Prosieben, Mfe: attesa per i nomi del board. No a manager italiani
In un’eventuale lista presentata da Mfe non ci sarà nessun “italiano” a venire indicato
Prosieben, l’intenzione di Mediaset è andare a vedere le carte sui nomi del board
A Cologno Monzese per il momento Mfe aspetta. L’azienda, fino a pochi giorni fa conosciuta come Mediaset aspetta di capire che cosa voglia fare Prosieben da qui a marzo, quando dovrà essere presentato la lista del board. Il prolungamento del contrato di Rainer Beaujean fino al 2027 sicuramente non è una mossa che ha fatto piacere alla società della famiglia Berlusconi che potrebbe decidere di salire fino alla soglia dell’Opa sulla società tedesca fissata al 29,9%.
La scorsa settimana la Reuters aveva scritto che Mfe non sarebbe stata a conoscenza dei cambiamenti nel management di ProSieben, in particolare per quanto riguarda l’elezione di Andreas Wiele a presidente e l’allungamento del contratto a Beaujean. Per questo, in una comunicazione inviata alla Bafin – l’equivalente della nostra Consob – il Biscione ha voluto confermare che esiste la possibilità di presentare una propria lista per il board visto che detiene più del 5% delle azioni. Però attenzione: possibilità non vuol dire che necessariamente dovrà accadere proprio questo.
Secondo quanto può confermare Affaritaliani.it, infatti, l’intenzione di Mediaset è andare a vedere le carte, scoprire i nomi del board che verranno svelati a marzo e decidere se appoggiare o meno le persone indicate. Non basta: fonti accreditate riferiscono che in un’eventuale lista presentata da Mfe (ribadiamo, eventualità ancora tutta da verificare) non sarà nessun “italiano” a venire indicato.
La certezza, infatti, è che ci siano manager e personalità tedesche indipendenti di grande spessore, capaci di incarnare cioè che Mediaset sta cercando per migliorare ulteriormente il proprio investimento. Dunque, un atteggiamento conservativo: se la lista che verrà annunciata dovesse venire incontro alle esigenze di Cologno Monzese, non c’è nessuna intenzione di mettersi a fare la guerra.
Altrimenti invece si potranno valutare profili alternativi, senza però pescare dal bacino italiano. Intanto, il titolo ha chiuso male in borsa a Milano: le azioni di tipo A hanno perso il 6,74%, mentre quelle di tipo B hanno lasciato sul terreno oltre il 5,5%