Plastica, ne riutilizziamo appena il 17%. Flop totale il riciclo in Italia

Per ogni nuovo prodotto serve l'83% di plastica vergine. Il report che uccide la raccolta differenziata, il conto lo pagano i Comuni: ed è carissimo

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Economia

Plastica, che beffa dopo vent'anni di riciclo. I veri numeri

La raccolta differenziata della plastica in Italia va male. Uno studio del laboratorio REF Eco-design certifica la reale situazione, e non è confortante dopo vent'anni di riciclo. Nel 2020, - si legge sul Fatto Quotidiano - su 3,7 milioni di tonnellate di rifiuti plastici in Italia, solo 1,6 milioni (42%) sono stati differenziati e, di questi, il 39% avviato a riciclo. Il resto finisce negli inceneritori o, peggio, in discarica. “Le azioni per ridurre la produzione di rifiuti sono mancate per 20 anni, ci siamo concentrati completamente sul riciclo - ammette Helmut Maurer, ex funzionario dell'unità rifiuti della Commissione Ue. L’economia circolare per la plastica è un mito, il riciclaggio è un processo complesso con grande produzione di CO2. Le componenti della plastica non si possono fondere, si va fuori dal cerchio, perché bisogna aggiungere nuovi additivi chimici e nuova plastica".

Gli imballaggi - prosegue il Fatto - sono la bestia nera dell’inquinamento da plastica, cioè il 95% della plastica raccolta in Italia. Colpa anche del fatto che “solo gli imballaggi di plastica vengono raccolti per il riciclo, spingendo la macchina della produzione”, spiega Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe. Ormai si mette un imballaggio per qualunque cosa: frutta sbucciata, verdure, singole merendine. Il packaging fa il prodotto, come ha scritto Confindustria in un documento inviato agli europarlamentari per fare lobby. L’economia circolare in questo campo è un mito: la reimmissione sul mercato è marginale, i costi li pagano i Comuni.

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