Leonardo Maria Del Vecchio: "Così Lmdv Capital riporta lustro al Made in Italy. Nelle mie aziende? Le persone al centro"
L'intervista al presidente di Ray-Ban e Lmdv Capital
Leonardo Maria Del Vecchio
L'intervista di Affaritaliani.it a Leonardo Maria Del Vecchio
Qui a La Piazza di Ceglie Messapica, durante la kermesse di Affaritaliani.it, siamo con Leonardo Maria Del Vecchio. Intanto grazie per la sua presenza qui con noi. La prima domanda è: cosa fa LMDV Capital, di cui lei è Presidente? Quali sono le funzioni principali e quali sono le aree in cui vi state muovendo con maggiore interesse in questo momento?
LMDV Capital ha come obiettivo quello di riportare lustro al Made in Italy, specialmente nelle realtà meno affermate o emergenti, aiutando i giovani a esprimersi sul mercato con prodotti di qualità che possano essere esportati all’estero. Che si tratti di cinema o altro, il filo conduttore è potenziare queste realtà e fornire loro le risorse necessarie per affermarsi anche all’estero.
Suo padre è stato un imprenditore visionario, capace di rivoluzionare il mondo dell’ottica e non solo, trasformando un sistema di piccole botteghe in una straordinaria multinazionale, oggi leader indiscusso nel mercato di riferimento. Se dovesse dirmi qual è la lezione principale che suo padre le ha lasciato in eredità, quale sarebbe?
Mettere sempre le persone al centro.
Lei lo sta facendo. Siete un gruppo molto giovane; essere giovani in Italia è sempre stato visto con disdoro. Possiamo ribaltare questa situazione? Esiste una nuova cultura imprenditoriale tra i giovani?
Bisogna crearla, però sì! Da giovane lo vivo e l’ho vissuto sulla mia pelle. Sicuramente c’è questo limite in Italia, dove i giovani per essere considerati devono compiere 40 anni. Bisogna quindi ispirarsi di più all’America, dove anche dei teenager hanno creato aziende di successo, proseguendo una storia imprenditoriale che inizia ancora prima dell’università.
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A proposito dell’America, citando Spider-Man: "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità". Lei si sente investito di una grande responsabilità, dato il cognome che porta e l’impegno che sta mettendo nell’economia italiana?
Assolutamente sì! Onori e oneri!
Ha mai vissuto la sensazione di dover affrontare una sfida ulteriore per dimostrare di essere un erede degno di una dinastia come la sua?
Assolutamente sì. Parto sicuramente da una posizione privilegiata sotto alcuni aspetti, ma svantaggiata sotto altri, perché l’esempio che tutti tendono a fare è mio padre, e non è semplice.
Parlava dei brand sui quali vi state concentrando, e uno di questi è il Made in Italy. Recentemente c’è stata l’acquisizione di una quota di Leone Film Group e di Acqua Fiuggi. Ha parlato di brand che hanno un piccolo strato di polvere sopra. È questa la direzione in cui vi state muovendo? Sono queste le possibili operazioni future che intraprenderete?
Sì, anche se non è un prerequisito principale avere la "polvere". Leone è una società che va benissimo, con un management forte e una conduzione familiare molto competente, con tutto il know-how necessario per fare bene. Sicuramente, con il mio ingresso, sono stati molto contenti di poter ricevere risorse allineate al loro piano industriale, per tornare a Hollywood a testa alta.
Ha detto che non si calcolano prima i soldi che si vogliono investire, ma solo dopo aver valutato la bontà di un progetto. Qual è l’identikit ideale per un progetto di LMDV Capital?
In questo momento abbiamo intrapreso anche progetti che molti considererebbero rischiosi, e forse lo sono. Sono giovani non solo per le persone coinvolte, ma anche come prime esperienze lavorative. È la prima realtà in cui si propongono, e quindi vanno supportate e accudite nelle prime fasi, per poi, nel lungo termine, farle passare alla seconda fase di crescita.
Lei è presidente anche di Ray-Ban Worldwide. C’è stata una grande innovazione nel settore, anche con l’accordo fatto con Meta. Da questo punto di vista, state preparando altre novità per un settore che sta vivendo una grande fase di trasformazione?
Penso che lo abbiate visto anche durante l'assemblea generale tenutasi a Parigi, quindi sapete sicuramente dove stiamo puntando. È noto che per il nostro DNA l’innovazione è un pilastro fondamentale.
Per quanto riguarda la responsabilità sociale, in che modo un’impresa come la vostra cerca di restituire, anche in senso "americano", la fortuna e il successo che sta vivendo in questo momento?
Sicuramente, parlando di Luxottica, abbiamo una fondazione chiamata OneSight - Luxottica Foundation, che opera in tutto il mondo. Abbiamo l’obiettivo di distribuire 150 milioni di occhiali in 5 anni. Ora siamo al terzo anno, siamo in linea con il budget, e non si tratta della distribuzione di occhiali di seconda mano. Noi forniamo occhiali nuovi, con lenti di qualità, a persone che senza il nostro aiuto non riuscirebbero a ottenerli. Ricordo che la vista è forse il senso più importante, perché un bambino che non vede bene non riesce a imparare a scuola e, molte volte, può essere anche emarginato dalla società. L’occhio è un cancello per la vita.