Pil, Confindustria lancia l'allarme: "Crescita lenta e prospettive fiacche"

Buoni segnali per i consumi, mentre investimenti ed export tengono ma non trascinano. L’inflazione ancora alta in Eurozona e USA rallenta la discesa dei tassi

di Redazione Economia
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Pil: Confindustria, 'crescita lenta', industria debole e prospettive 'fiacche

Crescita lenta. Così Confindustria nell'analisi flash di luglio su congiuntura e previsioni, secondo la quale cresce (poco) il Pil in Italia, con un'industria ancora debole, rallentano i servizi, e non decolla l’export. Nel 2° trimestre 2024, evidenzia Confindustria, i servizi hanno frenato pur restando in crescita, l’industria prosegue il calo (nonostante il recupero di maggio) con prospettive "fiacche".

Buoni segnali per i consumi; investimenti ed export tengono ma non trascinano. Il timido taglio Bce ancora non si legge nei tassi per famiglie e imprese. L’inflazione ancora alta in Eurozona e USA rallenta la discesa dei tassi. Sale il prezzo del petrolio.

Inflazione: Confindustria, 'ancora alta in Eurozona, in Italia bassa e stabile'

Ancora alta l’inflazione nell’Eurozona. In Italia l’inflazione è bassa e stabile (+0,8% annuo a giugno), con i prezzi core scesi per la prima volta sotto la soglia Bce (+1,9%). Nell’Eurozona, invece, l’inflazione totale è alta, scesa solo di un decimo a +2,5% (da +2,6% a maggio) e la core è ferma al +2,9%. Il divario Eurozona-Italia nella dinamica di fondo dei prezzi è salito quindi a un punto: ciò determina un tasso reale più alto nel nostro paese. L’inflazione è ancora più alta negli USA: +3,3% annuo a maggio. Così Confindustria nell'analisi flash di luglio su congiuntura e previsioni.

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Export: Confindustria, 'prospettive non buone'

Ancora non buone le prospettive dell’export. Così Confindustria nell'analisi flash di luglio su congiuntura e previsioni. L’export italiano di beni è cresciuto in aprile (+2,1% a prezzi costanti), ma calato nei mercati extra-Ue a maggio (-2,3% in valore). Dinamica simile all’export tedesco. Le vendite italiane in Germania sono tornate in espansione, dopo un anno, stabili quelle negli Usa, ancora in calo in Cina. Prospettive negative per l’estate, secondo gli ordini manifatturieri esteri in giugno (Istat e Hcob Pmi); deboli anche le indicazioni qualitative per gli scambi globali.


Cina: Confindustria, 'continua la corsa ma dazi Ue potrebbero frenare export'

Continua la corsa della manifattura cinese, in accelerazione per l’ottavo mese consecutivo, ai massimi dal 2021. È trainata dai nuovi ordini, anche se l’aumento della concorrenza percepita dagli imprenditori rende meno rosee le aspettative. Le prospettive economiche rimangono positive, per il nuovo piano di salvataggio immobiliare varato dal Governo. Ma le tariffe introdotte dall’UE (fino a 37,6% sui veicoli elettrici cinesi) potrebbero frenare l’export del paese nei prossimi mesi. Così Confindustria nell'analisi flash di luglio su congiuntura e previsioni.Continua la corsa della manifattura cinese, in accelerazione per l’ottavo mese consecutivo, ai massimi dal 2021. È trainata dai nuovi ordini, anche se l’aumento della concorrenza percepita dagli imprenditori rende meno rosee le aspettative. Le prospettive economiche rimangono positive, per il nuovo piano di salvataggio immobiliare varato dal Governo. Ma le tariffe introdotte dall’UE (fino a 37,6% sui veicoli elettrici cinesi) potrebbero frenare l’export del paese nei prossimi mesi. Così Confindustria nell'analisi flash di luglio su congiuntura e previsioni.


Ue: Confindustria, 'Eurozona fragile'

Fragile l’Eurozona. Così Confindustria nell'analisi flash di luglio su congiuntura e previsioni. A maggio, la produzione industriale in Germania e Francia ha registrato un forte calo, rispettivamente -2,5% e -2,1%, dopo i recuperi di aprile (+0,1% e +0,6%), mentre quella spagnola è rimasta in debole aumento (+0,4% da +0,2%). A giugno, si rileva un piccolo peggioramento della fiducia nell’Area (indice ESI a 96,4 da 96,6) e delle aspettative sul mercato del lavoro (indice EEI a 100,4 da 101,2), peraltro entrambi significativamente sotto il livello medio del 2023.


Investimenti: Confindustria, Italia fa meglio dell'Europa ma prospettive incerte

Investimenti: l'Italia fa meglio dell’Europa. Lo rileva Confindustria nell'analisi flash di luglio su congiuntura e previsioni. Il totale degli investimenti in Italia ha registrato una buona crescita anche nel 1° trimestre 2024 (+0,5%), proseguendo l’espansione degli ultimi anni. Il confronto con gli andamenti negli altri paesi europei mostra che gli investimenti sono cresciuti in Italia a inizio 2024 ma non nella media dell’Eurozona (-1,5%, con +1,2% in Germania, ma -0,4%in Francia). E che in Italia sono cresciuti complessivamente molto di più rispetto ai valori preCovid: +30,7% cumulato dal 4° 2019, rispetto a +1,8% in Francia e addirittura -3,9% in Germania e -2,2% in Spagna, dove quindi gli investimenti restano sotto i valori pre-pandemia. Rispetto alla media Eurozona, in Italia sono cresciuti del 35,6% in più in questi 4 anni.

Le prospettive però sono incerte. Secondo l’indagine Banca d’Italia, le condizioni per investire nel 2° trimestre continuano a migliorare, pur restando negative (-6,5 il saldo, per tutti i settori, da un minimo di -31,1 nel 3° 2023); e le imprese vedono una spesa per investimenti in aumento nella seconda metà del 2024 (+17,8 il saldo, da +11,6). Tuttavia, gli ordini delle imprese nel settore dei beni strumentali si stanno progressivamente riducendo (-20 il saldo a giugno), segno che la domanda di macchine e apparecchiature è debole, sia dall’interno che dall’estero. Dunque, i prossimi trimestri dovrebbero registrare una frenata degli investimenti.Imprese, ma non solo. Ben oltre la metà degli investimenti fissi sono realizzati dalle imprese private (57,9% nel 2023 in Italia, dati di contabilità nazionale), ma non tutti. Un’ampia quota è realizzata dalle famiglie (27,0%) e si tratta sostanzialmente di investimenti in abitazioni. E la parte restante dal settore pubblico (15,1%), per lo più in fabbricati non residenziali. Le varie parti dell’aggregato degli investimenti fissi, perciò, rispondono a logiche e a determinanti piuttosto diverse, a seconda del settore che le realizza. È utile perciò esaminare le traiettorie delle singole componenti degli investimenti in Italia.

Gli investimenti in abitazioni hanno fornito il contributo principale (+17,3%) all’espansione complessiva nel 2019-2024, pari a oltre la metà. E sono cresciuti ancora nel 1° trimestre 2024 (+1,5%). Ma, dopo anni di espansione sostenuta (da forti incentivi), sono attesi in frenata nel breve termine, forse già a partire dal 2° trimestre appena concluso e ancor più nella seconda metà del 2024, per il decalage di tali incentivi. Viceversa, quelli in fabbricati non residenziali hanno avuto un contributo di appena +3,8% alla crescita degli ultimi anni, ma ora stanno aumentando in misura marcata (+2,2% nel 1° trimestre 2024).

Il loro trend positivo dovrebbe proseguire, in prospettiva, anche grazie alla spinta positiva esercitata dalle risorse del Pnrr. Ciò dovrebbe in parte compensare l’attesa caduta di quelli in abitazioni, per cui gli investimenti in costruzioni complessivi dovrebbero mostrare solo una lieve flessione nel corso del 2024.Nel 1° trimestre 2024 gli investimenti in macchinari e attrezzature sono scesi in modo rilevante in Italia (-1,5%), facendo seguito a una dinamica già debole nella seconda metà del 2023 (-0,6% nel 3°, +0,1% nel 4°). Ciò per l’attesa dell’implementazione del Piano Transizione 5.0, il cui ritardo sta frenando le decisioni delle imprese di nuovi investimenti. Ma a tale stop dovrebbe seguire un nuovo rilancio, con l’utilizzo del Piano. Il rallentamento recente (-2,0% dal 3° trimestre 2023) ha attenuato il differenziale positivo che l’Italia aveva accumulato rispetto all’Eurozona, che resta comunque ampio (+13,8%; con +20,3% sulla Germania, +15,8% sulla Francia, +23,5% sulla Spagna).

La spesa per investimenti in ricerca e sviluppo nel 1° trimestre 2024 ha continuato a crescere (+0,6%), dopo il forte incremento osservato in chiusura del 2023 (+2,5%). D’altra parte, questa componente ha evidenziato nel complesso un ottimo recupero rispetto al periodo pre-Covid (+15,8%). E anche il secondo maggior differenziale accumulato, in tale periodo, rispetto alla media dell’Eurozona (+41,5%), anche se il divario è minore rispetto ai singoli grandi paesi europei: +20,5% sulla Germania, +9,5% sulla Spagna. Il segno si inverte rispetto alla Francia (-2,8%): la maggiore dinamica transalpina potrebbe dipendere da migliori condizioni di contesto, in particolare le agevolazioni fiscali più elevate per la R&S.