Banca Ifis, presentato il nuovo headquarters milanese

La rubrica di affaritaliani.it che racconta il mondo dell'economia attraverso le immagini

Banca Ifis,
Scatti d'affari
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Gli scatti d'Affari

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Banca Ifis, la nuova sede milanese sorge da uno storico edificio anni ’50 riqualificato con un green wall da 260 mq

Banca Ifis ha presentato la sua sede milanese di via Borghetto 5, svelando l’importante opera di restyling in chiave green dell’edificio degli anni Cinquanta di proprietà della Banca: la struttura ospita 340 postazioni di lavoro, tecnologicamente gestite via App per la prenotazione del posto, spazi ricreativi e formativi oltre a quattro grandi ‘polmoni’ verdi. Quello che più caratterizza l’immobile e lo rende unico è un green wall di 260 metri quadrati, uno dei più grandi di Milano, che si affaccia su viale Luigi Majno. Uno di questi ultimi si compone di 30 diverse specie di piante locali e utilizza l'idrocoltura goccia a goccia per il massimo risparmio idrico. Un perfetto connubio tra sostenibilità, innovazione e richiami storici, declinati attraverso figure architettoniche tipiche di Venezia, come gli archi ripetuti e sovrapposti delle Procuratie Vecchie di Piazza San Marco. Il progetto di intera riqualificazione dell’edificio, firmato da One Works, in collaborazione con RBS Design GroupDEERNS e Paisà, è stato studiato per creare uffici funzionali al lavoro flessibile ma anche zone aggregative per i momenti di socialità.

Gli obiettivi di risparmio energetico ed eco-sostenibilità, alla base del progetto, hanno consentito all’edificio di ottenere la certificazione LEED Silver International grazie all’adeguamento ai migliori standard internazionali anche a livello di illuminazione, condizionamento e impiantistica. L’energia deriva al 100% da fonti rinnovabili e per gli arredi sono stati scelti materiali e mobili provenienti da filiere corte e da aziende locali. La sede di via Borghetto ospita inoltre alcune opere del patrimonio artistico della Banca, e in particolare quelle di artisti contemporanei come il milanese Mario Arlati, lo scultore spagnolo di fama internazionale Manolo Valdes e l’uruguaiano Pablo Atchugarry.

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