OCSE, crescita bassa nel secondo trimestre ma sviluppo a macchia di leopardo

Anche l’Italia, con difficoltà, recupera i livelli pre-pandemia

di Daniele Rosa
Economia

Ocse, crescita moderata per le economie mondiali ma a "macchia di leopardo"

Crescono moderatamente, dopo la pandemia, le economie mondiali che fanno riferimento all’OCSE ma lo fanno a “macchia di leopardo”. Lo confermano i dati dell’ Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Da una parte gli Stati Uniti, hanno superato il Pil di pre-pandemia con un 6,2% del secondo trimestre, altri sono ancora indietro, come ad esempio il Regno Unito. Nel mezzo la maggioranza dei paesi che sono riusciti invece ad eguagliare i livelli del passato.

La sintesi dei dati indica che dal 2022, fortunatamente, sta avvenendo una crescita costante anche se mediamente moderata. La parola che più viene usata per definire l’attuale periodo è “incertezza”. Incertezza che proviene dalla guerra in Ucraina,  dall'inflazione e dagli alti tassi di interesse. L’Ocse fa una fotografia del momento ma non dà previsioni a medio termine. E’ molto difficile prevedere come reagirà l’economia mondiale a questi crash test, al rallentamento dell’economia cinese, allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e con essa della tecnologia.

Ocse, l'Italia cresce ma senza scintille

Le osservazioni Ocse dicono che “La Spagna, il paese OCSE più gravemente colpito dalla pandemia insieme all’Italia —con una contrazione del PIL dell’11,3% nel 2020—, ha superato i livelli pre-pandemia per la prima volta nel secondo quarto per quattro decimi”. Al di sotto della media sia dell’OCSE( 5,1%), sia della zona euro (2,7%). Per quanto riguarda i cosiddetti paesi ricchi l’Organizzazione sottolinea i contrasti. Ad esempio è stata positiva l'economia giapponese grazie all'aumento dell’export e al calo dell’ import (+1,5% di miglioramento del Pil, in accelerazione dallo 0,9% del primo periodo). Buon l’andamento della Francia con un aumento anche dalla bilancia commerciale (+0,5% del Pil rispetto allo 0,1% precedente). Accettabile negli Stati Uniti (0,6% contro 0,5%) e nel Regno Unito (0,2% contro 0,1%), dove l’aumento della spesa pubblica e privata è stato il fattore decisivo, pur mantenendo il paese, insieme alla Repubblica Ceca, sotto i livelli  pre-Covid.

Anche l’Italia non fa scintille (-0,3%) rispetto a una crescita di sei decimi nel primo trimestre, debole il Canada (0,3% vs 0,8%), e sempre stagnante l’economia tedesca, in recessione tecnica. Per quanto riguarda i paesi più vicini all’Ucraina l’ocre conferma trend diversificati. La Lituania è cresciuta dell’2,8% nel secondo trimestre (-2,1% nei primi tre mesi), la Polonia è cresciuta invece ad inizio anno (+3,7%) e calata altrettanto nei mesi successivi. L’Ungheria invece è ancora in recessione con quattro trimestri consecutivi di cali.

Tra i paesi OCSE Irlanda (3,3%), Slovenia (1,4%) e Costa Rica (1,3%) sono quelli che crescono di più. E quelle che stanno peggio sono Polonia (-3,7%), Svezia (-1,5%) e Colombia (-1%). Luci ed ombre che continueranno ancora per diverso tempo, soprattutto fino a quando Fed e Bce non fermeranno gli aumenti dei tassi.

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