Snam presenta il suo primo Transition Plan: una roadmap concreta verso il Net Zero al 2050

Venier (Snam): "l primo Transition Plan di Snam fornisce un set completo di iniziative, metriche e KPI per supportare una transizione credibile verso il Net Zero al 2050"

di Elisabetta Marciano
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Snam lancia il suo primo Transition Plan: roadmap verso la neutralità carbonica entro il 2050 con investimenti pari a 26 miliardi di euro

Snam, leader nelle infrastrutture energetiche, ha presentato oggi, presso STEP FuturAbility District, il suo primo Transition Plan, una strategia chiara e credibile verso il raggiungimento del Net Zero entro il 2050. Approvato dal Consiglio di Amministrazione, il piano rappresenta un impegno significativo per la decarbonizzazione del sistema energetico italiano, delineando una serie di obiettivi ambiziosi e azioni concrete per contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Presentato dalla Presidente Monica de Virgiliis e dall'Amministratore Delegato Stefano Venier, il Transition Plan di Snam mira a ridurre progressivamente le emissioni di carbonio e a promuovere la biodiversità, sostenendo la transizione energetica attraverso investimenti strategici. Il piano si pone obiettivi importanti, tra cui il Net Positive Impact sulla natura entro il 2027, la neutralità carbonica entro il 2040 e l'allineamento del 52% degli investimenti alla tassonomia UE entro il 2032.

Il primo Transition Plan di Snam fornisce un set completo di iniziative, metriche e KPI per supportare una transizione credibile verso il Net Zero al 2050. Questo è il momento giusto per agire con una roadmap di sostenibilità solida e attendibile, che non solo mira a ridurre le emissioni, ma che si impegna anche a generare un impatto positivo sulla biodiversità", ha dichiarato Stefano Venier, AD di Snam.

Il documento sarà costantemente aggiornato in base all'evoluzione del sistema energetico e all'innovazione tecnologica, con l'obiettivo di adeguare le strategie aziendali ai progressi della transizione ecologica. Snam conferma il proprio impegno per la sostenibilità, con particolare attenzione alla governance e alla trasparenza nel monitoraggio degli obiettivi.

Uno dei pilastri del Transition Plan riguarda la riduzione delle emissioni di CO2. Snam ha già registrato un calo del 10% delle emissioni rispetto al 2022 e si impegna a ridurre ulteriormente le emissioni di carbonio del 20% entro il 2024. A lungo termine, il piano prevede riduzioni progressivamente più ambiziose: -25% entro il 2027, -40% entro il 2030 e -50% entro il 2032, fino a raggiungere la neutralità carbonica nel 2040. Inoltre, la riduzione delle emissioni di metano, una priorità chiave per Snam, ha già raggiunto il -57,5% rispetto al 2015, con target fissati al -64,5% entro il 2027 e al -72% entro il 2032.

Oltre alla riduzione delle emissioni, Snam ha annunciato un impegno per la protezione della biodiversità. L'obiettivo è raggiungere la Zero Net Conversion entro quest'anno e ottenere un Net Positive Impact sulla natura entro il 2027, attraverso il ripristino della vegetazione e il miglioramento del paesaggio. La gestione del territorio, dell'acqua e dei rifiuti è parte integrante di questo impegno, in linea con politiche definite per una gestione sostenibile delle risorse naturali.

Un elemento centrale del Transition Plan è la finanza sostenibile. Snam prevede che l'85% del proprio finanziamento sarà allineato a criteri di sostenibilità entro il 2027, rispetto all'80% attuale. La quota di strumenti sustainability-linked è in crescita e collega direttamente i KPI ambientali con gli obiettivi di decarbonizzazione, incentivando l’azienda a mantenere alte le proprie performance in termini di sostenibilità. Snam investirà 26 miliardi di euro entro il 2032 per supportare la transizione energetica, con 11,5 miliardi di euro già allocati tra il 2023 e il 2027. Questi investimenti saranno destinati al mantenimento dell'affidabilità degli asset e alla riduzione della loro impronta di carbonio, nonché allo sviluppo di nuove infrastrutture per tecnologie emergenti, come il biometano e l'idrogeno.

Il Transition Plan sottolinea la resilienza degli asset di Snam, essenziali per la transizione energetica. Solo l'1% dei gasdotti presenta un rischio di sottoutilizzo fino al 2040, evidenziando la solidità della rete infrastrutturale anche oltre il 2050. La posizione strategica dell'Italia, al crocevia dei flussi energetici europei, e la capacità di adattare le infrastrutture esistenti rendono Snam un player cruciale nella transizione del sistema energetico europeo.

L'intervista a Stefano Venier, AD di Snam

 

Stefano Venier, AD di Snam, a margine della presenrtazione del Transition Plan, ai microfoni di affaritaliani.it ha dichiarato: "Stiamo utilizzando tutti gli strumenti attualmente disponibili sul mercato, e ciò ci ha permesso di far crescere la quota di finanza sostenibile dal 40% all'80% in questi ultimi anni. Il nostro obiettivo è raggiungere l'85% entro il 2027. Più del 50% dei parametri a cui questi strumenti finanziari sono legati riguarda le emissioni di CO2, il che rappresenta un segnale molto significativo".

"Abbiamo fissato obiettivi chiari e ambiziosi per la riduzione delle emissioni, in particolare quelle di scope 1 e 2, che riguardano direttamente Snam. Prevediamo di ridurre queste emissioni del 40% entro il 2030, raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040 e il Net Zero entro il 2050. Inoltre, siamo impegnati a ridurre del 30% entro il 2023 le emissioni lungo la nostra catena di fornitura e all'interno della nostra rete di imprese sociali. A questo si aggiunge il nostro impegno verso la biodiversità, già neutrale quest’anno, con l’obiettivo di avere un impatto positivo entro il 2027", ha aggiunto Venier.

L'AD ha concluso: "Le innovazioni tecnologiche saranno essenziali: molte delle soluzioni che abbiamo oggi rappresentano solo una parte di quelle che avremo nel 2050. Siamo in attesa e stiamo sviluppando nuove tecnologie che ci consentiranno di fare un salto di qualità. Per noi è cruciale investire in soluzioni come lo stoccaggio a lunga durata, che completa quello biochimico, e in tecnologie per la gestione e lo stoccaggio dell’idrogeno".

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