Kairos Partners SGR, Market Flash: Alberto Tocchio analizza l’attualità dei mercati
Tocchio (Kairos Partners SGR): "Stiamo entrando nel cuore delle trimestrali con un mercato che si presenta con posizionamenti decisamente carichi. Tuttavia, differenziazione e volatilità creano opportunità"
Kairos Partners SGR, Podcast Market Flash: l'Head of European Equity and Thematics Alberto Tocchio commenta l’attualità dei mercati
All’interno della rubrica podcast periodica "Market Flash" Alberto Tocchio, Head of European Equity and Thematics di Kairos Partners SGR, commenta l’attualità dei mercati.
"Finito un terzo trimestre decisamente interessante, con ottime performance sui bond, sia governativi che credito, e un MSCI World sull'azionario positivo del 6%, entriamo negli ultimi tre mesi dell'anno, quelli cruciali, che ci daranno tanti nuovi spunti. Nel trimestre, il dollaro ha perso quasi il 4%, mentre le commodities, in aggregato, sono state solo leggermente positive, recuperando negli ultimi giorni di settembre", spiega Tocchio nell'ultima puntata del podcast.
L'oro continua a mantenere lo scettro di migliore asset class, essendo salito di quasi il 30% da inizio anno, con una particolare accelerazione durante l'estate. "Tanto che l'SPX, in termini relativi all'oro, è sui minimi degli ultimi cinque mesi. Ma l'aspetto più importante è quello di cui parliamo da qualche settimana: l'allargamento della partecipazione di mercato", continua. "Vi porto qualche dato: ad oggi, ben il 69% dei titoli all'interno dell'SPX sta sovraperformando l'indice, il valore più alto mai registrato. Se vi ricordate, prima dell'estate eravamo ai minimi storici, con 4-5 titoli che avevano contribuito per quasi tutta la performance. Questa differenza non è di poco conto per i gestori attivi, che hanno sofferto molto per l'eccessiva concentrazione passata. Questo aspetto ci accompagnerà nelle prossime settimane".
"Ciò non significa che i mercati saranno più semplici. Anzi, siamo a meno di un mese dalle più incerte elezioni USA degli ultimi decenni, stiamo entrando nel cuore delle trimestrali con un mercato che si presenta con posizionamenti decisamente carichi. Inoltre, il mese di ottobre è statisticamente molto volatile, precisamente il 34% sopra la media degli altri undici mesi. Tuttavia, differenziazione e volatilità creano opportunità", racconta Tocchio. Dopo la cosiddetta "Fed put" con il primo taglio da 50 punti base, nelle ultime due settimane è arrivata anche la "China put", ovvero una serie di annunci di stimoli che stanno dividendo gli investitori sulla loro efficacia, ma che di sicuro hanno già mosso un posizionamento - il più basso degli ultimi anni - quasi ininvestibile.
"Nonostante le festività della Golden Week, possiamo dire che l'indice di Hong Kong ha già registrato il più grande rimbalzo dal 2008 ed è ora il più overbought degli ultimi 50 anni. I flussi in acquisto sono stati i più forti di sempre, spinti anche da un enorme numero di acquisti di opzioni call rialziste sugli ETF che scambiano in US, facendoli salire in media tra il 40% e il 50% in pochissimo tempo. Nonostante il rimbalzo, siamo tra il -30% e il - 60% ancora dai massimi del 2021, il che spiega l’entità del movimento. Vale poco dire che l’Hang Seng è ora il miglior indice a livello globale da inizio anno", riporta Head of European Equity and Thematics di Kairos Partners SGR.
"Il mercato vociferava da diverse settimane di un possibile intervento, ma il bazooka asiatico è arrivato solo dopo il taglio della Fed, per non impattare troppo la valuta locale, che è sempre più una moneta per scambi internazionali. Le misure adottate sono state davvero senza precedenti negli ultimi anni, non solo per gli importi ma soprattutto per le aree che sono state coperte", racconta Tocchio. "Hanno tagliato i tassi di interesse, ridotto l'ammontare delle riserve che le banche devono detenere e annunciato numerose misure per stimolare il mercato azionario e immobiliare, oltre a distribuire assegni alle fasce di reddito più deboli. Una situazione che non si era vista neanche durante il periodo del Covid".
L'obiettivo è quello di raggiungere una crescita del PIL del 5% entro la fine dell'anno, con misure finora annunciate pari a circa il 3% del PIL. Il piano mira a fermare il declino del mercato immobiliare e mantenere la stabilità della valuta, nonostante i dati macroeconomici negativi che usciranno nelle prossime settimane. "Come spesso accade in queste situazioni, è partita la speculazione. Le lunghe code in banca da parte dei retailer cinesi per aprire conti di trading e comprare azioni sono sotto gli occhi di tutti. Il vero punto, però, è capire se queste misure, e quelle che potrebbero arrivare nei prossimi giorni, saranno effettive anche sull'economia reale", continua. "La risposta non è facile, ma nonostante la grande bolla immobiliare, qualche effetto positivo potrebbe vedersi presto. Il ritorno della Cina nel panorama degli investimenti globali può portare rialzi sia all’azionario che all’obbligazionario".
Settembre è stato il mese con il più alto numero di tagli di tassi delle banche centrali globali dal periodo pandemico e dalla crisi del 2009: ben 26, con i due più recenti della banca centrale svizzera e svedese. "Il tutto è stato accompagnato da attese di inflazione europee che sono ora le più basse in 5 anni, con alcuni membri della BCE che dichiarano già vittoria sul livello target raggiunto del 2%. La scorsa settimana, negli Stati Uniti, sia il forte dato ISM che i dati sul lavoro hanno dimostrato che l’economia e la forza del consumatore sono ancora solide. Questo ha portato il mercato, solo nella giornata di venerdì, a cancellare quasi un taglio da 25 punti base, accumulato in un totale del 2,5% di cui dubitavamo fosse fin troppo generoso per la Fed", spiega Tocchio.
"Ci si aspetta sempre due tagli tra novembre e dicembre, sia per la Fed che per la BCE. Tuttavia, come commentavamo nell’ultima puntata, il quadro macro da solo non giustifica un ritmo di tagli accelerati. Powell aveva ragione quando affermava durante l’ultimo meeting che l’economia era solida. Insomma, l’ingegnerizzato soft landing sta funzionando davvero per gli Stati Uniti, tanto che il famoso indice sulle sorprese economiche di Citigroup è addirittura tornato positivo per la prima volta da maggio". Con stimoli dalle banche centrali senza essere in recessione, stimoli in Cina e una situazione economica in miglioramento, il riskon può continuare. "La situazione geopolitica, le elezioni negli Stati Uniti e altri fattori a cui stiamo assistendo potrebbero però riportarci indietro un passo sull’inflazione, o almeno questo è un timore che sta tornando sui mercati".
"Avrete tutti letto del recente sciopero massiccio dei lavoratori portuali negli Stati Uniti, il primo dal 1977, e di come si sia trovato rapidamente un accordo per evitare di paralizzare l’economia. L’accordo prevede un incremento salariale del 61,5% in 6 anni, che significa circa un +8,5% reale all’anno, in base ai livelli di inflazione attuali. È stata anche richiesta una sospensione di qualsiasi forma di automazione o intelligenza artificiale fino almeno all’anno prossimo", racconta Tocchio. "Recentemente ci sono stati altri accordi di incrementi salariali negli Stati Uniti, presso aziende come Boeing e nel settore automobilistico, con previsioni di incrementi annuali tra il 6% e l’8%. Davvero notevole".
Venerdì scorso, senza l’assenso della Germania, il più grosso produttore di auto europeo, si è votato a favore della creazione di tariffe fino al 35% contro l’importazione di auto cinesi. "Se ci fosse l’approvazione finale della Von der Leyen, queste entrerebbero in vigore già dalla fine del mese. È opportuno spendere qualche parola su questo settore cruciale per il nostro Paese e per l’Europa, che ha perso ben il 25% a livello di indice settoriale da aprile, falcidiato da numerosi profit warning da parte di tutte le case produttrici europee a causa delle basse vendite in Cina, dell’aumento dei costi di produzione, dei colli di bottiglia negli approvvigionamenti e delle difficoltà nelle vendite dell’elettrico, che senza sussidi non va da nessuna parte. La Cina si era già attrezzata per uno scenario del genere e sta ora vendendo più nei Paesi emergenti che in Europa. Certo, i dazi europei avranno un effetto sulle loro esportazioni, ma rischiano di causare un effetto boomerang più per le vendite di auto europee in Cina che per la rappresaglia che potrebbe nascere su altre categorie importanti di esportazioni europee", riporta Head of European Equity and Thematics di Kairos Partners SGR.
"Partenza di mese e trimestre complicata per l’azionario europeo e statunitense per diversi motivi. Tra questi, la crisi geopolitica in Medio Oriente e il posizionamento nel settore energetico, che, nonostante il rimbalzo degli ultimi giorni, rimane estremamente basso. Questo ha costretto molti investitori a rivedere le proprie posizioni. Solo dieci giorni fa, si registravano le posizioni sui futures dell’olio più basse degli ultimi decenni, dopo una perdita del 16% nel terzo trimestre", spiega Tocchio.
L’Europa ha inoltre dovuto affrontare la debolezza del settore automobilistico e il timore di un incremento delle tasse in Francia e Italia. "Come menzionato nell’ultima analisi, è necessario diventare più selettivi, favorendo un allargamento della partecipazione. Ottobre potrebbe risultare più volatile del previsto, anche a causa delle elezioni americane, le più incerte di sempre", continua. "Da qui alla fine del mese ci sarà spazio per picchi di volatilità e rotazioni settoriali legate ai dati macroeconomici, ai tassi e ai numeri trimestrali, che inizieranno a intensificarsi già da questa settimana. Il cosiddetto 'pain trade', ovvero la direzione che risulta dannosa per gli investitori, rischia di essere anticonsensuale, premiando ciò che ha registrato performance negative dall'inizio dell’anno, con una spinta dai mercati emergenti che non sono mai stati così convenienti rispetto al mercato statunitense negli ultimi 25 anni".
"Tutto ciò avviene prima della probabile nuova spinta al rialzo dei mercati negli ultimi due mesi dell’anno, sostenuta dal ritorno di fattori tecnici, come quelli dei fondi comuni, che a novembre e dicembre mobilitano una parte significativa dei loro asset. Si prevede anche il ritorno dei piani di buyback e di importanti flussi di investitori. Infatti, la performance media dell’S&P 500 negli ultimi due mesi dell’anno è stata, negli ultimi 50 anni, la più positiva di qualsiasi altro periodo, segnando un netto +4%", conclude Tocchio.