Peck, indigeribile la gastronomia di lusso: conti in rosso di oltre 2,3 mln

Via libera all'aumento di capitale da circa 6,3 mln per "dotare la società di nuovi mezzi finanziari idonei a rafforzarne il profilo patrimoniale"

di Andrea Giacobino
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Peck, conti in rosso per la gastronomia di lusso milanese

Costa caro mandare avanti la gastronomia di lusso di Peck, in mano ai quattro eredi di Pietro Marzotto che devono mettere mano al portafoglio.

Qualche giorno fa, infatti, a Milano davanti al notaio Giuseppe Gasparrini s’è presentato Paolo Opromolla nella sua qualità di presidente di Peck per guidare un’assemblea straordinaria dei soci (tutti presenti) che ha deliberato all’unanimità di aumentare il capitale senza sovrapprezzo e in forma scindibile da 6,36 milioni di euro a 12,6 milioni e quindi reperendo 6,3 milioni mediante l’emissione di altrettante nuove azioni del valore nominale di un euro cadauna.

Opromolla ha motivato agli azionisti la ricapitalizzazione (che deve chiudersi entro il prossimo 30 novembre) “per dotare la società di nuovi mezzi finanziari idonei a rafforzarne il profilo patrimoniale”. Peck, che si definisce “tempio della gastronomia” a Milano e che oltre allo storico negozio in via Spadari, ne ha altri due di cui uno in zona Porta Venezia e l’altro a CityLife, ha chiuso il 2022 con una perdita di oltre 2,3 milioni a fronte di ricavi stabili per 16,9 milioni.

Di Peck l’amministratore delegato è Leone Marzotto che ne è anche maggiore azionista con oltre il 61% fra quota diretta e indiretta, ma soci ne sono anche le sorelle Ita (12,9%), e Marina (12,3%) e il fratello Umberto (9,7%).