Palenzona: "Ecco com'è iniziata la mia fine in Crt. Manca la classe dirigente"

L'ex presidente si leva qualche sassolino dalla scarpa: "Chi arriva da fuori viene espulso"

di Redazione Economia
Fabrizio Palenzona
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Crt, l'ex presidente Palenzona svela dettagli inediti sul suo addio

Fabrizio Palenzona non è più il presidente di Crt, uno dei principali protagonisti della finanza italiana, in aprile ha perso lo scettro della terza fondazione del Paese. Palenzona cercava di dimostrare che la Crt era ingovernabile, ma il Cda si è compattato contro di lui costringendolo di fatto a dimettersi. Ma ora Palenzona vuole togliersi qualche sassolino dalla scarpa e ricostruisce così gli ultimi tempi in Crt. "Sapete - svela a La Stampa - quando inizia la mia fine, ragionando con il senno di poi? Scade la Fondazione per l’arte contemporanea. Lo vedo che erano tutti mezzi di loro… Dico: mettiamoci qualcuno che capisce di arte contemporanea. Non è che ho fatto una scelta… era scaduto. Invece si mettevano tutti tra loro: gli emolumenti sono cumulabili. Cosa faccio? Chiamo uno, esperto di arte contemporanea, e chiedo: "A Torino c’è qualcuno che capisce di arte contemporanea?”. Dice: “Sì, a Torino c’è una delle trenta donne più famose al mondo nell’arte contemporanea".

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"Chi è? “Patrizia Sandretto Re Rebaudengo”. Io non la conosco, conosco il marito per altri motivi. Chiamo il marito, - prosegue Palenzona a La Stampa - mi faccio dare il numero della moglie. Lei corre subito, mi dice: "Dottore la ringrazio. Erano 25 anni che aspettavo questa telefonata". Fa il presidente? Sì, gratis". E sta programmando una mostra con Pinault alla Chambre de Commerce di Parigi. Una roba che non se la sono mai sognata, ma non gliene fregava niente, perché non ci guadagnano". Ma Palenzona parla anche di altre mancanze in Crt che a suo dire hanno portato poi fino al suo addio. "Non ho chiesto o voluto mai un incarico, quando tutti erano pieni di incarichi, e se ne accumulavano uno con l’altro. Quello che penso è che a Torino non ci sia classe dirigente e chi arriva da fuori viene espulso. Non avrei più potuto uscire di casa se mi fossi preso tante cariche come i consiglieri. Se l’ente è la terza fondazione in Italia non è merito di quei signori", conclude Palenzona.

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