Pirelli,Goldman raccomanda il "sell": 4 ragioni per non tenerla in portafoglio

Un report della banca d'affari Usa taglia il target price al gruppo degli pneumatici. Giù in Borsa

Foto LaPresse
Economia
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Goldman Sachs boccia il titolo Pirelli raccomandando agli investitori di vendere, assegnando un prezzo obiettivo (target price) di 4,7 euro (da 4,8 euro), oltre 20 centesimi in meno di quanto quoti ora a Piazza Affari (4,928 euro). In un report ad hoc sul gruppo degli pneumatici, gli analisti della banca d’affari americana elencano le quattro ragioni percui bisogna “vendere” il titolo, giudizio che ovviamente si è subito fatto sentire a Piazza Affari dove le azioni sono subito scivolate in fondo al listino milanese, conquistando la maglia nera (quasi -2% a metà seduta).


Il report di Goldman Sachs sul settore degli pneumatici e su Pirelli

La prima ragione è che i mercati finali degli pneumatici sono diventati più competitivi. La seconda è che per il gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera c'è spazio limitato di espansione dei margini del gruppo nei prossimi anni. La terza è che l'elettrificazione dell'auto è un'opportunità per Pirelli, ma Goldman Sachs vede poco impatto nel medio termine. E infine per gli analisti della banca d’affari "al nostro target, Pirelli manca di margine di rialzo relativo" rispetto al settore.

Allargando la view agli altri gruppi del settore, Goldman, che prevede una rotazione sui titoli del comparto pneumatici, ha comunque lasciato invariato a "neutral" il rating sulla rivale francese di Pirelli, Michelin, il cui target price è stato aumentato da 130 a 136 euro per azione.

"Riteniamo che le pressioni sul mercato degli pneumatici per vetture per passeggeri rappresentino un vento contrario per Pirelli, mentre ci aspettiamo di vedere benefici per Michelin dall'aumento del capex nel settore delle macchine per l'industria mineraria", hanno scritto. macchine per l'industria mineraria

Goldman Sachs fa notare che i produttori europei di pneumatici hanno avuto performance del 20% migliori rispetto ai produttori di componenti per auto negli ultimi tre anni, ma si potrà assistere a un cambiamento ciclico: "La sovraperformance può essere attribuita alla preferenza degli investitori per i titoli degli pneumatici, che sono relativamente difensivi, visto che generano il 75% delle vendite con la sostituzione di gomme usurate. Tuttavia, prevediamo un periodo di prevedibile e solido aumento della produzione, con un minore margine di sostituzione, tanto più che i volumi sono già ai livelli del 2019", hanno detto.

Un altro tema è quello dei prezzi delle materie prime, che sono cresciuti in modo significativo negli ultimi sei mesi e la maggior parte dei produttori di pneumatici hanno risposto annunciando aumenti dei prezzi a livello globale: "Il tema riguarda sia Michelin sia Pirelli e prevediamo un impatto positivo dal rapporto tra price/mix e materie prime nel corso dell'anno. Tuttavia crediamo che questa dinamica sia ben compresa dal mercato e si rifletta già nelle stime", si legge.

Infine, gli analisti di Goldman fanno notare che "sia Michelin sia Pirelli "sono fortemente esposte al segmento pneumatici premium, un segmento che ha ampiamente fatto meglio del mercato. Tuttavia, le maggiori prospettive di crescita e una redditività attraente hanno portato a un forte aumento della capacità produttiva negli ultimi tre anni e hanno fatto scendere i livelli di utilizzo di questo tipo di pneumatici a circa l'80%, mettendo sotto pressione le opportunità sui margini".