Prato, colosso giapponese compra il 49% dell'azienda tessile Giolica

La "testa" rimane però in Italia nelle mani dei fondatori Nicola Guarducci, Franco Lay e Lorenzo Marini

Tessuto Giolica
Economia
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Giolica, entrano nel capitale col 49% i giapponesi di Stylem Takisada-Osaka

Prosegue l'avanzata del colosso nipponico del tessile Stylem Takisada-Osaka nell'area di Prato, dove era sbarcato già nel 2013 con un lanificio destinato alla produzione per il mercato cinese.

La notizia di oggi è il suo ingresso nel capitale dell'azienda italiana Giolica, anch'essa attiva nel tessile a Prato con un fatturato di 10 milioni di euro e 13 dipendenti. Stylem Takisada-Osaka era già partner dei soci fondatori di Giolica, Nicola Guarducci, Franco Lay e Lorenzo Marini, che pare stesse corteggiando da tempo. Ora è riuscita ad accapararsi il 49% delle quote garantendo però che la gestione dell'azienda italiana resterà in mano ai tre soci fondatori.

“Prato può essere punto di riferimento nel mondo e aprire una nuova via, formando una nuova generazione di manager nel settore”, dichiarano. A generare l’interesse dei giapponesi, infatti, è stato proprio l’approccio manageriale dell’azienda pratese, che produce tessuti da abbigliamento per alcuni dei principali brand moda nel mondo.

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L'operazione industriale porterà a Stylem Takisada-Osaka, fondata nel 1864 e forte dei suoi 520 milioni di euro di fatturato e 695 dipendenti diretti, un partner manifatturiero che sebbene più giovane, in quanto fondato nel 2008, si è già rivelato competente e attento alle evoluzioni del mercato. Per Giolica significherà, invece, poter contare su nuovi sbocchi commerciali.

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Giolica guarda, dunque, all'internazionalizzazione partendo però dall'attenzione alla filiera e alla qualità: “Le competenze e le relazioni sono i valori del distretto che vanno salvaguardati per avere successo. Se non seguiamo un’etica finiamo per distruggere il sistema che ci alimenta”.

È proprio con l’idea di sostenere il sistema che i soci di Giolica hanno recentemente dato vita a una holding dal nome programmatico, Sviluppo Prato che ha già dato vita alla prima start-up: Lane di Prato. “La mission è esplicita: diventare un aggregatore di eccellenze pratesi e dare nuova linfa a imprese medio-piccole dalle alte potenzialità”.