Ponte Morandi, Chigi-Mit parti civili.Castellucci: istanza per ricusazione Gip

Al via il processo per il disastro di Genova che causò 43 vittime

Economia
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Palazzo Chigi e Ministero delle Infrastrutture parti civili nel processo sul crollo del Ponte Morandi. La presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili hanno chiesto di costituirsi parte civile nel corso dell'udienza preliminare che e' iniziata questa mattina in merito al crollo del cavalcavia sul Polcevera avvenuto il 14 agosto del 2018 e gestito da Autostrade per l’Italia. Una tragedia che causò 43 vittime. Oltre alle persone fisiche sono indagate anche le società Aspi e Spea.

Le accuse, a vario titolo, sono di crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, omicidio stradale, omicidio colposo plurimo, falso, omissione d'atti d'ufficio e rimozione dolosa di dispositivi per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Il giudice, Paola Faggioni, ha fissato tre udienze a settimana fino a tutto il mese di dicembre. Anche il comune di Genova che la Regione Liguria si costituiranno parte civile al processo.

Intanto, gli avvocati difensori di Giovanni Castellucci, ex ad di Aspi, Paolo Berti, ex direttore generale, Michele Donferri Mitelli, ex direttore generale delle manutenzioni e gli ex dirigenti e tecnici Stefano Marigliani, Massimo Meliani e Paolo Strazzullo (tutti indagati), hanno depositato presso la Corte di Appello l'istanza di ricusazione del Gup.

In particolare gli avvocati sostengono che il giudice non possa decidere se rinviare o meno a giudizio gli imputati perche' nel 2019 era stata proprio lei a firmare l'ordinanza di custodia cautelare con cui vennero messi agli arresti domiciliari Castellucci e gli ex vertici di Aspi nell'ambito dell'inchiesta sulle barriere fonoassorbenti pericolose.

Dopo il crollo la guardia di finanza aveva, infatti, avviato altre indagini anche sui falsi report sullo stato di salute dei viadotti liguri, sulle barriere fonoassorbenti pericolose e sulle gallerie: nel registro degli indagati finirono le stesse persone e cioè gli ex vertici di Aspi e Spea. Il giudice Faggioni, sostengono i legali, in quel provvedimento espresse una valutazione anche sul complessivo quadro emerso dalle indagini svolgendo considerazioni anche sui fatti relativi all'inchiesta principale. Ed è proprio per questo che hanno pensato alla strategia della ricusazione che verrà presentata alla Corte di appello in apertura dell'udienza preliminare.