Salute oculare e nuove patologie: come viviamo condiziona come vediamo
La vista è uno dei sensi più stimolati dallo stile di vita moderno, fatto di schermi e luci continue: quali sono i rischi? Risponde il Dott. Federico Badalà
Come l'evoluzione digitale influenza la salute degli occhi e le patologie oculari più diffuse
Negli ultimi decenni, il nostro stile di vita è cambiato radicalmente, influenzato dalla tecnologia, dall'uso sempre più intenso di dispositivi digitali e dalla crescente urbanizzazione. Questa evoluzione riguarda principalmente i nostri comportamenti sociali e lavorativi, ma incide anche sulla nostra salute. Se è evidente che una vita più sedentaria e maggiore inquinamento possono contribuire alla maggiore incidenza di problemi cardiovascolari e respiratori, non tutti pensano alla salute oculare. I nostri occhi si stanno abituando a un modo di vivere nuovo, che li mette fortemente sotto stress.
Quali sono e come affrontare le patologie legate all’uso massiccio di schermi e ad altre abitudini moderne? Ce ne parla il dott. Federico Badalà, con la sua esperienza trentennale a livello internazionale nella chirurgia e nella cura degli occhi, oggi direttore sanitario della clinica Micro Chirurgia Oculare, con sedi a Milano e Catania.
Occhi e schermi, i disturbi del lavoro di oggi
Il terziario è, oggi, il settore in cui sono impiegate la maggior parte delle persone in età lavorativa: lo confermano dati di Confcommercio, dall’ultimo Osservatorio Terziario e Lavoro, secondo cui tra il 2019 e il 2023 si sono registrati 2,6 milioni di lavoratori in più in Italia, di cui il quasi il 78% appartiene al terziario di mercato, pari a 2 milioni. Dipendenti, imprenditori o liberi professionisti, coloro che si occupano di servizi oggi lavorano costantemente a contatto con la tecnologia, in ambienti chiusi. Cosa comporta questo per la vista?
Cheratocono e lavoro al computer
“Il cheratocono è una malattia degenerativa della cornea che sembra colpire in modo particolare chi lavora al computer. L'abitudine a strofinare gli occhi per alleviare il fastidio causato dalla secchezza o dall’affaticamento può peggiorare la condizione, rendendo la cornea sempre più sottile e fragile” spiega Badalà. Secondo alcuni studi recenti, l'incidenza del cheratocono è in aumento proprio tra i lavoratori degli uffici e chi usa costantemente dispositivi digitali, come gli sviluppatori.
Secchezza oculare e aria condizionata
L'ambiente di lavoro moderno, spesso controllato da sistemi di aria condizionata, contribuisce ulteriormente al peggioramento della salute oculare. L’aria condizionata secca l'ambiente e, di conseguenza, i nostri tessuti, occhi compresi: riduce il film lacrimale che protegge l’occhio e aumenta, così, la possibilità di irritazione e fotosensibilità. Occhi secchi e irritati possono portare a una maggiore difficoltà nel sopportare la luce emessa dagli schermi, aggravando ulteriormente i sintomi di affaticamento visivo.
Luci blu, schermi e affaticamento visivo
Oltre alla secchezza, l’esposizione alla luce blu degli schermi è stata associata all’affaticamento oculare. Anche se molti dispositivi moderni sono dotati di filtri che regolano la luce blu, chi soffre di particolare fotosensibilità dovrebbe considerare una visita oculistica, per evitare che il problema diventi cronico o evolva in patologie più gravi.
Non solo, la luce blu è anche responsabile di problemi del sonno e l’insonnia, si sa, ha conseguenze negative anche sulla vista, in un vero circolo vizioso.
“Un piccolo accorgimento che può alleviare lo stress visivo è l'uso di uno sfondo nero con testo bianco su smartphone e tablet. Questa configurazione riduce la luminosità percepita e affatica meno gli occhi, contribuendo a un minor dispendio energetico da parte dei muscoli oculari. Inoltre, è utile cercare di aumentare la grandezza dei caratteri, se possibile, e non sforzarsi di leggere sullo smartphone scritte troppo minute” consiglia il dottore.
Come cambia il modo di vedere con l'evoluzione della società
Queste problematiche sono ormai, sostanzialmente, endemiche e diffuse in tutto il mondo, anche in luoghi dove la tecnologia è arrivata da poco, sovvertendo i ritmi e i modi di vita tradizionali e importando comportamenti che, se da un lato indicano progresso, dall’altro portano anche a conseguenza negative per la salute.
Ad esempio, la miopia è diventata una condizione diffusa in Paesi come la Cina e l'India. Questo aumento è spesso collegato alla riduzione del tempo trascorso all'aperto e all'uso massiccio di dispositivi digitali da parte dei giovani. La miopia, infatti, è correlata alla mancanza di esposizione alla luce naturale e all'abitudine di focalizzarsi su oggetti vicini per lunghi periodi di tempo, come avviene quando si utilizza lo smartphone o si studia al PC.
Un fenomeno analogo si osserva a Dubai, dove il cheratocono sta diventando una patologia sempre più diffusa. Qui la responsabilità va a una combinazione di aria condizionata troppo alta e troppo diffusa, insieme alle polveri presenti nell'aria e alla tendenza a sfregare gli occhi, spesso inconsapevolmente, come reazione ai fattori irritanti appena elencati.
Oltre ad adottare comportamenti consapevoli e sani per prevenire disturbi oculari, è fondamentale, quindi, effettuare visite regolari dal proprio oculista di fiducia.
“La consulenza di un professionista esperto garantisce non solo la diagnosi tempestiva di eventuali problematiche, ma anche l'accesso a trattamenti all'avanguardia per la cura degli occhi: oggi con la chirurgia si possono effettuare operazioni mini-invasive che risolvono la maggior parte delle problematiche in modo efficace e duratura, spiega il dott. Badalà, Affidarsi a mani esperte è il primo passo per preservare la nostra salute oculare in un mondo sempre più digitalizzato”.