Libero, l'evoluzione dell’informazione tra carta stampata e digitale
Senaldi (Libero): “Abbiamo differenziato l'offerta a seconda dei vari canali comunicativi, ma il nostro core business resta la carta stampata”
Libero, l’informazione è schietta e diretta: intervista al Condirettore Pietro Senaldi
Il nostro tempo è scandito dai mezzi digitali, e ciò coinvolge anche il panorama editoriale. I metodi di fruizione delle notizie sono cambiati, si sono evoluti, così come l’approccio dei lettori, sempre più attratti dalla “semplicità” offerta dai social media o dai podcast, che danno spazio a progetti editoriali esclusivamente pensati per la fruizione online. Una scelta che sposa totalmente l’evoluzione del tempo, sfiduciando talvolta i mezzi più classici, capaci di fornire approfondimenti, ma tuttavia meno rapidi ed interattivi. Nonostante ciò, non si ferma la lotta eterna tra informazione online e informazione su carta stampata. Due mondi differenti, ma che hanno necessità di collaborare e formarsi fianco a fianco per raggiungere un più variegato bacino di utenza. Un cambio di scenario inevitabile, che porta a una sfida comune per il mondo dell’informazione: trovare la propria unicità e mantenere la propria autorevolezza.
Affaritaliani.it ne ha discusso con Pietro Senaldi, Condirettore di Libero, quotidiano fondato ventitré anni fa da Vittorio Feltri. “Abbiamo un canale Instagram, e ormai da tempo il nostro sito Libero Quotidiano.it. Siamo su tutti i social e produciamo anche contenuti originali, prodotti giornalistici che non vanno solo su carta stampata. Abbiamo differenziato l'offerta a seconda dei vari canali comunicativi, ma il nostro core business resta la carta stampata perché noi siamo un giornale di opinione e quindi, malgrado tutto, la carta stampata resta, a livello di autorevolezza, la fonte informativa principale ed è quella che detta ancora l'agenda della politica, l’agenda di argomenti più importanti. Accanto a ciò, chiaramente, facciamo in modo che il nostro punto di vista arrivi a tutti e quindi utilizziamo anche i social. La nostra forza è l'analisi politica, e questa trova ancora il teatro principale nella carta stampata, capace di dare spazio a un minimo di approfondimento”, spiega Senaldi.
Se la capacità di Internet è quella di permettere il raggiungimento di un grande bacino di utenza, favorendo la diffusione delle notizie, allo stesso tempo non mette al riparo dalla ugualmente diffusa disinformazione e dalle fake news. Le cosiddette “bufale”, create appositamente per manipolare la verità dei fatti, o screditare un personaggio pubblico, trovano infatti il proprio ampio spazio di diffusione online e riuscire a sradicarle non è un processo semplice.
“Il giornalismo deve essere in grado di guidare il dibattito pubblico quindi, secondo me, deve influenzare l'opinione pubblica, non farsene influenzare o raccoglierle gli umori. Deve rappresentare l'opinione pubblica e influenzarla che è cosa diversa da essere cassa di risonanza dei ‘leoni da tastiera’, o seguire il flusso”, commenta ancora Pietro Senaldi, che prosegue: “Libero secondo me è diventato negli anni una proposta culturale di un pensiero indipendente, di area centro-destra, e poi essendo cresciuto ed essendosi strutturato è anche una fonte di informazione originale perché ha molti ‘tentacoli’ da cui attingere”.
“Ora, quando una fake news diviene così importante da imporsi nel dibattito nazionale allora tu puoi smontarla, ma molto spesso, almeno per quanto riguarda il nostro lavoro, le fake news provengono dalla politica e per sostenere un’idea o un'altra idea, prendono i dati modellandoli a piacimento e spesso si dimenticano di quello che hanno detto tre anni prima. A quel punto è possibile rimettere ordine nella notizia”.
Essere presenti online, significa inoltre esporsi ai più svariati giudizi e, nelle vesti di giornalisti e rappresentanti di una testata, questo comporta avere una responsabilità in più su ciò che si sceglie di diffondere o su cui si sceglie di esporsi, incontrando per propria natura opinioni sia a favore che in contrasto con le proprie. Senaldi spiega che da una parte si ha il compito di dare e diffondere una notizia, dall’altra, nel momento in cui si decide di esprimere una propria opinione, occorre non farsi condizionare dal parere degli utenti, perché inevitabilmente “non si può né piacere a tutti, né mettere tutti d’accordo”. Ciò che davvero conta e che può essere capace di fare la differenza è che “devi avere la tua opinione, devi cercare di motivarla, che sia sensata e cercare di comunicarla bene. La questione è che se tu dici cose intelligenti, l'utente intelligente ti segue sia che sia d'accordo sia che non lo sia”.
Nel caso specifico del giornale Libero, quest’ultimo è comunemente associato a una linea editoriale aggressiva, capace di suscitare sgomento da parte dei lettori: “La chiamerei schiettezza. Magari ogni tanto siamo un po' ruvidi, ma siamo diretti”, commenta il Condirettore Pietro Senaldi che ci offre un’ultima riflessione sul futuro del giornalismo e su quello di Libero: “Secondo me, le regole fondamentali del giornalismo non sono cambiate più di tanto, sono cambiati gli strumenti di comunicazione, però giornalismo ha due missioni fondamentalmente: quella di informare e magari dare un'informazione critica, ovvero mettere in condizioni chi non fa il nostro lavoro, di avere gli strumenti utili per capire quello che succede in Italia e nel mondo”. Infine, conclude, “Libero è stato fondato da Feltri e io mi ricordo il suo editoriale all'inizio, che diceva ‘Eccoci qui, cercheremo di fare un bel giornale’. Questo rimane il nostro scopo”.