Prada, Bertelli passa il testimone al figlio: chi è il futuro ceo

L'amministratore delegato della maison parla di cambio ai vertici "fra 3 o 4 anni". Dal marketing al rally: il ritratto di Lorenzo Bertelli

di Marco Scotti
Lorenzo Bertelli
Economia
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Rampollo doc di 33 anni, laureato in filosofia e con un patrimonio teorico di 11,4 miliardi

C’è sempre un momento nelle imprese di famiglia in cui il padre (o patriarca) decide di passare il testimone ai figli. Salvo qualche rara eccezione – come nel caso delle turbolente vicende di Bernardo Caprotti patron di Esselunga o della guerra intestina al clan De Benedetti tra l’ingegnere da una parte e i figli Marco e Rodolfo dall’altra – questo cambio di passo avviene in maniera naturale, raramente traumatica. 

Doris e Berlusconi, ad esempio, hanno già da tempo dato il via libera alla seconda generazione nelle loro creature, e i risultati danno loro ragione. Per questo, quando Patrizio Bertelli, amministratore delegato del gruppo Prada (e 622° uomo più ricco del mondo secondo Forbes) ha annunciato di essere pronto a cedere il passo si è capito che iniziava a tirare una nuova aria nella galassia del lusso.

Bertelli, 75 anni, ha dichiarato che il figlio Lorenzo “ha l’attitudine giusta” e che questo passaggio è un fatto normale. Per il momento Miuccia, la madre che di anni ne ha 72, non si è ancora pronunciata. D’altronde, se il marito è la parte più squisitamente operativa, è lei che ha da sempre dettato la linea creativa della maisonForbes attribuisce alla stilista lo stesso patrimonio del marito, cioè 5,7 miliardi.

E poiché l’aritmetica è piuttosto semplice significa che il figlio Lorenzo può contare su un patrimonio teorico di 11,4 miliardi. Diciamo che è un buon punto di partenza. Il giovane – ha 33 anni – è laureato in filosofia e ha una passione per i rally. Nel 2016, con la sua Ford Fiesta RS WRC ha partecipato al mondiale chiudendo con 5 punti al ventiduesimo posto assoluto.

La sua prima e unica vittoria nella categoria WRC2 del modiale di rally 

Non si tratta di una carriera memorabile la sua anche se nel 2014, nella categoria inferiore WRC2 ha conquistato la sua prima e unica vittoria. Ma è naturale che Lorenzo Bertelli abbia ben presto preferito tornare ritornare a occuparsi degli affari di famiglia. L’azienda, infatti, si compone di quattro brand dell’abbigliamento (Prada, Miu Miu, Church’s e Car Shoes), cui si aggiunge la Pasticceria Marchesi.

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Il 2020 si è chiuso con un fatturato di 2,42 miliardi, in calo del 24% rispetto all’anno precedente. Ma è ovvio che prendere lo scorso anno come termometro dello stato di salute di un’azienda sarebbe quantomeno miope. Tant’è che nei primi nove mesi del 2021 si è registrato un fatturato di 1,91 miliardi, in crescita del 52%

Ma torniamo alla successione: Patrizio Bertelli, parlando della possibilità che il figlio Lorenzo gli subentri ha provato anche a dare un orizzonte temporale di tre o quattro anni. Il figlio, più sornione, ha dichiarato che le successioni vanno preparate con calma, altrimenti si rischia soltanto di fare confusione. Al momento, Bertelli jr è già in azienda con il ruolo di group marketing director & head of corporate social responsibility. Inoltre è il presidente di Aura, cioè il consorzio sulla blockchain che Prada ha costituito insieme a Lvmh e Cartier e in cui è entrato anche la Otb di Renzo Rosso.

Tra l’altro, sempre a livello operativo, Bertelli Jr – che a maggio ha partecipato al suo primo consiglio di amministrazione del gruppo – potrebbe essere chiamato a prendere importanti decisioni già nelle prossime settimane.

I colloqui tra Farftech e Richemont per la cessione di Ynap

Succede, infatti, che i colloqui tra Farftech e Richemont per la cessione di Ynap (Yoox Net a Porter, la creatura di Federico Marchetti) possano essere estesi anche ad altri soci. Tra cui, per l’appunto, Prada. “Siamo aperti a tutte le opportunità - ha affermato Lorenzo Bertelli - e nvestire nel digital e nelle piattaforme e-commerce è per noi di cruciale interesse. Sono ipotesi da valutare, anche se al momento mi sembra prematuro”.

Ma, al di là delle note di costume, l’annuncio della successione è anche un chiaro segnale agli investitori: l’azienda non si vende, il progetto di multinazionale “di famiglia” prosegue spedito. Un messaggio che, insieme all’obiettivo di raggiungere 4,5 miliardi di fatturato entro il 2026, ha convinto i mercati: le azioni del gruppo alla Borsa di Hong Kong hanno guadagnato oltre il 6% tra ieri e oggi. E se buon sangue non mente...