Privatizzazione di Poste, in Borsa a luglio. Corsa all'incarico dalle banche
Il gruppo del Pd ha votato contro la privatizzazione e ha presentato un parere alternativo
Privatizzazione di Poste, via libera dalle Commissioni alla Camera
Le commissioni parlamentari competenti hanno espresso ieri parere favorevole alla continuazione del processo di privatizzazione di Poste Italiane. La commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera ha dato il suo assenso, con quattro osservazioni e nessuna condizione, al Dpcm riguardante la cessione di un'ulteriore quota di Poste italiane da parte del Ministero dell'Economia. Il documento, relazionato da Antonio Baldelli del FdI, è stato approvato dai soli gruppi della maggioranza con 14 voti a favore e n contrari. Il parere comprende quattro osservazioni. Queste includono un invito a dare priorità al processo di offerta pubblica di vendita, coinvolgendo quindi anche risparmiatori e dipendenti. Nel caso in cui la cessione portasse la quota pubblica al di sotto del 50%, si raccomanda di "prevedere specifici strumenti a tutela degli interessi pubblici coinvolti, anche alla luce della normativa vigente sui patti parasociali". La quota della cessione potrebbe essere del 14,6%. C'è pressing da parte delle banche per accreditarsi nel collocamento: dai contatti in corso emerge che il piazzamento in Borsa dovrebbe avvenire nei primi giorni di luglio.
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Nel testo si sollecita il Governo a considerare l'opportunità di "dare priorità nelle operazioni di alienazione a un'offerta pubblica di vendita rivolta ai risparmiatori italiani, inclusi i dipendenti di Poste Italiane, anche favorendo, come previsto dallo stesso schema di Dpcm, la partecipazione dei risparmiatori mediante l'attivazione di forme di incentivazione, quali quote dell'offerta riservate e agevolazioni di prezzo, in particolare per i dipendenti di Poste". Si chiede anche di "garantire la massima valorizzazione delle quote cedute e che, in questo contesto, la successiva quotazione in Borsa sia preceduta da una valutazione del valore di mercato delle quote cedute, con l'auspicio di un successivo apprezzamento". Nel parere si richiedono "azioni atte a non compromettere l'occupazione aziendale, la sua presenza diffusa sul territorio, specialmente nei Comuni montani e insulari, e a non interrompere il potenziamento dei servizi offerti, soprattutto nelle aree più svantaggiate, e il progetto Polis".
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Il gruppo del Pd ha votato contro la privatizzazione e ha presentato un parere alternativo nel quale si afferma, tra le altre cose, che attualmente non sono stati forniti dal governo elementi sugli effetti di riduzione del debito che potrebbero derivare dalla vendita di quote azionarie. Anche la commissione Ambiente del Senato ha dato parere favorevole sullo schema di Dpcm, con Claudio Fazzone (FI) come relatore. La stessa approvazione è arrivata dalla commissione Finanze di Palazzo Madama, che ha rilevato che "la tempistica di alienazione consente di scegliere le condizioni di mercato più favorevoli; la procedura assicura l'obiettivo di massimizzare l'incasso di risorse destinate a ridurre il debito pubblico, in linea con il piano previsto per il biennio 2024-26, senza compromettere il controllo pubblico della società stessa, mantenendo un'opportuna coerenza e unitarietà di indirizzo strategico".
Infine, si nota "che il piano industriale offre prospettive di aumento del valore della stessa e conseguentemente di rafforzamento del titolo nei mercati azionari". La commissione Bilancio del Senato, con Nicola Calandrini (FdI) come relatore, ha espresso osservazioni "non ostative" sullo schema di Dpcm. Nuovo piazzamento. Il Parlamento: privilegiare dipendenti e piccoli risparmiatori.