Pensioni, dicembre più ricco col bonus anti-inflazione. Ecco gli aumenti
L’esecutivo ha firmato un decreto che prevede un adeguamento all’inflazione delle pensioni pari al 5,4% a partire dal primo gennaio 2024
Pensioni, via all'erogazione sugli assegni per contrastare gli effetti dell'inflazione
Inizia oggi, 1 dicembre, l'erogazione del bonus anti-inflazione, ovvero l’anticipo del conguaglio per calcolare la perequazione delle pensioni. Si tratta dello 0,8% che serve per recuperare gli effetti dell’inflazione effettiva del 2022, il tasso ammonta all’8,1%. Più di 21 milioni di pensionati otterranno un assegno più alto assieme al pagamento di tutti gli arretrati del 2023, che vanno dal mese di gennaio fino a quello di novembre.
L’indicizzazione all’inflazione nel 2022 ha subito un incremento. Lo scorso anno, infatti, un assegno che ammontava a mille euro mensili ha ottenuto un aumento di 73 euro (inizialmente la rivalutazione era del 7,3%). Attualmente il conguaglio è dello 0,8%, approssimativamente 8 euro, per salire a circa 1.081 euro. Si tratta di una crescita di 81 euro complessivi, bisogna poi aggiungere 8 euro per ogni mensilità da gennaio 2023 per via del conguaglio. Inoltre è bene ricordare che l’esecutivo ha firmato un decreto che prevede un adeguamento all’inflazione delle pensioni pari al 5,4% a partire dal primo gennaio 2024.
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Pensioni, il bonus per tutte le fasce
La rivalutazione al 100% viene garantita per quanto riguarda le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo Inps, si tratta di 2.101,52 euro lordi al mese. Per quanto riguarda invece tra le quattro e le cinque volte il minimo, quindi fino a 2.626,90 euro, si scende al 53%. Mentre tra 5 e 6 volte il minimo, ovvero fino a 3.152,28 euro, al 47% e tra 6 e 8 volte il minimo, fino a 4203.04 euro. Al 37% tra 8 e 10 volte il minimo, fino a 5.253,80 euro, e al 32% oltre 10 volte il minimo Inps ovvero da 5.254 euro lordi. Secondo alcune indiscrezioni nel 2024 l’esecutivo rivedrà il meccanismo in questione. Infatti la rivalutazione che riguarda la categoria tra quattro e cinque volte il minimo dovrebbe salire dall’85 al 90%.
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Grazie al principio di perequazione, meccanismo che mira ad assicurare ai pensionati un tenore di vita adeguato e costante nel tempo, l’importo dell’assegno previdenziale viene ridefinito ogni anno sulla base dell’incremento del costo della vita. Questo avviene moltiplicando la cifra ricevuta per il tasso di inflazione rilevato.