Pil, nel 3º trimestre su del 2,6%. Record inflazione: mai così alta dal 2008

L'Istat conferma la crescita dell'economia italiana. Mentre i rincari energetici e di materie prime spingono l'indice dei prezzi a novembre in rialzo del 3,8%

Economia
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Pil, l'istat conferma la crescita del 2,6%, in rialzo del 3,9% sul 2020 

L'Istat conferma le stime sulla crescita, mentre l'inflazione corre ancora, toccando record storici, con l'ombra degli aumenti di energia e materie prime sulle spalle.  Nel terzo trimestre del 2021 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 2,6% rispetto al trimestre precedente e del 3,9% nei confronti del terzo trimestre del 2020. La crescita congiunturale del Pil diffusa il 29 ottobre 2021 era stata anch’essa del 2,6%, mentre quella tendenziale era stata del 3,8%.

Il terzo trimestre del 2021, spiega l'istituto di statistica, ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al terzo trimestre del 2020. La variazione acquisita per il 2021 è pari a +6,2%.

Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in aumento, con un incremento del 2,2% dei consumi finali nazionali e dell’1,6% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute, rispettivamente, del 2,1% e del 3,4%.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per +2 punti percentuali alla crescita del Pil: +1,7 punti i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private Isp, +0,3 gli investimenti fissi lordi e un contributo nullo della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (Ap).

Anche la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil in misura di +0,1 punti percentuali, mentre la domanda estera netta ha contributo per +0,5 punti percentuali. Si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto di industria e servizi, cresciuti rispettivamente dello 0,7% e del 3,4%, mentre il comparto dell’agricoltura e della pesca registra una riduzione del 2,1%.

Commentando i dati, Istat scrive: "La stima completa dei conti economici trimestrali conferma una ripresa congiunturale sostenuta dell’economia italiana nel terzo trimestre, in misura pari al 2,6%, analogamente a quanto anticipato dalla stima preliminare. In termini tendenziali, la crescita rispetto al terzo trimestre del 2020 è risultata pari al 3,9% (era del 3,8% nella stima preliminare)".

"Il risultato ha beneficiato - spiega l'istituto di statistica - per il secondo trimestre consecutivo di un forte recupero del settore dei servizi di mercato, di una crescita dell’industria, mentre è risultato ancora in flessione il settore agricolo. Dal lato della domanda, a sostenere la crescita del Pil sono stati soprattutto i consumi privati, ma contributi significativi sono venuti anche dagli investimenti e dalla componente estera. Le ore lavorate sono cresciute dell’1,4% in termini congiunturali, le posizioni lavorative dello 0,2%, mentre i redditi pro capite sono aumentati dello 0,5%".

(I dati sull'inflazione in Italia...) 

Istat, l'inflazione a novembre sale al 3,8%, ai massimi da settembre 2008

Secondo le stime dell'Istat a novembre l’indice nazionale dei prezzi al consumo al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,7% su base mensile e del 3,8% su base annua (da +3,0% del mese precedente). Si tratta - segnala l'istituto di statistica - del livello più alto da settembre 2008.

A spingere l'ulteriore accelerazione su base annua dell’inflazione sono ancora una volta i prezzi dei beni energetici (da +24,9% di ottobre a +30,7%) e, in particolare, a quelli della componente non regolamentata (da +15,0% a +24,3%), mentre la componente regolamentata, pur mantenendo una crescita molto sostenuta, registra un lieve rallentamento (da +42,3% a +41,8%).

Accelerano rispetto al mese di ottobre, ma in misura minore, anche i prezzi dei beni alimentari sia lavorati (da +1,0% a +1,7%) sia non lavorati (da +0,8% a +1,5%) e quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +3,6%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (+7,9%) e, in misura minore, degli Alimentari lavorati (+0,9%) e non lavorati (+1,4%). Diminuiscono, invece, per ragioni ascrivibili per lo più a fattori stagionali, i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,7%).

Su base annua accelerano sia i prezzi dei beni (da +4,2% a +5,3%) sia quelli dei servizi (da +1,3% a +1,7%); il differenziale inflazionistico tra questi ultimi e i prezzi dei beni rimane negativo (-3,6 punti percentuali), ampliandosi rispetto a quello registrato a ottobre (-2,9).

L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,9% per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo.Lo comunica l'Istat segnalando come l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe da +1,1% di ottobre a +1,4%.

Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento dello 0,8% su base mensile e del 4,0% su base annua (da +3,2% di ottobre). Inoltre accelera il cosiddetto carrello della spesa con una crescita dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +1,0% a +1,4%) e di quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +3,1% a +3,8%).

(L'incidenza di inflazione sul carrello della spesa...) 

Inflazione, l'incidenza sul "carrello della spesa" 

La nuova avanzata per il tasso di inflazione pesa anche sul carrello della spesa che segna una variazione su base annua del +1,4%. "L'andamento del cosiddetto 'carrello della spesa', pur in crescita, si conferma anche questo mese al di sotto dei valori complessivi dell’inflazione - spiega Carlo Alberto Buttarelli, direttore Relazioni con la filiera e Ufficio studi di Federdistribuzione. 

Questo dato rappresenta la cifra distintiva del nostro settore, costituito da grandi imprese della distribuzione impegnate a mantenere alti livelli di efficienza, oltre a essere naturalmente caratterizzate da una corretta concorrenza orizzontale. Resta sempre alta l’attenzione a contenere l’effetto degli aumenti dei costi delle materie prime, condizionati da fenomeni su scala globale con scostamenti che vanno ben oltre le cicliche oscillazioni dei prezzi".

E aggiunge: "Si tratta tuttavia di una tensione inflattiva che potrebbe avere maggiori conseguenze sul 'carrello della spesa' a partire dall’inizio del nuovo anno. È quindi necessario continuare a monitorare quale sarà la portata e la durata degli aumenti che stanno coinvolgendo una serie di materie prime, valutando soluzioni opportune che tutelino la difesa del potere di acquisto degli italiani. Non possiamo infatti pensare che i rincari ricadano sulle famiglie, aggravando pesantemente i loro bilanci e rischiando di compromettere la ripresa dei consumi e in ultima analisi del sistema economico del Paese".

(Segue il dato dell'inflazione in Germania...) 

Germania, l'inflazione vola al 6% a novembre, superando le stime 

Situazione simile anche in Germania, dove l'indice dell'inflazione, armonizzato agli standard Ue, è balzato al 6% a novembre su base annua dal 4,6% di ottobre. Si tratta della stima preliminare e supera la previsione media di un +5,5%. Su base mensile si registra un rallentamento a +0,3% da +0,5% del mese prima, ma gli economisti puntavano su un -0,2%. L'indice nazionale dei prezzi al consumo registra un rialzo tendenziale del 5,2%, il maggior incremento dal 1992