Saras, risultati 2021: EBITDA positivo per 54,1 milioni di euro
Moratti (Saras): "Vogliamo continuare con responsabilità ad essere innovativi, sostenibili e un punto di riferimento tra i fornitori di energia"
Saras, esposti i risultati economici e finanziari del 2021
Il Consiglio di Amministrazione di Saras si è riunito oggi e ha approvato il Bilancio Consolidato di Gruppo, il progetto di Bilancio Separato di Saras SpA al 31 dicembre 2021 e il Bilancio di Sostenibilità. È stato approvato inoltre il Piano Industriale del Gruppo per il periodo 2022-2024.
EBITDA comparable di Gruppo positivo per 54,1 milioni di Euro (negativo per 20,8 milioni di Euro nel 2020) e risultato netto comparable negativo per 136,0 milioni di Euro (negativo per 197 milioni di Euro nel 2020), a fronte della ripresa registrata nei margini di raffinazione a partire dal secondo semestre, in parte controbilanciati dall’impatto dell’aumento dei costi energetici e grazie alle misure del piano di efficientamento dei costi adottato dal Gruppo alla fine del 2020.
L’attuale crisi russo-ucraina ha creato una forte volatilità dei prezzi delle commodities petrolifere ed energetiche, in particolare in Europa. In varie sedi è emersa la necessità di garantirsi la diversificazione delle fonti di approvvigionamento petrolifere ed energetiche. In tale contesto, è sempre più centrale il ruolo strategico di Saras grazie al suo posizionamento al centro del Mediterraneo nel garantire la sicurezza delle forniture petrolifere nonché la produzione di energia elettrica essenziale al territorio della Sardegna, grazie alla propria continuità operativa.
Si evidenzia che i fondamentali di mercato precedenti alla crisi proiettavano uno scenario positivo, con margini di raffinazione dei principali prodotti in ulteriore miglioramento nel 2022 rispetto al quarto trimestre 2021, e consolidati a livelli pre-Covid nel periodo 2023-24, grazie a livelli di domanda sostenuta, a un graduale ribilanciamento delle quotazioni del brent e in parte anche dei costi dell’energia elettrica. Ciò avrebbe consentito di prevedere per il Gruppo Saras un livello di redditività crescente a livelli pre-Covid, con un progressivo rientro dell’indebitamento nel periodo 2022-2024.
A margine del Consiglio il Presidente, Dott. Massimo Moratti, ha commentato: “Nel 2021 abbiamo conseguito risultati economico finanziari in miglioramento rispetto al 2020, nonostante la robusta ripresa dei margini di raffinazione si sia registrata solo nel secondo semestre. A fare da contraltare negativo al positivo scenario petrolifero in costante miglioramento è subentrata la tanto inattesa, quanto violenta, impennata dei costi legati all’energia elettrica e alla CO2. In questo contesto di crescente complessità gestionale, sono proseguite le attività di razionalizzazione dei costi industriali e di contenimento degli investimenti adottate dal Gruppo alla fine del 2020. I ritmi sostenuti di crescita della domanda petrolifera registrati negli ultimi trimestri ci hanno consentito di elaborare un piano di breve e medio termine basato su fondamentali di mercato molto positivi, che prevedono un ritorno della redditività di Gruppo importante nel 2023, anche grazie al ruolo essenziale che la nostra centrale termoelettrica di Sarroch riveste in Sardegna. Queste prospettive sono state stravolte dalla crisi ucraina, in primo luogo per l’esplosione dei prezzi del gas, a cui sono legati quelli dell’energia elettrica, con un forte impatto negativo su tutte le filiere industriali energivore come la nostra. In secondo luogo si è venuta a creare una forte turbolenza sui mercati petroliferi sia del grezzo sia dei prodotti perché, sebbene il settore non sia per ora soggetto a sanzioni, vi è sul il mercato una diffusa riluttanza da parte di molti Paesi occidentali a far ricorso ad esportazioni russe. Noi stessi per il momento abbiamo scelto, con sacrifici importanti, di non rivolgerci più a tale mercato. Saras in generale, per motivi tecnico-economici, ha sempre usato poco grezzo russo; tuttavia, la contemporanea scomparsa dal mercato di questa qualità di crudi, unita all’embargo di fatto sull’Iran e al recente blocco delle esportazioni dal nord dell’Iraq e, non ultimo, il probabile blocco e rallentamento generale delle esportazioni dal Mar Nero, sta creando una mancanza molto forte di petrolio grezzo ma anche di prodotti finiti. Contemporaneamente però questa situazione sta aumentando molto la domanda di prodotti petroliferi, con positivi risvolti sul settore della raffinazione, effetti che riteniamo possano rimanere anche dopo la risoluzione, sperabilmente al più presto, della crisi. È evidente inoltre che, nella sua gravità, l’emergenza che stiamo attraversando torna a evidenziare ancora una volta - dopo le spinte inflazionistiche dei mercati energetici iniziate nella seconda parte dello scorso anno – l’importanza e il ruolo centrale che le fonti e i carburanti tradizionali hanno nel garantire la sostenibilità di un percorso ordinato, razionale ed economicamente sostenibile di transizione energetica verso le fonti rinnovabili, settore in cui siamo fortemente impegnati. A questo proposito, sono lieto di poter annunciare che, dopo le acquisizioni del 2021, procede il nostro piano di ampliamento con il completamento dell’iter autorizzativo per un nuovo parco fotovoltaico da 80MW nel sud della Sardegna. Oltre alle rinnovabili, stiamo procedendo nei progetti dedicati al green hydrogen, nello studio della carbon capture, così come continuiamo a monitorare attentamente le opportunità del mercato per un’immediata espansione della nostra capacità di bioraffinazione. È con queste prerogative che vogliamo continuare con responsabilità ad essere innovativi, sostenibili e un punto di riferimento tra i fornitori di energia”.