Panetta: "Far salire i salari". Ma intanto 180 mila lavoratori sono a rischio

Secondo il governatore di Bankitalia l’inflazione non corre più e i tassi possono scendere. Ma intanto i tavoli di crisi aperti al Mimit sono 59

Economia

La ricetta di Panetta per la ripresa

“I principali timori sollevati in passato” sui “rischi legati all’inflazione, si stanno rivelando infondati”. Lo ha detto all’Assiom Forex il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, per il quale “il possibile disancoraggio verso l’alto delle aspettative di inflazione non si è materializzato, e semmai stanno emergendo rischi al ribasso”. Inoltre, “si è rivelata immotivata anche la preoccupazione circa un’ipotetica persistenza dell’inflazione di fondo: quest’ultima nei mesi recenti è diminuita facendo seguito al calo dell’inflazione complessiva, in linea con l’evidenza empirica al riguardo”.

Per garantire che “l’inflazione sia debellata e l’economia possa riprendere un sentiero di crescita e stabilità, è cruciale che le prossime decisioni” di politica monetaria della Bce “siano coerenti con il quadro macroeconomico che abbiamo di fronte”, dice Panetta, sostenendo che l'aumento dei salari è fisiologico. “Nell’attuale contesto di incertezza – ha aggiunto – ogni congettura sul momento in cui avviare l’allentamento monetario è un esercizio sterile, oltre che irrispettoso della collegialità del Consiglio della Bce. Ciò che invece dobbiamo ora discutere è quale siano le condizioni necessarie per avviare un allentamento monetario evitando rischi per la stabilità dei prezzi e inutili danni all’economia reale”. 

180 mila lavoratori a rischio

In particolare, Panetta indica tre condizioni per “l’avvio della normalizzazione monetaria: la prima è che il processo di disinflazione sia in una fase avanzata”, quindi “la seconda condizione è che il calo dell’inflazione stia continuando”, mentre “la terza condizione per l’avvio della normalizzazione monetaria è che il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione non sia compromesso da un eventuale taglio dei tassi”. 

Ma intanto, scrive La Stampa, secondo "le stime della Cgil sono ben 183.193 le lavoratrici e i lavoratori travolti dagli effetti di crisi aziendali o di settore nel comparto dell’industria e delle reti, a partire dai 58.026 addetti di aziende per le quali presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy sono stati attivati i tavoli di crisi, a oggi 59 in tutto (37 attivi e 22 in monitoraggio)".

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