Pensioni e l'obbligo di destinare il Tfr nei fondi integrativi: un boomerang all'italiana
Pensioni, il sistema è sempre meno equilibrato: ci sono classi privilegiate che con pochi anni di versamenti possono andare in pensione con importi più alti di chi lavora per 40 e più anni
Trf e pensioni integrative: l'analisi
Il futuro pensionistico che lasciamo ai nostri figli e nipoti non è affatto edificante. Il problema non è di oggi, ma si trascina sin dagli anni '80 dove anche Ruggero Ravenna (1925-2022) ex sindacalista e già presidente INPS dal 1980 al 1985 dichiarava sui giornali “Non sono tranquillo per la mia pensione”. Scriveva Enrico Morelli su Capital: “il leit motiv dei consulenti finanziari che vogliono convincere i risparmiatori ad investire nei loro prodotti non è l'inflazione, ma la pensione”. Il Mondo Economico, 31 marzo 1995, in merito alla previdenza, scriveva: “... è la prospettiva per la fine del secolo: ogni lavoratore dovrà mantenere un collega inattivo. La riforma dunque è improrogabile e deve sancire il principio dei fondi integrativi che consenta di evitare il disastro finanziario”.
Ovviamente tutti i governi che si sono succeduti si sono ben guardati dall'attuare delle riforme a favore dei futuri pensionati, anzi i Parlamentari italiani, probabilmente in merito al loro futuro, che oltre a ricevere l'assegno di fine mandato, hanno trovato il modo di “integrare” le loro già importanti pensioni future, ma non dicono che il loro “TFR” deve finire nei fondi pensione integrativi.
Perché lo scrivo? Ecco la motivazione: “Pertanto, dopo le dichiarazioni del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, che ha suggerito di introdurre l’obbligo di destinare una quota del Tfr (25%) a fondi previdenziali integrativi, il Ministero del Lavoro sta preparando novità significative che saranno inserite nella legge di bilancio 2025" (Novità TFR, passerà direttamente ai fondi pensione con la nuova proposta di legge: ecco cosa dovrai fare per mantenerlo - Brocardi.it).
Domanda perché imporre? Le scelte le deve fare chi sarà il pensionato di domani e avere delle alternative. Una proposta l'ho fatta anch'io (recupera qui l'articolo), ma la decisione deve comunque essere di chi domani sarà nell'annovero dei pensionati. E poi perché ci sono classi privilegiate che con pochi anni di versamenti possono andare in pensione con importi più alti di chi lavora per 40 e più anni? Da quando si “conosce il problema”, sono passati oltre 40 anni, non è sicuramente con una pezza che si copre lo strappo, ma va proposta sempre un'alternativa che sia libera.
Un'ultima cosa attualmente abbiamo 3,4 milioni di pensionati che “sopravvivono” con meno di mille euro al mese, non sarebbe il caso di pensare a quelli che sono vicinissimi alla soglia di povertà? Ossia 690 euro al mese per una persona singola, 1.150 euro per due persone? A questo punto non mi resta che lanciare una provocazione: perché tutti quelli che oggi si occupano del futuro degli altri non provano materialmente a vivere con quanto viene erogato mediamente agli attuali pensionati?
L'INPS probabilmente ha tanti difetti perché su questo ente abbiamo scaricato di tutto, è stato anche imposto di incorporare enti di gestione di tante categorie, soprattutto quelle in “profondo rosso”, forse mal gestite? Volete alcuni esempi? L'INPDAP (Istituto Nazionale Previdenza per i Dipendenti dell'Amministrazione Pubblica), l'ENPALS (Ente Nazionale per la Previdenza e l'Assistenza per i Lavoratori dello Spettacolo), l'INPGI (Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani), mentre nel 1995 sono state assorbite la Cassa degli Artigiani e dei Commercianti, che allora erano enti con i “forzieri pieni”.
Poi una cosa importantissima: sia Amato sia la Fornero hanno cambiato le regole quando il gioco era già cominciato ed in entrambi i casi non è stato molto vantaggioso per i futuri pensionati. Ho detto tutto? Essere esaustivi non è possibile, però rimane una cosa da fare o si è TUTTI sullo stesso piano, devi avere almeno 40 o più anni di contribuzione e/o avere una certa età (escludendo le categorie”protette”), a titolo di esempio in Svizzera ci sono delle condizioni e ognuno può scegliere Prepararsi alla pensione in Svizzera (ch.ch), sarebbe interessante mettere anche un paletto: se vuoi lavorare in conto proprio o per lo Stato sospendi la pensione che ti è stata erogata (è una questione di posti di lavoro). Per concludere la formula deve essere quella contributiva per tutti altrimenti che senso ha? Mutatis mutandis – cambiato ciò che bisogna cambiare.