Oro, Trump fa sorridere gli investitori: prezzo ai massimi storici a 2800 dollari l'oncia

I nuovi dazi di Trump sulle importazioni da Messico e Canada hanno alimentato l’incertezza tra gli investitori, spingendoli verso asset sicuri

di redazione economia
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Prezzo dell'oro ai massimi storici: le cause dietro il rally oltre i 2.800 dollari l'oncia

Il prezzo dell'oro ha toccato un nuovo massimo storico, superando i 2.800 dollari l'oncia, proseguendo un trend rialzista che dura da cinque settimane. Dietro questa impennata si celano diversi fattori chiave, tra cui la strategia della Cina e le tensioni commerciali internazionali.

Uno dei principali driver di questa corsa all'oro è la massiccia acquisizione di oro fisico da parte della Cina. Pechino continua a diversificare le proprie riserve valutarie per ridurre la dipendenza dal dollaro statunitense, alimentando la domanda del metallo prezioso.

Le recenti dichiarazioni di Donald Trump riguardo all’imposizione di nuovi dazi sulle importazioni da Messico e Canada hanno alimentato l’incertezza tra gli investitori, spingendoli verso asset sicuri come l’oro. Questi timori stanno anche incentivando il deflusso di oro fisico dall’Europa verso gli Stati Uniti, con un aumento delle scorte nei magazzini di Comex e Nymex.

Un altro segnale del crescente interesse per l’oro è l’aumento delle riserve nei depositi statunitensi. Dalla fine di novembre, sono state consegnate circa 12,9 milioni di once d’oro, portando le scorte complessive a 30,4 milioni di once, il livello più alto dal luglio 2022.

Sebbene la politica monetaria della Fed non sia il principale fattore trainante del recente rally, resta comunque un elemento da monitorare. Il mantenimento dei tassi d’interesse nel range 4,25%-4,5% e le dichiarazioni del presidente Jerome Powell sull’inflazione potrebbero influenzare ulteriormente il prezzo dell’oro. Un eventuale taglio dei tassi nel prossimo futuro renderebbe l’oro ancora più appetibile, poiché ridurrebbe il rendimento degli asset obbligazionari.

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