‘Sfumature’, la campagna di Philip Morris Italia per aprire un dibattito sul problema del fumo

Il fenomeno persiste in Italia: un’indagine di Eurispes, condotta anche grazie al contributo di Philip Morris Italia e inclusa nel Rapporto Italia, evidenzia che il 68,6% degli intervistati non ha mai provato a smettere di fumare

di Elisabetta Marciano
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La campagna intende promuovere un confronto aperto sul fumo e sulle soluzioni alternative per contrastare il fenomeno

Il problema del fumo continua a essere una questione rilevante in Europa e in Italia, dove una percentuale significativa della popolazione  continua a fumare sigarette. La soluzione migliore rimane quella di smettere di fumare e di utilizzare del tutto prodotti contenenti tabacco o nicotina. Tuttavia, la realtà dimostra che molti fumatori non vogliono smettere di fumare. È proprio partendo da questa complessa situazione che Philip Morris Italia ha avviato la campagna Sfumature, con l’obiettivo di promuovere un dibattito aperto e informato su come affrontare e, dove possibile, risolvere la questione del fumo. La campagna si propone di esplorare soluzioni alternative e si apre con una domanda fondamentale: “Possiamo parlarne?

Molti Paesi europei, appartenenti alla Regione Europea delle Nazioni Unite, hanno fissato l’obiettivo di ridurre la prevalenza del fumo al di sotto del 5%. Tuttavia, i dati dell’ultima indagine Eurobarometro, che esplora le opinioni degli europei sul tabacco, e i risultati presentati dall’Istituto Superiore di Sanità al Convegno nazionale Tabagismo e Servizio Sanitario Nazionale, indicano che, sia in Europa che in Italia, il raggiungimento di questo obiettivo è ancora lontano.

In Europa, Paesi come Bulgaria, Grecia e Croazia registrano percentuali di fumatori che superano il 30% (37%, 36% e 35% rispettivamente). In Italia, la prevalenza del fumo si attesta al 24%, in linea con la media europea. Se è vero che negli ultimi 15 anni la percentuale di fumatori nel nostro Paese è scesa dal 30% al 24%, il ritmo di riduzione è comunque lento. Si stima, infatti, che mantenendo questa stessa progressione, potrebbero essere necessari circa cinquantanni per avvicinarsi alla soglia del 5%.

Uno dei principali ostacoli al raggiungimento di tale obiettivo è il numero di fumatori che scelgono di non smettere. Un’indagine di Eurispes, condotta anche grazie al contributo di Philip Morris Italia e inclusa nel Rapporto Italia, evidenzia che il 68,6% degli intervistati non ha mai provato a smettere di fumare, mentre solo il 31,4% dichiara di aver tentato. Tra questi, solo il 12,2% intende smettere entro sei mesi, mentre il 15,5% afferma di non voler assolutamente smettere. Le altre risposte appaiono più possibiliste ma non lasciano immaginare una concreta cessazione in un prossimo futuro.

L’Italia ha adottato diverse misure per contrastare il fumo. Per chi non ha ancora iniziato a fumare, le campagne di sensibilizzazione e prevenzione sono strumenti cruciali, mentre per i fumatori esistono i Centri Antifumo, che offrono supporto psicologico e terapie farmacologiche per aiutare nella cessazione. Anche questi Centri sono stati oggetto di una recente indagine Eurispes, anche questa inclusa nel Rapporto Italia. Dei 65 Centri Antifumo analizzati, la maggior parte, ovvero il 64%, segue meno di 50 pazienti e solo 2 centri riportano un’efficacia dei trattamenti tra l’80% e il 100%. Al contrario, in 22 Centri si registra un tasso di recidiva tra il 20% e il 40%. Questi risultati, insieme alla lenta riduzione del numero di fumatori, suggeriscono la necessità di esplorare nuove strade oltre a prevenzione e cessazione.

Ci sono esempi di Paesi oltre i confini italiani che hanno raggiunto risultati significativi in termini di riduzione del numero dei fumatori. Nel Regno Unito, dove il governo ha apertamente promosso l’uso delle sigarette elettroniche come opzione alternativa per i fumatori che non smettono, includendole nelle politiche di riduzione del rischio, si sono visti risultati importanti in termini di riduzione del numero di fumatori: nel 2023 il Regno Unito ha registrato il minimo storico di fumatori, pari all’11,9%.

Nonostante la soluzione migliore rimanga sempre non iniziare a fumare o smettere del tutto, la complessità della situazione invita a considerare soluzioni alternative per integrare le strategie esistenti. È in questo contesto che emerge il principio di riduzione del rischio, applicato con successo in altri ambiti. Il principio di riduzione del rischio consiste in un insieme di strategie mirate a ridurre le conseguenze negative associate a comportamenti rischiosi, quando questi non risultano eliminabili. Piuttosto che stigmatizzare o punire i fumatori, il principio di riduzione del rischio cerca soluzioni pragmatiche per aiutare a ridurre i rischi causati dal fumo attraverso l’utilizzo della tecnologia, in particolare per coloro che non possono passare immediatamente dal rischio elevato rappresentato dalle sigarette tradizionali al rischio zero della cessazione

In Svezia, dove i prodotti come lo snus e le nicotine pouches sono largamente diffusi (sebbene lo snus, diversamente dalle nicotine pouches, sia vietato in tutti gli altri Paesi UE), nel corso degli anni il numero dei fumatori è calato costantemente, passando dal 16% registrato nel 2004 al 4.6% del 2024, come riportato dall’Istituto Nazionale Svedese di Salute Pubblica. Un risultato che ha consentito alla Svezia di centrare l’ambizioso obiettivo di ridurre la prevalenza di fumatori al di sotto del 5%, risultato rincorso da numerose nazioni europee. 

In Italia, sono disponibili prodotti alternativi senza combustione per fumatori adulti che non intendono smettere, ma la principale fonte d’informazione su questi prodotti rimane il passaparola. Secondo l’indagine “Gli Italiani e il fumo” condotta dal CENSIS, in collaborazione con Philip Morris Italia il canale principale attraverso cui i fumatori vengono a conoscenza di tali prodotti non è una fonte ufficiale, bensì il passaparola tra amici, parenti e conoscenti. In assenza di dati ufficiali e fonti autorevoli, i fumatori si affidano a canali informali, con il rischio di diffondere informazioni errate.

Nonostante una maggiore consapevolezza sui danni del fumo e una lenta ma continua riduzione del numero di fumatori, emerge chiaramente la necessità di un dibattito informato, che prenda in considerazione tutte le soluzioni alternative disponibili insieme a prevenzione e cessazione. La campagna Sfumature di Philip Morris Italia nasce con l’intento di stimolare un dialogo aperto e senza pregiudizi sul tema, che possa contemplare il principio di riduzione del rischio come terza possibile via, al fianco di prevenzione e cessazione, affrontando il problema del fumo in tutte le sue “sfumature”. Attraverso il sito Sfumature Italia e le pagine social su Facebook e X, la Campagna invita tutti a partecipare attivamente al dibattito, per esplorare insieme le possibili soluzioni a uno dei più complessi problemi di salute pubblica del nostro tempo.

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