Pechino convoca i colossi del gaming: non solo profitto, curare le dipendenze
Nuova stretta con supervisione e multe. Tencent, NetEase, Bilibili e Kuaishou Technology crollano in borsa ad Hong Kong
L'industria cinese dei videogiochi non dovrebbe essere guidata dal profitto a tutti i costi, ma fare di più per affrontare la dipendenza dei giovani. E' l'esortazione che i regolatori nazionali cinesi come la China National Press and Publication Administration, la Cyberspace Administration e le altre autorità di regolamentazione locali hanno rivolto agli operatori del settore, tra cui Tencent e NetEase, che sono stati convocati dal Governo per promuovere la nuova linea di condotta.
I videogiochi rappresentano un settore importante in Cina dal momento che hanno generato 17 miliardi di euro di fatturato solo nella prima metà del 2021. Secondo quanto riportato dall'agenzia ufficiale Nuova Cina gli operatori sono stati esortati a "rompere con l'unico obiettivo di realizzare un profitto e a cambiare le regole dei giochi che possono creare dipendenza".
Immediata la reazione degli investitori in borsa, che come avvenuto anche su altre materie come la privacy, la sicurezza nazionale e i limiti alle quotazioni sui listini esteri (in particolare Wall Street), temono una stretta governativa al business dei gruppi del gaming, stretta che finirebbe per condizionarne la redditività.
A Hong Kong infatti le azioni di Tencent Holdings e NetEase hanno chiuso in netto calo. I regulator hanno imposto inoltre alle società di intensificare il controllo e la censura dei contenuti, nonchè di prevenire la concorrenza sleale. In caso di problemi saranno previste punizioni severe, hanno precisato poi le autorità, aggiungendo che le aziende saranno sottoposte a una rigida supervisione.
Tencent ha chiuso in calo dell'8,4%, mentre NetEase ha lasciato sul terreno piu' dell'11% a Hong Kong. Anche l'operatore di piattaforme video Bilibili e Kuaishou Technology hanno registrato delle perdite, in quanto entrambe le societa' traggono una parte sostanziale dei loro ricavi da attività legate ai giochi. Bilibili ha perso l'8,89% e Kuaishou il 6,9%.
A peggiorare ulteriormente la situazione è stata un'indiscrezione di stampa del South China Morning Post di poco fa, secondo cui il governo cinese avrebbe congelato temporaneamente l'approvazione per tutti i nuovi videogiochi online nel Paese. Nelle ultime settimane Pechino ha ampliato le proprie politiche aggressive contro diversi settori dell'economia, arrivando a danneggiare la performance dei titoli di varie società cinesi, dagli operatori dell'istruzione alle societa' fintech e al settore del gioco online.
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Nello specifico, il governo ha introdotto una nuova regola per centinaia di milioni di giovani giocatori del paese: niente videogiochi durante la settimana, sarà possibile giocare solo un'ora al giorno il venerdì, nel fine settimana e nelle festività. La disposizione fa parte di una nuova serie di misure restrittive annunciate la scorsa settimana e che hanno come obiettivo ridurre quella che le autorità cinesi definiscono una dipendenza dei minori dai videogiochi, dipendenza che è responsabile di distrarre i giovani dalle responsabilità scolastiche e familiari.
Le nuove regole, annunciate dalla National Press and Publication Administration, vietano ai minori di giocare ai videogiochi tra il lunedì e il giovedì. Negli altri tre giorni della settimana e nei giorni festivi, invece, sarà possibile giocare solo tra le 20 e le 21. Attraverso la limitazione dell'uso dei videogiochi tra i più giovani, il governo sta cercando di "proteggere in maniera efficace la salute fisica e mentale dei minori", ha riferito l'agenzia di stampa statale cinese Xinhua.
Il mese scorso, un articolo dei media statali ha criticato l'impatto negativo che i videogiochi su internet hanno sui giovani facendo crollare le azioni dei principali sviluppatori di videogames di quasi il 10% in un giorno. Tencent e NetEase hanno perso rispettivamente il 18% e il 20% negli ultimi tre mesi.