Pil: frena la crescita in Italia, primo trimestre del 2024 debole
Il report del centro studi di Confindustria nella congiuntura flash di marzo
Pil: Confindustria, "la crescita frena, debole nel primo trimestre"
La crescita dell'Italia "frena" a inizio 2024 e si prospetta un andamento del Pil "debole" nel primo trimestre, anche se i servizi sono in "moderata salita" e l'industria "sembra stabilizzarsi". Lo rileva il centro studi di Confindustria nella congiuntura flash di marzo. "L'economia italiana - osserva il Csc - e' sostenuta da inflazione bassa, fiducia delle famiglie in aumento e servizi in crescita, mentre l'industria sembra stabilizzarsi. Vari, pero', i fattori negativi: si protrae il freno ai flussi commerciali nel canale di Suez, il petrolio continua a rincarare, il taglio dei tassi e' rinviato ancora, il credito alle imprese resta in calo". Tuttavia, secondo Confindustria, le prospettive per il 2024 sono "migliori". "Se l'anno scorso l'economia italiana e' cresciuta dell'1%, un ritmo molto piu' alto di quelli a cui eravamo abituati nel pre-Covid, nonostante la stretta Bce, e grazie anche al Pnrr, le previsioni sul 2024, finora modeste (l'ultimo Consensus indicava +0,7% per il Pil), non possono che essere piu' positive, anche perche' i tassi sono attesi in calo e il Pnrr in accelerazione".
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Confindustria, ricorda che a gennaio il nuovo indicatore Real Time Turnover (CSC-TeamSystem) "ha indicato un aumento nei servizi (+1,1%). A febbraio, il Pmi conferma che il settore e' tornato a crescere, moderatamente (52,2 da 51,2); la fiducia delle imprese, pero', ha subito una battuta d'arresto, dopo alcuni mesi di risalita. Industria convalescente". Inoltre, l'Rtt "segnala un aumento del fatturato nell'industria a gennaio (+3,2%), che suggerisce un recupero della produzione a inizio anno (-0,5% nel quarto trimestre). A febbraio, l'Hcob Pmi e' salito ancora di poco (48,7 da 48,5), ma in area di contrazione, segnalando che il calo dell'industria si attenua". L'indagine rapida Csc, infine, "rafforza l'attesa di una stabilizzazione della produzione; tuttavia, prosegue il decumulo di scorte e cala di nuovo la fiducia delle imprese manifatturiere, su livelli bassi".
Giorgetti, 'c'è discreta vitalità, rafforzare crescita'
"La nostra economia è cresciuta anche nel 2023, sebbene in ritmo inferiore e mostra una discreta vitalità". Lo afferma il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti nel corso della cerimonia del giuramento degli allievi dell'Accademia della Guardia di Finanza a Bergamo. "Rafforzare questi elementi di crescita - conclude - è necessario anche nel prossimo futuro per affrontare con maggiore fiducia lo scenario di incertezze internazionali e sostenere i segnali positivi del mercato del lavoro".
Pil: Confindustria, da revisione Istat crescita piu' robusta 2023
Dalla revisione Istat risulta che la crescita italiana e' stata "piu' robusta" nel 2023 rispetto alle stime precedenti. Lo rileva il centro studi di Confindustria nella congiuntura flash di marzo. "Il profilo trimestrale del Pil (a prezzi costanti) - sottolineano gli esperti del Csc - e' stato rivisto al rialzo: la variazione per l'intero 2023 e' pari a +1,0% (+0,9% nei dati annuali), ben piu' di quanto stimato dall'Istat a fine gennaio (+0,7%, stima preliminare). Il primo trimestre e' stato limato al ribasso di -0,1%, ma il secondo rialzato di +0,2% e il terzo di +0,1% (e anche il quarto del 2022 di +0,2%). Percio', la variazione annua del 2023 gia' 'acquisita' al terzo trimestre e' salita di 3 decimi rispetto ai dati di gennaio (da +0,7%, a +1,0%), che e' una revisione molto marcata visto il basso ritmo di crescita di partenza. Anche il trascinamento al 2024 e' salito, da +0,1% a +0,2%".
La revisione Istat, ricorda Confindustria, coinvolge anche altre variabili economiche. "Le unita' di Lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula) - osserva il Csc - mostrano ora una dinamica piu' alta nel 2023 (+2,2% annuo): in particolare, nei primi 3 trimestri crescono di +0,2% a trimestre in piu' rispetto ai vecchi dati. Il deficit della pa nel 2023 e' stimato piu' ampio: 7,2% del Pil, dal 5,3% previsto dal governo a settembre, per il forte incremento della spesa in conto capitale connessa ai crediti d'imposta (Superbonus, Transizione 4.0)".
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Per gli investimenti fissi, con i dati aggiornati, non si vedono piu' riduzioni nel corso del 2023. Il "dato peggiore - evidenzia ancora Confindustria - e' il secondo trimestre piatto, mentre il primo registra ora una forte crescita. Nei dati diffusi in precedenza (dicembre 2023), invece, il primo era debole, vi era stato un crollo nel secondo e un piccolo calo anche nel terzo. A cio' si aggiunge un balzo, inatteso, nel quarto. Come risultato, la crescita degli investimenti nel 2023 e' ora di +4,9% (di cui +4,2% acquisito al terzo), mentre prima della revisione la variazione acquisita al terzo era di +0,4%. Dunque, da quasi stagnazione a forte espansione".
Sui consumi delle famiglie, invece, spiegano gli esperti di Confindustria, "la revisione e' stata minore, ma comunque significativa: +0,2% a trimestre nella prima meta' del 2023, rilevante specie per il secondo che nei dati prima della revisione aveva una dinamica piatta. In questo caso, la variazione acquisita al terzo e' invariata, perche' l'Istat ha rivisto in pari misura e in direzione opposta anche la dinamica nel 2022. Anche i consumi della pa sono stati rivisti al rialzo nel 2023, molto piu' di quelli privati: in media, +0,3% a trimestre nei primi 3; la variazione acquisita al terzo trimestre e' salita da -0,4% a +1,1%, con un intero 2023 che registra un +1,2%. Siamo passati, quindi, da una piccola flessione della spesa pubblica, a un deciso aumento. Forte decumulo di scorte. A fronte di piu' alti investimenti (+0,8 il maggior contributo al Pil, nei primi 3 trimestri) e anche consumi totali (+0,4), la revisione ha abbassato molto la dinamica delle scorte (-1,0)".
Bce: Confindustria, inflazione alta, taglio tassi a giugno
L'inflazione e' "ancora alta" nell'Eurozona e il taglio dei tassi sembra rinviato a giugno. Lo rileva il centro studi di Confindustria nella congiuntura flash di marzo. "L'inflazione italiana - spiega il Csc - e' rimasta bassa e stabile a febbraio (+0,8% annuo), con i prezzi energetici (-17,3%) che non risentono finora del caro-petrolio e quelli core in frenata (+2,2%). Tuttavia, nella media Eurozona, pur scendendo (+2,6% da +2,8%, con la core al +3,1%), l'inflazione resta sopra la soglia Bce del +2%. Inoltre, le attese di inflazione a un anno sono salite (2,4% nell'Eurozona, 2,5% negli Usa). Percio', a marzo, la Bce ha lasciato i tassi fermi (4,50%) e la Fed e' attesa fare altrettanto (5,50%). I mercati hanno spostato in avanti (giugno) l'attesa del primo taglio".