Pensioni e manovra, esplode la protesta delle tute blu. Sciopero della Fiom

In attesa del Cdm che vari la legge di bilancio e che i confederali decidano il da farsi, i metalmeccanici Cgil si portano avanti con uno sciopero di otto ore

di Andrea Deugeni
Lapresse
Economia
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Pensioni, manovra, fisco, crisi industriali e ammortizzatori sociali. La Fiom si porta avanti nella protesta contro la legge di bilancio che il Governo Draghi sta per varare e che arriverà in Parlamento la prossima settimana.

In attesa che Cgil, Cisl e Uil decidano il da farsi nella riunione di sabato fra i tre segretari generali, le tute blu di Corso d'Italia, nel solco della discussione a livello confederale, hanno deciso al termine di una riunione del Comitato Centrale di approvare un paccheto di otto ore di sciopero, "dando mandato alla segreteria di verificare nei prossimi giorni le modalità di attuazione, a partire dalle categorie dell’industria, in rapporto con le strutture, nel confronto con Fim e Uilm e in relazione al percorso di mobilitazione e di sciopero che Cgil, Cisl e Uil decideranno”. 

"L’assemblea generale del Comitato Centrale della Fiom-Cgil ritiene urgente - spiega infatti una nota della sigla dei metalmeccanici guidati da Francesca Re David - la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori per chiedere al Governo e al sistema delle imprese risposte in tema di crisi industriali e occupazionali, riforma degli ammortizzatori sociali, precarietà del lavoro, salute e sicurezza, sistema degli appalti e dei subappalti, pensioni e contrasto dell’evasione fiscale”. 

Sulle pensioni, visto che il primo gennaio andrà in soffitta Quota 100, l'esecutivo ha optato per il compromesso di Quota 102 solo per un anno: quindi solo per il 2022, con l'uscita a 64 anni con 38 di contributi. Poi l'impegno per discutere e valutare con le parti sociali, a partire già dal prossimo anno, una riforma organica della previdenza dal 2023.


 

Ma i sindacati continuano a minacciare mobilitazioni, mobilitazione che la Fiom ha già varato, perchè vogliono la riforma completa della legge Fornero. "Abbiamo detto con chiarezza che ci mobiliteremo se non dovessero arrivare segnali precisi di apertura alle nostre richieste sulla previdenza da parte del governo. Ma è chiaro che siamo pronti in ogni momento a riprendere il dialogo, che è sempre la strada migliore", ha detto al Giornale il leader della Cisl, Luigi Sbarra, aggiungendo che "è necessario aprire un confronto serio sul sistema pensionistico per evitare lo scalone di cinque anni dal gennaio 2022, correggere le tante storture della legge Fornero e costruire un patto tra generazioni che faccia entrare i giovani nel mercato del lavoro e inietti tanta nuova energia nel sistema produttivo".


 

"Alla base - ha sottolineato - c'è un principio: le pensioni non sono una gentile concessione, ma salario differito, frutto di tanti anni di sacrifici delle lavoratrici e dei lavoratori". Le risorse per rendere flessibili le uscite a partire da 62 anni o con 41 anni di contributi "si possono attingere dai risparmi assicurati in questi anni dalla legge Fornero e dai molti fondi non utilizzati di quota 100. La sostenibilità è garantita", ha spiegato il sindacalista che, parlando del cuneo fiscale ha messo in evidenza come "gli stanziamenti vanno destinati al taglio delle tasse a lavoratori e pensionati se vogliano dare una spinta ai consumi interni, alle attivita' economiche ed all'occupazione. Per questo vogliamo un accordo chiaro con il governo, legato alla riforma strutturale del sistema fiscale che deve puntare ad una redistribuzione piu' equa dei carichi a misure piu' efficaci di lotta all'evasione".

"Ci hanno dato solo i titoli della legge di bilancio. Così, ho chiesto a Draghi e al ministro del Tesoro se quella che ci stavano presentando era una rassegna stampa dei giornali che avevamo già letto nei giorni precedenti", ha spiegato a Repubblica il leader della Uil, Pier Paolo Bombardieri, sottolineando come sia "molto probabile" che il premier "si sia urtato, non si aspettava una presa di posizione così polemica da parte nostra. Eppure noi gli avevamo mandato molti documenti unitari, in tempi non sospetti. Mi domando se li abbia mai letti. Noi continuiamo a pensare che il dialogo sia uno strumento importante, ma se serve anche a cambiare idea. Altrimenti è solo una presa d'atto".

L'obiezione principale alla proposta di riforma delle pensioni è che costa troppo, ma "noi replichiamo che c'è un dato drogato, che mette insieme previdenza e assistenza. Se si toglie l'assistenza, si scende di 3 punti percentuali, dal 16,5% al 13% del Pil, siamo in linea con gli altri Paesi. Quanto all'età pensionabile, tutti gli altri stanno tra i 62 e i 64. E le risorse possono arrivare dai 110 miliardi di evasione fiscale annui, o dalle multinazionali che producono utili in Italia e pagano le tasse all'estero".

"Se dovesse essere confermata dal Cdm di oggi la scelta di Quota 102 sulle pensioni - ha concluso Bombardieri - la Uil non ci sta ed è pronta se necessario a scendere in piazza". Insomma, pare che la Fiom abbia aperto le danze. 

@andreadeugeni