Tasse universitarie: oltre a Torino, 17 Atenei fanno pagare più del dovuto

Tra gli Atenei che chiedono somme troppo alte ai propri iscritti, secondo Simone Agutoli (UdU), ci sarebbero il Politecnico di Milano e l’Università di Bologna

di Redazione Corporate
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Tasse troppo alte all’Università: non solo Torino, sarebbero 18 gli Atenei che fanno pagare più del dovuto

L’Università di Torino è stata condannata a risarcire gli studenti per avergli fatto pagare tasse troppo altre, ma - secondo QuiFinanza - non sarebbe la sola. Una sentenza del Consiglio di Stato ha ordinato il rimborso di 39 milioni di euro agli studenti iscritti, evidenziando una pratica diffusa all'interno del sistema accademico italiano di richiedere contributi che superano i limiti di legge. Secondo le associazioni degli studenti, citate da l'Espresso, ben 18 università sarebbero coinvolte in tale irregolarità.

La sentenza del Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione del Tar del Piemonte, condannando l'Università di Torino e accogliendo il ricorso dell'Unione degli Universitari (Udu), una delle principali associazioni studentesche del Paese. L'istituto aveva richiesto ai propri iscritti 95 milioni di euro di tasse nel 2018, violando una legge del 1997 che limita i contributi degli studenti al 20% del Fondo di Finanziamento ordinario dello Stato destinato all'università.

"Quest’azione legale", aveva spiegato Pasquale Scordo, coordinatore di Torino dell’Udu, "non ha come intento quello di danneggiare il nostro ateneo bensì di garantire la tutela del diritto, motivo per cui chiediamo al rettore Geuna di abbassare le tasse, riportare l’attenzione accademica nella legalità e procedere immediatamente i rimborsi a favore degli studenti non solo per il 2018".

Stando all’indagine realizzata dall’Unione degli universitari, sarebbero però diversi gli Atenei a fare pagare più tasse del dovuto: "Torino non è l’unico ateneo ad essere fuorilegge", ha aggiunto Scordo interpellato dal settimanale l’Espresso, "Secondo i dati preliminari dei bilanci preventivi del 2023, su 59, sono 18 quelli che hanno superato i limiti stabiliti dalla norma del 1997. Dieci anni fa erano circa la metà del totale, oggi sono un terzo".

Tra le Università che chiedono somme troppo alte ai propri iscritti, secondo Simone Agutoli dell’UdU nazionale, ci sarebbero il Politecnico di Milano e l’Università di Bologna: “Il primo l’anno scorso ha chiesto oltre il 30 per cento della contribuzione studentesca, sforando di 25 milioni di euro. L’ateneo di Bologna il 24,1 per cento. Circa 18 milioni in più rispetto a quanto consentito. Lo sforamento totale delle università per il 2022/23 è stato di 125 milioni. Assurdo pensare che sono soldi pagati illegittimamente dagli studenti”.

Come sostiene l’esponente del sindacato studentesco, gli atenei italiani avrebbero cominciato a fare lievitare le tasse richieste agli studenti a partire dalla riforma Gelmini, via via i finanziamenti pubblici andavano diminuendo: "Con un picco raggiunto intorno al 2016: secondo i dati di Siope, il sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici, gli atenei chiedevano oltre 1,7 miliardi di euro in contribuzione studentesca".

"Poi, non c’è stato un’improvviso anelito di benevolenza", ha aggiunto il rappresentante degli studenti, "ma grazie all’introduzione della no tax area che permette a chi ha un Isee al di sotto di 22 mila euro di non pagare le tasse, la percentuale di contribuzione richiesta agli studenti è tornata ad abbassarsi".

L'obiettivo delle associazioni studentesche è trovare un accordo con le Università. Un esempio positivo è rappresentato dall'Università Statale di Milano, che ha implementato una "no tax area" estesa e ridotto le tasse per fasce di reddito inferiori. Questo accordo è il risultato di anni di impegno da parte dell'Udu, che continua a lottare per garantire una gestione legale ed equa delle tasse universitarie.