Pnrr, la terza rata arriva ma decurtata. Bruxelles fa pagare a Roma i ritardi

L'Ue ha lanciato l'ultimatum al governo italiano. I mancati pensionati studenteschi determinanti sul "taglio". Ecco di quanto scende il bonifico

di Redazione Economia
Fitto.Giorgetti.Gentiloni
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Pnrr, i 500 mlioni in meno sull'assegno. Ira del governo per la terza rata "tagliata"

Bruxelles ha deciso, la terza rata del Pnrr per l'Italia arriverà ma l'importo del bonifico che partirà in direzione Roma non sarà di 19 miliardi come inizialmente previsto ma subirà una decurtazione. Pagamento parziale della terza rata. Ma solo per la parte relativa ai posti letto per gli studenti. Cinquecento milioni - si legge su Repubblica - da trasferire sulle tranche successive. Preferibilmente la quinta. La Commissione Ue tenta così l’ultima mediazione con il governo italiano per provare ad accelerare sui 19 miliardi del Pnrr relativi agli obiettivi al secondo semestre 2022. Quei soldi sono ormai fermi al palo dal 1 marzo scorso. Il ritardo è gigantesco. Quasi cinque mesi. La preoccupazione negli uffici di Palazzo Berlaymont comincia a toccare picchi molto elevati. La paura che da Roma si scelga una linea di incomprensibile rigidità serpeggia nel desk che si occupa del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del nostro Paese.

L’idea, allora, è di sospendere solo la parte relativa ai posti letti per gli studenti universitari. Tutti gli altri “target” vengono invece dati per acquisiti. Secondo la Commissione, però, su quella parte vacante e inevasa non si può far finta di niente. Si tratta in realtà di poco più di 500 milioni su un importo di 19 miliardi. La mediazione suggerita consiste nel rinviare il pagamento di questo mezzo miliardo. Una quota che non verrebbe quindi persa. Insomma una linea dura che viene giudicata irragionevole. Anche alla luce della decisione di Palazzo Chigi di formulare la revisione complessiva del Pnrr ad agosto. Con un inevitabile effetto di ritardo a catena per tutti i pagamenti.

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Per di più, i problemi di Roma con il Pnrr destano sempre maggiore allarme. Le modifiche richieste alla quarta tranche - prosegue Repubblica - ne rallenteranno inevitabilmente il pagamento almeno fino a dicembre. Palazzo Chigi può trovarsi dunque dinanzi ad una sorta di “ingorgo” in cui non vengono versati né i 19 miliardi della terza, né i 16 della quarta. "Le questioni relative alla terza e quarta rata – ha detto ieri Fitto - sono esclusivamente questioni collegate alle scelte e alle indicazioni del precedente governo. Piuttosto che venire qui e fare polemica con il precedente governo, stiamo lavorando per trovare soluzioni". Resta il fatto che la scelta a questo punto spetta solo al governo italiano.

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