Pfizer rimane in Sicilia, ma conferma gli esuberi: 130 lavoratori a rischio

Sindacati imbufaliti: “Un'azienda che nel mondo contribuisce a salvare tantissime vite umane, in un sol colpo decreta la morte di Catania”

Economia
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Pfizer non lascia Catania, ma le istituzioni chiedono di ritirare i licenziamenti

Si è svolto presso la Prefettura di Catania il tavolo di crisi regionale sul caso Pfizer Italia, la cui ventilata intenzione di trasferirsi dalla Sicilia alle Marche mette a rischio il futuro di 130 lavoratori. Nel corso dell'incontro l'azienda farmaceutica ha precisato di voler rimanere sull'isola, con un piano di investimenti da 27 milioni di euro in tre anni, ma ha nel contempo confermato gli esuberi. Regione, sindacati e politica chiedono a Pfizer di dimostrare la propria intenzione di rimanere in Sicilia ritirando la procedura di licenziamento collettivo, in attesa di presentare il piano industriale per lo stabilimento catanese.

Regione Sicilia ha inoltre rimproverato a Pfizer di non averle formalmente comunicato l’intenzione di licenziare e pertanto ha richiesto di ricevere entro una settimana una relazione sul punto. I rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno sottolineato come Pfizer nel 2021 abbia fatturato 36 miliardi di dollari e per il 2022 preveda un introito di 28 miliardi: “Pfizer che nel mondo contribuisce a salvare tantissime vite umane, in un sol colpo decreta la morte di Catania”.

All'incontro era presenta anche l’ex ministra al Lavoro Nunzia Catalfo (M5S), la quale spiega: “Garantisco sicuramente l’impegno personale come parlamentare e anche quello del governo nazionale del Mise . La situazione è preoccupante e perché oltre gli esuberi pare ci sia anche una mancanza di un piano industriale. È incomprensibile come un’azienda che a livello nazionale sta investendo e guadagnando possa trascurare un sito storico come quello catanese. Bisogna avviare tutte le interlocuzioni istituzionali per scongiurare questi e altri esuberi”.

 

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