Oro, quotazioni verso forti cali? Il momento giusto per vendere si avvicina
L'oro brilla più che mai, ma ecco perché la Bce potrebbe far abbassare le quotazioni
Oro, ecco perché il momento di vendere si avvicina. E il rame si prepara a un futuro da protagonista
“Un grammo di fortuna vale più di una libbra d’oro”, recita un vecchio proverbio yiddish. Anche se, guardando le ultime quotazioni del metallo prezioso, forse questa massima andrebbe aggiornata. Sì, dopo neanche 48 ore, l’oro ha segnato un nuovo record sul listino: a oggi, domenica 14 aprile, il 24 carati (il più puro, difficilmente usato per i gioielli) vale quasi 71 euro al grammo, oppure 2.344 dollari l’oncia. Stiamo parlando di una crescita superiore al 16% negli ultimi tre mesi.
I motivi di questo rally, spiegano fonti finanziarie ad Affaritaliani.it, sono essenzialmente due. Innanzitutto, fin dall’inizio della pandemia da Covid, nei primissimi mesi del 2020, la Russia iniziò a fare riserva nei propri caveau acquistando quantità spropositate del metallo giallo mettendo anche forte pressione, a volte, sulle banche per poterne comprare il più possibile.
Poco dopo, seguendo l’esempio russo, anche Cina e Stati Uniti si misero a fare man bassa d’oro. Ma perché acquistarlo? In questo caso le motivazioni sono diverse, come la diversificazione delle riserve al fine di ridurre il rischio associato a eventuali fluttuazioni in una classe di attività e la protezione dall'erosione del potere d'acquisto causata dall’inflazione.
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Assieme all’oro, anche l’argento sta vivendo grossi rialzi. Il prezzo, oggi, viaggia a 0,85 euro al grammo guadagnando oltre il 25% del prezzo negli ultimi mesi. Il perché di questi incrementi è principalmente dovuto agli stessi motivi dell'oro. E poi, solitamente, le quotazioni dell’argento seguono spesso i "flussi" di prezzo dell’oro. Dunque, non è un fenomeno così strano se nel periodo di massimo splendore del “re dei metalli”, anche l’argento stia navigando in buone acque.
Ma attenzione. L’oro potrebbe essere vicino a scontrarsi contro l’iceberg dei tassi d’interesse. Infatti, spiegano gli esperti, nel caso (che ormai appare più una certezza) la nostra Bce abbassi i tassi prima della Fed americana, il prezzo dell’oro teoricamente dovrebbe scendere.
Il motivo è pressoché uno solo. In parole povere, se i tassi di interesse europei sono più bassi di quelli americani, significa che gli investimenti denominati in euro offrono rendimenti più bassi rispetto a quelli denominati in dollari. Gli investitori, dunque, potrebbero preferire detenere dollari piuttosto che euro per massimizzare i loro rendimenti. E, logicamente, comprando dollari attraverso altre valute, l'euro nel nostro caso, il valore del dollaro aumenterebbe di conseguenza.
Ebbene, di solito, quando il dollaro si rafforza rispetto ad altre valute, si verifica una pressione al ribasso sui prezzi delle commodities denominate in dollari, oro incluso. Ciò accade perché un dollaro più forte rende l'oro più costoso per gli acquirenti che utilizzano altre valute, il che può ridurre la domanda di oro e far diminuire così il suo prezzo.
Ma stacchiamoci un attimo dalle fredde analisi e proviamo a buttarci, invece, sulla quotidianità. Questi fortissimi rialzi dei prezzi hanno contribuito in qualche modo ad alimentare la voglia degli italiani (e in particolare dei milanesi) di convertire in banconote i loro gioielli o, detto più semplicemente, vendere? Affaritaliani.it ha chiesto a diversi negozi di Compro Oro nel pieno centro di Milano. La risposta è stata praticamente sempre la stessa: “Siamo invasi”.
“Tutti vogliono vendere, nessuno vuole comprare. Solo, forse, chi deve fare un regalo di compleanno o laurea last minute”, ci rispondono. “Probabilmente alcuni clienti non hanno neanche bisogno di soldi, ma vedendo quotazioni così alte non possono resistere a incassare…”. E anche l’entità del valore rimane più o meno la stessa, eccetto rare eccezioni dove ci sono persone che portano al proprio store di fiducia anche diversi chilogrammi (oggi un kg d’oro 24 carati costa oltre 75 mila euro), .
“In media, i nostri clienti portano oggetti in oro per un valore di circa 500 euro. 499 per l’esattezza, come impongono i limiti di legge”, spiegano i proprietari di una delle attività interpellate. Mentre per quel che riguarda gli oggetti, quali sono i più comuni a essere venduti? “Anelli, bracciali e collane, senza dubbio”, la risposta.
Ma, prima di concludere, torniamo per un secondo alle gelide analisi finanziarie. Oltre a oro e argento, ci spiegano gli analisti, anche un altro metallo sta già vivendo un periodo di splendore e, molto probabilmente, nel lungo periodo stravolgerà i propri massimi. Stiamo parlando del rame.
Enormemente utile per i semiconduttori, attualmente si aggira intorno agli 8 euro al chilo. Ma il rame potrebbe essere uno dei materiali più importanti del futuro, visti gli stravolgimenti tecnologici che stanno dettando le nuove regole sull’economia e le quotazioni potrebbero cambiare notevolmente. L’intelligenza artificiale, su tutte, è fortemente correlata al rame, in quanto il metallo rosso è tra quei componenti fondamentali utilizzati per realizzare i chip che danno vita all’IA.
Non solo. Vi è poi tutta l’infrastruttura legata, appunto, a questo nuovo tipo di tecnologia. I data center e tutti gli edifici che avranno a che vedere con l’intelligenza artificiale. Ma non solo, più in generale, anche tutt quel che riguarda il digital e l’IT sarà sempre più ricolmo di rame, il quale si presta particolarmente bene per questo tipo di collegamenti tecnologici. C’è chi afferma, addirittura, che il rame supererà l’oro in termini di costo proprio perché, appunto, sarà letteralmente fondamentale per il mondo che verrà. Staremo a vedere…