Nucleare: la nuova sfida di Enel, Leonardo e Ansaldo Nucleare. Ecco perché l’Italia deve puntarci

La nascita di questa alleanza tra Enel, Leonardo e Ansaldo è un messaggio chiaro: l’Italia vuole tornare protagonista in un settore vitale per il nostro futuro

di Marco Scotti
Economia

Nucleare, ecco perché l’Italia deve puntarci

Il futuro energetico dell’Italia potrebbe passare per una nuova alleanza strategica che guarda al nucleare. Una scelta ambiziosa, ma necessaria per chi vuole ridurre le emissioni e mantenere l’indipendenza energetica. La newco tra Enel, Leonardo e Ansaldo Nucleare, che sarà formalizzata a giorni, rappresenta un primo passo in questa direzione, con l’obiettivo di concentrarsi sullo studio dei piccoli reattori modulari (SMR). Non una produzione immediata, ma uno studio approfondito delle potenzialità tecnologiche di questi impianti che promettono sicurezza, sostenibilità e versatilità.

La genesi di un’alleanza strategica

L’idea di questa joint venture nasce dalla consapevolezza che l’Italia, dopo anni di assenza dal nucleare, non può più permettersi di rimanere indietro. Enel, che nel settore nucleare ha una lunga tradizione, ha trovato in Leonardo e Ansaldo Nucleare due partner d’eccellenza. Leonardo, leader nell’innovazione tecnologica e nella sicurezza, porta il suo know-how in un campo dove la precisione è vitale. Ansaldo Nucleare, erede della grande tradizione industriale italiana, è il nome di riferimento per lo sviluppo di tecnologie avanzate nel settore.

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Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Enel, ha confermato che la maggioranza della newco sarà in mano a Enel, segno di una leadership chiara nella gestione del progetto. "A giorni sarà chiusa," ha dichiarato Cattaneo in conferenza stampa, precisando che il focus iniziale sarà sulla ricerca e sviluppo degli SMR. Niente produzione, per ora, ma un approccio che punta a consolidare basi solide per il futuro.

Perché il nucleare è cruciale per l’Italia

Guardiamo i numeri. In Europa, Paesi come la Francia e la Finlandia stanno già investendo miliardi sugli SMR, mentre gli Stati Uniti vedono in questi reattori una componente fondamentale della transizione energetica. E l’Italia? Dopo l’addio al nucleare con i referendum degli anni '80 e '90, siamo rimasti a guardare. Ma con i cambiamenti climatici sempre più evidenti e l’instabilità geopolitica che rende insicuri i rifornimenti di gas, è arrivato il momento di ripensare alle nostre scelte. Il nucleare, soprattutto nella forma degli SMR, potrebbe rappresentare una soluzione efficace: una tecnologia più sicura rispetto ai vecchi impianti, modulare e quindi adattabile a diverse esigenze, e in grado di garantire energia stabile a basse emissioni.

La nascita di questa alleanza tra Enel, Leonardo e Ansaldo è un messaggio chiaro: l’Italia vuole tornare protagonista in un settore che non è solo strategico, ma vitale per il nostro futuro. Gli SMR potrebbero diventare uno dei pilastri della nostra transizione energetica, affiancando le rinnovabili e contribuendo a quel mix energetico che ci permetterebbe di ridurre le emissioni e, allo stesso tempo, dipendere meno dall’estero.

Una sfida culturale e politica

Certo, non mancano le difficoltà. Parlare di nucleare in Italia è ancora un tabù per molti. Serve un cambio di paradigma culturale, ma anche una visione politica chiara e coraggiosa. Non possiamo pensare di restare in balia del gas o di importare energia da Paesi che, paradossalmente, producono elettricità con il nucleare che noi abbiamo bandito.

Questa alleanza potrebbe essere il primo passo per riscrivere la storia energetica del nostro Paese. La sfida è aperta e, come sempre, il tempo è un fattore cruciale. La domanda è: saremo in grado di cogliere questa opportunità o ci limiteremo ancora una volta a essere spettatori delle scelte altrui?

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