TEHA Group e Philip Morris: presentato lo studio 'Italia 5.0'

Andolina (Philip Morris International): "Per colmare il gap di competenze digitali occorre partire dalle esperienze più virtuose e da una collaborazione pubblico-privato"

di Redazione Corporate
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TEHA Group e Philip Morris alla guida della rivoluzione digitale: annunciato lo studio 'Italia 5.0' su competenze e innovazione per il futuro del Paese e dell'Europa

Nell’ambito della 50ª edizione del Forum di The European House – Ambrosetti, TEHA Group in collaborazione con Philip Morris Italia ha presentato oggi lo studio “Italia 5.0: le competenze del futuro per lo sviluppo dell’innovazione nell’epoca dell’intelligenza artificiale in Italia e in Ue”. Questo lavoro si inserisce in un contesto globale di rivoluzione industriale, caratterizzata dall’integrazione pervasiva delle tecnologie digitali nelle aziende, un fenomeno che oggi accelera ulteriormente grazie all’intelligenza artificiale.

La centralità della tecnologia e dell’innovazione ha reso necessario sviluppare un nuovo paradigma nella relazione tra uomo e tecnologia, denominato Società 5.0. In questa visione, la tecnologia non sostituisce più l’individuo, ma diventa un abilitatore di nuovi modelli di cittadinanza e lavoro, mettendo l’individuo al centro. In tale contesto, l’innovazione emerge come chiave di competitività, alimentata dalle competenze, principio che ha guidato la realizzazione dello studio in questione.

Lo studio “Italia 5.0” si propone di definire gli elementi per un New Deal delle competenze che possa trasformare l’Italia in un paese protagonista dei benefici derivanti da innovazione, digitalizzazione e nuove tecnologie, offrendo al contempo un modello da esportare a livello europeo. Per raggiungere questo obiettivo, la ricerca ha coinvolto oltre dieci vertici di imprese, istituzioni e associazioni di categoria attraverso interviste riservate, e ha coinvolto più di 450 imprese di quattro paesi UE (Italia, Germania, Francia, Spagna) in una survey condotta in collaborazione con Coldiretti, focalizzata su digitalizzazione e competenze nei settori agricolo e manifatturiero.

Dallo studio emerge che l’adozione del paradigma 5.0 rappresenta un imperativo competitivo: i paesi che maggiormente investono in ricerca e sviluppo crescono di più e risultano più competitivi. Inoltre, esiste una forte correlazione tra la digitalizzazione delle aziende e la capacità di generare innovazione. L’Italia, in quanto potenza agricola e manifatturiera, vede le PMI al centro del tessuto economico, rappresentando il 97% del totale delle imprese in Europa e il 98% in Italia. Le grandi aziende svolgono un ruolo fondamentale nel guidare la digitalizzazione, l’innovazione e la sostenibilità delle filiere, assumendo il ruolo di capofiliera. Le aziende parte di una filiera risultano infatti più innovative e più sensibili alla sostenibilità e alla digitalizzazione.

Essere parte di una filiera apporta impatti positivi anche in termini di produttività e sostenibilità. Questo è dimostrato dal differenziale significativo tra la media delle aziende agricole italiane e quelle tabacchicole associate a Coldiretti che collaborano con Philip Morris Italia, con un aumento del 56% nella produttività e del 24% nella sostenibilità. Per la Società 5.0, le competenze sono fondamentali: è necessario alfabetizzare digitalmente 15 milioni di cittadini, aumentare gli iscritti a corsi di laurea ICT e agli ITS, e puntare sulla formazione continua.

Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di TEHA Group e The European House – Ambrosetti, ha dichiarato: “Per cogliere appieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dall’intelligenza artificiale, è chiave per l’Italia muoversi verso un nuovo paradigma di dispiegamento tecnologico: quello della Società 5.0. Per costruire un'Italia 5.0 è strategico il ruolo delle aziende capofiliera: l’Italia è infatti un Paese di PMI, che generano il 48% del valore aggiunto del Paese e impiegano il 57% degli occupati, ma sono più in difficoltà rispetto a digitalizzazione e competenze, per cui è necessario il ruolo di stimolo della grande impresa. Inoltre, le competenze sono chiave, soprattutto per cogliere i benefici dell’intelligenza artificiale: il Paese è in ritardo, serve un Piano Marshall delle competenze”.

La ricerca conferma, anche con le testimonianze dirette provenienti dal mondo delle aziende, che il capitale umano è oggi l’elemento chiave della competitività delle imprese e della crescita dell’economia, elemento ulteriormente valorizzato dalla rivoluzione dell’intelligenza artificiale. L’Italia è un Paese di eccellenze anche nella ricerca e nell’istruzione. Tuttavia, l’Italia ha un problema di scala sulle competenze: nonostante le eccellenze, l’Italia sconta un ritardo sistemico sulle competenze digitali, sia di base che avanzate: mancano infatti 15 milioni di cittadini da alfabetizzare al digitale, aumentare gli iscritti a corsi di laurea ICT e agli ITS e puntare sulla formazione continua”, ha sottolineato Giorgio Metta, Advisor scientifico dell’iniziativa e Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia.

Massimo Andolina, Presidente Regione Europea di Philip Morris International, ha dichiarato: “L’ambizione dell’Italia può e deve essere quella di abbracciare un nuovo paradigma di sviluppo per posizionarsi come modello da esportare in Europa. Per colmare il gap di competenze digitali occorre partire dalle esperienze più virtuose e da una collaborazione pubblico-privato di tipo strutturato. In questo momento storico è fondamentale, da una parte, tenere il passo dell’innovazione, guidandola, per mantenere alta la competitività; dall’altra parte garantire il più ampio accesso possibile a percorsi di formazione all’avanguardia, che accompagnino i professionisti lungo il loro intero percorso in azienda”.

Marco Hannappel, Presidente e AD di Philip Morris Italia, ha aggiunto: “L’esperienza di Philip Morris Italia è emblematica: grazie alle competenze all’avanguardia della nostra filiera integrata, che oggi coinvolge oltre 41.000 persone e più di 8.000 imprese, abbiamo costruito negli anni un modello di business invidiato in tutto il mondo, il cui principale driver è sempre stato la capacità di innovare. I dati oggi mostrano i frutti di questo percorso virtuoso e quanto il ruolo di capofiliera sia essenziale, in particolare nel mondo agricolo: grazie agli accordi di programma sottoscritti negli anni da Philip Morris con il Ministero dell’Agricoltura e con Coldiretti, gli agricoltori aderenti all’iniziativa mostrano dati sull’innovazione sensibilmente migliori rispetto alla media Italiana ed Europea: l’89% di tali aziende dichiara di aver realizzato o di avere in corso progetti agritech rispetto al 46% della media italiana e al 77% della media UE”.

Sulla base delle prospettive fornite dalle attività di stakeholder engagement, survey, interviste riservate e tavoli di lavoro, sono state elaborate cinque proposte chiave per lanciare il New Deal delle competenze per un’Italia 5.0. Tra queste, il lancio di un Piano Marshall delle competenze per superare i gap nazionali e trasformare l’Italia in una fucina di talenti, l’intervento sulla formazione permanente con percorsi di reskilling e upskilling, la digitalizzazione delle PMI italiane attraverso un piano nazionale dedicato, la valorizzazione del ruolo delle capifiliera come motori dell’innovazione, e la promozione di una collaborazione pubblico-privato per creare quadri regolatori efficaci e un ecosistema tra istituzioni, università e aziende.

Con queste proposte, lo studio “Italia 5.0” intende posizionare l’Italia come leader nell’innovazione digitale e nell’adozione delle nuove tecnologie, garantendo al contempo che le competenze della forza lavoro siano allineate con le esigenze future del mercato del lavoro e della società.

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