Pirelli, nel trimestre l'utile netto sale a 109 mln, in crescita del 160%

I ricavi aumentano del 22,1% a 1,521 miliardi di euro, mentre il risultato operativo adjusted sale del 35,4% a 228,5 mln

Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato Pirelli 
Corporate - Il giornale delle imprese
Condividi su:

Pirelli, Provera (Ceo): "Per il 2022 lo scenario rimane positivo". Nel trimestre il fatturato sale a 1,5 miliardi 

I risultati di Pirelli del primo trimestre "sono in deciso rialzo, tra i migliori del suo settore": così ha commentato il ceo Marco Tronchetti Provera, presentando agli analisti i conti inquadrandoli in uno scenario macro dove "la volatilità è stata acuita dalle tensioni geopolitiche e dal ritorno del Covid in Cina".

Lo scenario per il 2022 "rimane positivo ma caratterizzato da un rallentamento della crescita economica" globale. Ci sono "più caute attese sulla domanda ma l'high value conferma la sua resilienza e Pirelli ha prontamente reagito attivando tutte le leve a disposizione e stiamo implementando ulteriori azioni".

Il gruppo Pirelli chiude infatti il primo trimestre del 2022 con un utile netto di 109 milioni di euro, in crescita del 160% rispetto ai 42,2 milioni dello stesso periodo del 2021. Tra gli altri risultati, i ricavi aumentano del 22,1% a 1,521 miliardi di euro, mentre il risultato operativo adjusted sale del 35,4% a 228,5 milioni. La posizione finanziaria netta è negativa per 3,580 miliardi, contro i -2,907 miliardi a fine dicembre e i -3,911 miliardi del marzo 2021.

Il cda ha cooptato Yang Shihao quale nuovo consigliere in sostituzione di Yang Xingqiang. Per quanto riguarda il 2022 il gruppo rivede le stime, aumentando quelle per i ricavi ma diminuendo la previsione per l'Ebit margin adjusted.

In uno scenario in cui "le tensioni geopolitiche e il calo della domanda in Cina per le misure di lockdown frenano le prospettive di crescita economica globale", Pirelli si attende ricavi compresi tra 5,9 e 6 miliardi di euro (5,6-5,7 miliardi la precedente stima), con volumi totali in crescita tra +0,5% e +1,5% (+1,5% e +2,5% la precedente indicazione). I volumi High Value sono attesi in aumento tra il 5,5% e il 6% (6-7% in precedenza).

L'Ebit margin adjusted atteso è pari al 15% (tra 16% e 16,5% la precedente indicazione che risaliva a febbraio), con crescita dell'inflazione e dei costi delle materie prime più che compensati dal price/mix e dalle efficienze.

"Sono in corso di definizione, afferma una nota, ulteriori azioni per migliorare tale target di profittabilità che riflette prudenzialmente l'impatto della crisi Russa-Ucraina e il calo della domanda in Cina per effetto delle nuove misure di lockdown, in parte compensato dalla migliore performance attesa in Nord e Sud America".

Inoltre, la generazione di cassa netta ante dividendi è attesa a 450 milioni circa (tra 450 e 480 milioni in precedenza) in linea con il minimo del range indicato a febbraio. Gli investimenti sono confermati pari a circa 390 milioni di euro (6,5% dei ricavi).

Pirelli limita progressivamente le attività Russia, che rappresentava il 3% del fatturato 

Nel frattempo, il gruppo Pirelli ha sospeso gli investimenti nelle proprie fabbriche in Russia con eccezione di quelli destinati alla sicurezza e sta progressivamente limitando la propria attività. La Russia nel 2021 rappresentava il 3% del fatturato, incidenza invariata anche nel primo trimestre 2022, circa l'11% della capacità car di gruppo, principalmente standard e per circa la metà dedicata all'export. 

Pirelli, afferma la nota, "ha attivato una serie di iniziative per mitigare gli effetti del conflitto nell'ambito del contingency plan preannunciato a febbraio. Nel rispetto delle sanzioni internazionali imposte dall'Ue che prevedono il divieto di import di prodotti finiti russi in Ue e il divieto di esportazione di alcune materie prime in Russia a partire dal secondo semestre, Pirelli ha orientato la produzione al mercato domestico; identificato fonti alternative sui flussi import/export, con la progressiva attivazione delle forniture di prodotti finiti dalla Turchia e dalla Romania in sostituzione dell'export russo verso i mercati europei e il ricorso a fornitori di materie prime prevalentemente locali in sostituzione dei fornitori europei; diversificato i fornitori di servizi logistici al fine di assicurare la continuita' delle forniture di prodotti finiti e di materie prime; garantito il supporto finanziario attraverso banche locali".