Petrolio addio, gli Emirati puntano sulle rinnovabili per divenire capitale mondiale dell'AI

La svolta di Abu Dhabi: da petro-monarchia a emirato nucleare e solare. E con il surplus di energia l'obiettivo è divenire un player centrale per i data center dell'Intelligenza artificiale

di Andrea Muratore

Abu Dhabi

Economia

Petrolio addio, gli Emirati puntano sulle rinnovabili per divenire capitale mondiale dell'AI

Da petro-monarchia a emirato nucleare e solare. A Abu Dhabi si progettano le rotte future degli sviluppi economici e industriali del Golfo e la linea d’indirizzo è chiara: bisogna iniziare a pensare al mondo nuovo. Gli Emirati Arabi Uniti lo fanno. E in questa traiettoria si saldano con le domande crescenti che il settore tecnologico internazionale ha per testare le nuove frontiere dell’innovazione tanto sul fronte della generazione energetica quanto su quello delle concrete applicazioni di tali modelli. E in quest’ultimo campo una curiosa saldatura è quella dell’intelligenza artificiale e del settore delle tecnologie di frontiera.

Emirati, l'ambizioso impegno di essere carbon neutral entro il 2050

“Negli ultimi anni, gli Emirati Arabi Uniti hanno mobilitato capitali impressionanti per costruire infrastrutture energetiche, anche per le energie rinnovabili, mentre si sforzano di rispettare il loro ambizioso impegno di essere carbon neutral entro il 2050”, nota un report del Center for Strategic and International Studies (Csis), che in particolare ricorda come il 26% della capacità di generazione energetica di Abu Dhabi sia oggi coperta dal nucleare.

Enec, l’azienda degli Emirati attiva nel nucleare, ha installato quattro reattori per la loro centrale di Barakah come perno di una strategia avviata nel 2009 con un investimento che ha prodotto importanti ricadute sull’autonomia energetica del Paese del Golfo. Inoltre, ricorda il Csis, nel 2023 il governo di Abu Dhabi “ha annunciato un pacchetto di investimenti da 54 miliardi di dollari per triplicare la sua fornitura di energia rinnovabile” nel 2030. Sono in programma investimenti massicci come un maxi parco-solare da 5 GW, Mohammed bin Rashid Al Maktoum Solar Park di Dubai, e nuove centrali nucleari.

Gli Emirati sognano di diventare capitale mondiale dell'IA

Ne risulterà un contesto in cui, grazie alla combo nucleare-rinnovabili, gli Emirati avranno un surplus di quasi 7 GW su una produzione di 30 rispetto al consumo alla fine del decennio. Con oltre il 25% di surplus il Paese potrà alimentare il progetto di diventare una capitale mondiale dell'Ia. Per sviluppare potenza di calcolo, dare spazio alle nuove tecnologie, gestire i data center servono quantità enormi di energia e solo un decimo del surplus totale basterebbe a alimentare tutti i data center proposti negli Emirati da qui a fine decennio. Ma il regno della famiglia bin Zayed vuole andare oltre.

La Strategia nazionale per l'intelligenza artificiale 2031 degli Emirati Arabi Uniti prevede un contributo al Pil di 95 miliardi di dollari l’anno (il 14% del totale) all’inizio del prossimo decennio da parte dell’AI. E l’obiettivo di Abu Dhabi è che il contributo dell’energia nucleare e delle rinnovabili a un mix energetico green e stabile per il Paese alimenti una capacità di generazione che renda il Paese appetibile per gli investimenti in potenza di calcolo e data center delle multinazionali attive nell’Ia, a partire da quelle Usa che in patria temono proprio la carenza di approvvigionamenti energetici come freno ai propri investimenti.

Non a caso il CEO di Enec Mohamed Al Hammadi è un ex alto manager del fondo sovrano di Abu Dhabi Mubadala, che è il braccio operativo del Paese negli investimenti critici e di frontiera. Quest’ultimo ha sostenuto la compagnia emiratina di Ia G42 e l'Artificial Intelligence and Advanced Technology Council del Paese nel varare, nel 2024, il fondo Mgx, che mira a raccogliere 100 miliardi di dollari per spingere sui finanziamenti alla potenza di calcolo. Il Csis ricorda che a settembre Mgx “insieme alle aziende statunitensi BlackRock, Global Infrastructure Partners e Microsoft, ha lanciato un fondo globale per le infrastrutture di intelligenza artificiale con un capitale iniziale di 30 miliardi di dollari di private equity e 100 miliardi di dollari di potenziale di investimento. Più di recente, il 21 gennaio 2025, OpenAI ha annunciato che MGX sarà uno dei primi quattro finanziatori azionari per il nuovo Stargate Project, che prevede di investire 500 miliardi di dollari nella costruzione di infrastrutture di intelligenza artificiale”, per legare la spesa in patria a quella negli Usa.

Gli Emirati si accreditano davanti a Big Tech per attrarre una spesa crescente in patria? Possibile che così sia. E il nuovo clima energetico del Paese e le opportunità  offerte dalla diversificazione produttiva garantiscono a un dinamico Stato di guardare oltre l’era del petrolio. E sono pochi, in Medio Oriente, a poterlo dire.
 

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