Zurich è global partner del tour della mostra Amazônia

Giuliani (Zurich Italia): "Riteniamo che l'ultimo lavoro di Salgado sulla foresta amazzonica sia in linea con il nostro impegno per un pianeta sostenibile"

di Redazione Corporate
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Zurich sostiene la mostra Sebastião Salgado. Amazônia: è global partner del tour internazionale

Zurich è global partner dell’intero tour internazionale della mostra Sebastião Salgado. Amazônia, che aprirà al pubblico il 12 marzo 2023 alla Fabbrica del Vapore di Milano, fino al 19 novembre 2023. Promossa e prodotta da Comune di Milano Cultura, da Fabbrica del Vapore e Contrasto in collaborazione con Civita Mostre e Musei e General Service Security. La mostra è curata da Lélia Wanick Salgado, compagna di viaggio e di vita del grande fotografo.

La sponsorizzazione della mostra rientra nel più ampio progetto di Zurich per sensibilizzare sull'urgenza di azioni concrete per l’ambiente ed è l’estensione di una partnership consolidata con l’Instituto Terra, organizzazione no profit di Lélia e Sebastião Salgado, con cui la Compagnia ha avviato il progetto Zurich Forest, per il rimboschimento mirato e sostenibile in Brasile e la riconversione di terreni agricoli sterili in foreste autoctone ricche di vita vegetale e animale. All’approfondimento del progetto è dedicata una sala all’interno della mostra.

Dopo il progetto Genesi, dedicato alle regioni più remote del pianeta per testimoniarne la maestosa bellezza, Salgado ha intrapreso una nuova serie di viaggi per catturare l'incredibile ricchezza e varietà della foresta amazzonica brasiliana e i modi di vita dei suoi popoli, stabilendosi nei loro villaggi per diverse settimane e fotografando diversi gruppi etnici. Un progetto durato sette anni, durante i quali ha fotografato la vegetazione, i fiumi, le montagne e le persone che vi abitano. La foresta dell’Amazzonia occupa un terzo del continente sudamericano, un’area più estesa dell’intera Unione Europea. Si tratta di un patrimonio ricchissimo e importante per il nostro pianeta, da tutelare e conoscere.

Giovanni Giuliani, Chief Executive Officer Zurich Italia, ha commentato: "Le arti sono indissolubilmente legate al mondo che ci circonda e ci consentono di dare maggiore risalto alle questioni più urgenti dell'attualità. In tale ottica, riteniamo che l'ultimo lavoro di Sebastião Salgado sulla vitale ma fragile foresta amazzonica e sulle popolazioni indigene che la popolano sia perfettamente in linea con il nostro impegno per un pianeta sostenibile e per la lotta al cambiamento climatico. In qualità di firmatari del Global Compact delle Nazioni Unite e dei Principles for Responsible Investments (PRI), siamo convinti che questa mostra, accuratamente curata da Léila, moglie di Sebastião, si abbini perfettamente a noi. La nostra visione è infatti in perfetta sintonia con quella dei coniugi Salgado, tanto da portarci, nel 2020, a unire le forze per un progetto della durata di otto anni volto al ripristino della foresta atlantica brasiliana".

"Attirando l’attenzione sulla bellezza incomparabile dell’Amazzonia, Salgado accende i riflettori sull’urgenza di proteggere questa vasta area dell’America del Sud e i suoi abitanti. La necessità di attivare nuovi sistemi di gestione del pianeta, salvaguardando la natura e la biodiversità, riguarda ciascuno di noi, ovunque ci troviamo nel mondo", ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi

"La mostra non si limita a documentare questa realtà, ma ci costringe a prendere posizione, mettendo il visitatore al centro del dibattito e invitandolo a riflettere sulla potenza e sulla fragilità del nostro pianeta. Fabbrica del Vapore sta assumendo sempre più un ruolo da protagonista della contemporaneità, esprimendosi attraverso il linguaggio dell’arte, e questo progetto rappresenta un’ulteriore tappa del suo importante processo di rinnovamento. La natura raccontata in mostra esce infatti dallo spazio di Cattedrale e si estende al cortile, diventando il principale paradigma della trasformazione di Fabbrica del Vapore come luogo sempre più aperto, sostenibile e al centro del dibattito sulle urgenze del mondo che ci circonda", ha aggiunto Sacchi

L’esperienza di visita della mostra Amazônia accompagnerà infatti il visitatore anche fuori dalla Cattedrale grazie a un progetto site specific, promosso dal Comune di Milano e curato da Orticola, che occuperà il piazzale esterno della Fabbrica del Vapore, dove sarà allestita un’area con sedute e led wall, arricchita dalla presenza di piante pioniere provenienti dalle foreste lombarde. Inoltre, grazie agli schermi URBAN VISION una selezione degli scatti approderà in città con una vera e propria mostra itinerante e a cielo aperto che invita alla sostenibilità e all’attenzione verso l’altro.

Con oltre 200 fotografie esposte, Amazônia vuole proporre un’immersione totale nella foresta amazzonica, invitandoci a riflettere sulla necessità di proteggerla. La mostra si sviluppa attorno a due temi. Il primo è costituito dalle fotografie di ambientazione paesaggistica, poste a diverse altezze e presentate in diversi formati, con le sezioni che vanno dalla Panoramica della foresta in cui si presenta al visitatore l’Amazzonia vista dall’alto, a I fiumi volanti, una delle caratteristiche più straordinarie e allo stesso tempo meno conosciute della foresta pluviale, ovvero la grande quantità d’acqua che si innalza verso l’atmosfera. Tutta la forza, a volte devastante, delle piogge è raccontata in Tempeste tropicali, mentre Montagne presenta i rilievi montuosi che definiscono la vita del bacino amazzonico. Si prosegue con la sezione La foresta, un tempo definita “Inferno Verde”, oggi da vedere come uno straordinario tesoro della natura, per finire con Isole nel fiume, l’arcipelago che emerge dalle acque del Rio Negro.

Il secondo gruppo di immagini è dedicato alle diverse popolazioni indigene immortalate da Salgado nei suoi numerosi viaggi, con le fotografie raccolte in spazi che ricordano le "ocas", tipiche abitazioni indigene, evocando in modo vivido i piccoli e isolati insediamenti umani nel cuore della giungla. Grazie a Salgado possiamo conoscere così gli Awá-Guajá, che contano solo 450 membri e sono considerati la tribù più minacciata del pianeta, o gli Yawanawá, che, sul punto di sparire, hanno ripreso il controllo delle proprie terre e la diffusione della loro cultura, prosperando, fino ai Korubo, fra le tribù con meno contatti esterni: proprio la spedizione di Salgado nel 2017 è stata la prima occasione in cui un team di documentaristi e giornalisti ha trascorso del tempo con loro.

La visita è accompagnata da una traccia audio composta appositamente per la mostra da Jean-Michel Jarre e ispirata ai suoni autentici della foresta, come il fruscio degli alberi, i versi degli animali, il canto degli uccelli o il fragore dell’acqua che cade a picco dalle montagne. Sono parte integrante dell’esposizione due sale di proiezione dedicate a due temi differenti: in una è mostrato il paesaggio boschivo, le cui immagini scorrono accompagnate dal suono del poema sinfonico Erosão, opera del compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos (1887-1959); nell’altra sono esposti alcuni ritratti di donne e uomini indigeni con in sottofondo una musica appositamente composta dal musicista brasiliano Rodolfo Stroeter.

"Questa mostra vuole ricreare l’ambiente della foresta amazzonica, che ho vissuto, documentato e fotografato per sette anni, dando la possibilità al visitatore di immedesimarsi e immergersi sia nella sua vegetazione rigogliosa sia nella quotidianità delle popolazioni native. Sono particolarmente felice di tornare con Amazônia ad esporre a Milano, la città che ha dato sempre molto spazio al mio lavoro, offrendo ai cittadini l’occasione di vedere le immagini che sono una testimonianza di ciò che resta di questo patrimonio immenso, che rischia di scomparire. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione, spetta a ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla sua tutela", ha commentato Sebastião Salgado.

Roberto Koch, editore di Contrasto, ha aggiunto: "Sebastião Salgado, maestro della divulgazione scientifica ed economica, ci ha insegnato che con la fotografia possiamo capire il mondo, percorrerlo, comprendere i suoi drammi profondi e la sua bellezza incontaminata; e che le sue fotografie possono essere il modo migliore per spiegare le fragilità da difendere. Il progetto Amazônia ne è la prova. Seguendo il filo delle immagini, disposte con grande cura nello spazio da Lélia Wanick, impariamo a conoscere il polmone verde e prezioso del nostro pianeta, a capire come dobbiamo preservarlo, e come possiamo cambiare il nostro modo di agire per difenderlo. Con Amazônia, e con il piacere di ritornare a Milano, Salgado rinnova la tradizione della grande fotografia di impianto umanista che, tra documentazione e interpretazione, ci mostra come nella storia non esistano sogni solitari".