Parità di genere, dalle competenze ai salari: la ricetta di Golden Group
Parlare di parità, soprattutto in ambito lavorativo, in Italia è sempre complicato. Seppur il trend sia in miglioramento, qualcosa ancora manca: il punto
Parità di genere e pari opportunità, ecco la ricetta di Golden Group. L'intervista di Affari al Ceo Leoni
Parità di genere, salario e opportunità, sia in ambito professionale che personale: sono queste alcune delle parole chiave che stanno animando il presente e il futuro di Golden Group, azienda leader nel settore della finanza agevolata e dei contributi a fondo perduto, che oggi alla torre Unipol di Bologna annuncerà una roadmap dettagliata di quelli che sono gli obiettivi e i progetti del gruppo in ambito di “parità”. Una tematica sempre più cruciale per il nostro Paese che sta vivendo una fase di “svolta”: secondo infatti gli ultimi dati pubblicati a marzo 2024 dalla fondazione indipendente Openpolis l’Italia, in tema di parità di genere, si colloca al tredicesimo posto in Europa con 62,8 voti, registrando il miglioramento più evidente dal 2013 a oggi di oltre 14 punti. Ma se in tema di “potere” siamo addirittura oltre alla media Ue, in ambito lavorativo la situazione è ribaltata. Siamo tra gli ultimi in Europa, indietro di ben 8 punti. Di fronte a tale scenario, come muoversi? Affaritaliani.it ne ha discusso in anteprima con Fabio Leoni, Ceo di Golden Group.
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Parlare di parità, soprattutto in ambito professionale, nel panorama italiano è sempre complicato. E i dati ne sono la prova: in Europa, rispetto anche a Paesi vicini come Spagna e Francia, ci collochiamo nella parte più bassa della classifica. Le ragioni di questo gap?
In tema di parità di genere stiamo facendo importanti passi in avanti. Sebbene l’Italia sia tredicesima in Europa è il Paese che ha registrato il miglioramento più evidente, segno che le cose stanno finalmente prendendo una piega diversa. La strada da fare è ancora lunga e ci pone dinanzi a numerose sfide che possiamo superare. Abbiamo tutte le carte in regola per farlo e per raggiungere i nostri vicini Paesi europei, soprattutto quando parliamo di parità sul posto di lavoro.
Per ridurre in modo significativo questo gap, a mio avviso, bisogna innanzitutto superare un ostacolo di tipo culturale, che porta erroneamente a pensare alle donne come a figure maggiormente predisposte alle attività di cura della famiglia, ad esempio. Una dinamica, questa, che porta inevitabilmente ancora oggi a trovarci di fronte a situazioni di disparità salariale, di mancanza di donne laureate nelle discipline STEM o assenza delle figure femminili nelle posizioni di vertice di grandi aziende, private e pubbliche. Le donne in queste posizioni sono davvero pochissime.
Che cosa ci rende così poco attrattivi?
Principalmente, politiche del lavoro non proprio efficienti. Penso al lavoro agile, per fare un esempio, che dal 1° aprile è disciplinato nuovamente dalle regole ordinarie, oppure alle politiche sulle retribuzioni, che in Italia sono ferme: negli ultimi 30 anni, dal 1991 al 2022, gli stipendi sono cresciuti solo dell'1%, a fronte del 32,5% in media nell'area Ocse. Affrontare efficacemente il divario di genere richiede un impegno a livello sociale, culturale, politico ed economico.
In quanto gruppo che si occupa di finanza agevolata, che tipo di azioni concrete state mettendo in campo per garantire una maggiore parità (di genere e opportunità)?
Oggi, nel corso del nostro evento alla Torre Unipol di Bologna, lanceremo “Golden Equality”, il nostro programma dedicato ad accelerare l’inclusione di genere per diventare un modello di riferimento sul tema sia all’interno dell’azienda sia nella comunità in cui operiamo. Golden Equality si traduce in azioni concrete: oltre a momenti di sensibilizzazione dei dipendenti per creare una cultura aziendale inclusiva e rispettosa delle differenze, intendiamo attuare politiche di assunzione, retribuzione e promozione basate esclusivamente su competenze e qualifiche, che garantiscano le stesse possibilità di crescita e sviluppo professionale tanto per le donne, quanto per gli uomini.
E ancora, il programma prevede un piano di azioni volte ad assicurare un sano equilibrio tra lavoro e vita privata e un contributo annuale per ciascun figlio fino al raggiungimento della maggiore età, piani assicurativi e altre soluzioni personalizzate. L'efficacia delle iniziative promosse sarà verificata e valutata da un Comitato interno che avrà il compito di coordinare un rigoroso e preciso sistema di monitoraggio.
In molte aziende, da Essilor Luxottica a Lamborghini, si sta sperimentando la settimana corta. Lavorare quattro giorni a settimana, a parità di salario, in modo da garantire - in teoria - maggior produttività e tempo extra da dedicare a interessi personali, famiglia e relax. Può essere (anche) questa una pratica in grado di garantire un sano equilibrio tra lavoro e vita privata?
Assolutamente sì. Tutto ciò che permette a chi lavora di mantenere un determinato equilibrio tra vita privata e professionale è degno di essere considerato, a mio avviso. Ovviamente, nel caso specifico della settimana corta, molto dipende anche dal tipo di attività e di business che si porta avanti. Nel nostro caso, ad esempio, puntiamo molto sulla flessibilità e sullo smart working per permettere ai nostri collaboratori, uomini e donne allo stesso modo, di organizzare al meglio le loro giornate, ridurre di molto i tempi di spostamento tra casa e ufficio e dedicarsi di più alla famiglia, agli hobby o allo sport.
I vostri progetti legati alla parità oltre a impattare sulla popolazione aziendale, avranno ripercussioni anche sulla comunità locale? Se sì, quali? In che modo?
Ogni grande cambiamento inizia sempre dallo scambio di idee, il vero motore per raggiungere obiettivi ambiziosi, e dalla condivisione delle azioni intraprese e dei risultati raggiunti. Con il nostro impegno, speriamo di diventare un modello positivo per altre realtà locali e per la comunità, diffondendo consapevolezza sul tema della parità di genere. Grazie alla condivisione di best practices e alle sinergie con gli stakeholder territoriali, possiamo contribuire a realizzare una società più equa, con impatti significativi anche sotto il profilo economico. Adottare un approccio orientato alla sostenibilità, inteso nel suo senso più ampio e autentico, dove tutte le categorie sociali sono valorizzate in egual modo, porta infatti a un aumento del tasso di occupazione e a un miglioramento complessivo della qualità della vita.
Ma non solo parità. Golden Group è attiva anche sul fronte Esg, fattori ambientali sociali e governativi che condizionano il modo in cui le persone pensano agli investimenti. Anche qui, quali percorsi state mettendo in atto? A quali certificazioni state lavorando?
Il percorso di Golden Group verso la Certificazione della Parità di Genere, iniziato nel giugno del 2023, rientra in un più ampio programma strategico di certificazioni a cui teniamo molto e che ci permetterà di ottenere riconoscimenti in diversi ambiti, dalla sostenibilità alle risorse umane. In particolare, stiamo procedendo con la mappatura dei processi organizzativi e produttivi, fondamentale per ottenere le Certificazioni ISO: 9001, 45001, 50001. Si tratta di strumenti utili a segnalare a clienti e partner che l’azienda dà priorità a servizi di qualità e attenzione al risparmio energetico, nonché a un ambiente di lavoro sicuro. Sia la Certificazione della Parità di Genere che quella di Sostenibilità sono due attestazioni strettamente collegate: entrambe, infatti, promuovono una crescita e uno sviluppo equo e inclusivo, in un quadro che tiene conto sia del contesto aziendale sia della società nel suo complesso.