sono più professionalità. Questo aspetto ci sta aiutando ad essere sempre più efficienti e ad avere una posizione sul mercato sempre più rilevante", ha dichiarato a margine dell'evento Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato PwC Italia.