Piazza Affari irrilevante, tutti la lasciano. L'ultimo triste caso di Tod's

Fallito totalmente l'obiettivo di valorizzazione della società di moda, i Della Valle escono in punta di piedi dal listino milanese

di Simone Rosti
Diego Della Valle
Lapresse
Economia

Piazza Affari irrilevante, tutti la lasciano. L'ultimo triste caso di Tod's

Tod’s, gruppo italiano con marchi prestigiosi nel settore della moda, oltre venti anni fa si presentò alla quotazione in borsa con piani importanti di espansione e valorizzazione del gruppo. Il suo “patron” Della Valle è un imprenditore ad alta visibilità, molto amato dagli ambienti radical chic, politicamente corretto, sempre in prima linea con operazioni benemerite (come la ristrutturazione del Colosseo, i fondi stanziati per i disastri ambientali, ecc.).

Poco più di anno fa tentò di togliere Tod’s dalla borsa di Milano (“delisting”) ma l’operazione di opa (offerta pubblica di acquisto) fallì per il semplice motivo che quanto offerto non è stato ritenuto congruo al valore della società. Pochi mesi fa però Della Valle ci ha riprovato offrendo 43€ per azione anziché 40€ della volta scorsa, e stavolta è riuscito nel suo intento superando la soglia del 90%, quindi Tod’s sta per lasciare la borsa.

La sostanza però non cambia in termini di valore, parliamo comunque di una valorizzazione della società molto al di sotto del suo reale valore (e delle prospettive annunciate durante la quotazione molti anni prima). Ma la cosa più sconcertante è che stavolta non era stato previsto il fallimento dell’operazione perché, secondo il meccanismo dell’operazione, qualora non si fosse raggiunta la soglia indicata era prevista una fusione con il soggetto veicolo dell’operazione che non è quotato, pertanto il recesso sarebbe stato nei fatti obbligatorio se non si volevano tenere titoli totalmente illiquidi.

Quindi l’investitore che aveva in carico i titoli a valori ben superiori ai 43 € non ha avuto la possibilità di restare azionista in attesa di una valorizzazione adeguata della società. Ricordiamo che Tod’s negli oltre 20 anni di borsa dopo aver raggiunto picchi di 100 € è tornata pressoché alle stesse quotazioni di partenza, quindi fallendo clamorosamente l’obiettivo di valorizzazione del gruppo.

Che è successo in questi anni? Come prevedibile, una società con un flottante (ovvero la quota di azienda che fu proposta agli azionisti in fase di quotazione) intorno al 25% era facilmente gestibile e manovrabile dagli azionisti di maggioranza. Quindi, a parte le belle parole sul Made in Italy durante la quotazione, fu già allora un’operazione troppo timida da parte di una classe imprenditoriale che si fida del mercato solo fino a quando riesce a controllarlo.

Oggi molti piccoli azionisti hanno dovuto capitalizzare una perdita senza alternative, mentre Della Valle con i soci francesi di Lvmh (collegati al veicolo che ha fatto l’opa) riacquisiranno il controllo totale della società spendendo pochi spiccioli e “incassando” la probabile valorizzazione della società nei prossimi anni. La borsa è un treno dal quale si sale e si scende per interesse, sarebbe però opportuno almeno sapere la destinazione, resta l’amaro in bocca per una operazione che nel complesso, al netto dei formalismi rispettati, mette semplicemente alla luce i limiti del nostro capitalismo famigliare e non sarà un caso che da qualche anno c’è la corsa a delistare società quotate per non avere vincoli da rispettare.

E non sarà un caso che la nostra borsa di Milano ormai è una piazza totalmente irrilevante (con un rapporto rispetto al Pil fra i più bassi in Europa) popolata quasi solo da banche, società pubbliche o che gestiscono servizi in concessione, dove di industriale c’è ben poco. In borsa, per restare sul lusso, soffrono moltissimo anche società come Geox e Ferragamo (entrambe ai minimi), mentre va bene il lungimirante Cuccinelli.

Il Governo nel frattempo si sta inventando uno strumento, attraverso CDP, per investire nelle aziende molto sottovalutate. Probabilmente sarà un buco nell’acqua, questa sorta di aiutino di Stato populista sarà l’ennesimo tentativo di controllare inutilmente il mercato che corre più veloce di iniziative che stringono l’occhio a qualche imprenditore poco imprenditore (ma elettore).

E non piangiamoci troppo addosso se poi gli investitori preferiscono altre piazze dove le società sono contendibili e non una giostra sulla quale provare qualche brezza per poi andarsene. Intanto ciao Tod’s, non ci mancherai. Fa poi sorridere la dichiarazione di Della Valle dopo il successo dell’iniziativa tratteggiando un futuro roseo fuori dalla borsa… facendoci capire come certi imprenditori illuminati considerino il mercato dei capitali. Ps/ Almeno Della Valle regali un paio di scarponcini ai suoi fedeli (ma scontenti) azionisti!

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