Pulcini in sovrappeso e malati: ecco i polli che arrivano nei nostri piatti
In queste condizioni, molti polli subiscono gravi conseguenze sulla propria salute, come malattie ossee compromettendo lo sviluppo degli organi vitali
Pulcini deformi e "malati": ecco il lato oscuro dell'industria avicola
Molti di noi non sanno cosa accade dietro le quinte dell'industria avicola quando acquistiamo una confenzione di pollo al supermercato. Raramente pensiamo al viaggio che fa un semplice pollo prima di finire nel nostro piatto. Ma dietro l'apparenza innocua delle vaschette di carne si nasconde una realtà sconcertante e poco conosciuta: i pulcini deformi, cresciuti in modo innaturale, destinati alla macellazione in tempi rapidissimi.
Immaginatevi un pulcino che, in sole cinque settimane, passa da esere un piccolo essere piumato a un animale con un petto così enorme da rendergli difficile persino camminare. Questo è il risultato della selezione genetica e dell'alimentazione intensiva a cui vengono sottoposti questi giovani uccelli che in un lasso di tempo davvero breve, ingurgitano mangimi iperenergetici, arrivando a triplicare il loro peso corporeo.
Il processo avviene così: dopo la schiusa, i pulcini vengono trasferiti in ampi capannoni, dove in soli 35-45 giorni raggiungono un peso impressionante, compreso tra 1,8 e 2,0 kg, prima di essere destinati alla macellazione. In poco più di un mese, ingeriscono circa 3 kg di cibo, ricco di nutrienti, che promuove lo sviluppo di una muscolatura eccessiva, soprattutto nel petto. Tuttavia, questo rapido aumento di peso ha conseguenze negative: alla fine del ciclo di crescita, che dura da 5 a 7 settimane i petti dei pulcini si gonfiano smisuratamente.
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In queste condizioni, molti polli subiscono gravi conseguenze sulla propria salute, come malattie ossee causate da un'ossificazione ridotta e frequenti casi di zoppìa. Inoltre una crescita così accelerata dei muscoli del petto e di altre parti del corpo compromette inevitabilmente lo sviluppo adeguato degli organi vitali, come cuore e polmoni, portando a evidenti disfunzioni fisiologiche.
A risentirne non sono solo gli animali, ma queste disfunzioni si riflettono chiaramente anche nell'aspetto della carne di pollo che troviamo sulle nostre tavole. I petti di pollo mostrano evidenti striature bianche, visibili sia nei prodotti confezionati nei supermercati che negli animali vivi negli allevamenti. Di conseguenza, la qualità nutrizionale della carne è compromessa, con un ridotto contenuto di proteine (1,5-2,0%) e un aumento dei grassi (circa 1%), rendendo il petto di pollo meno tenero e appetibile.
I consumatori ne pagano quindi un caro prezzo, inconsapevoli della realtà crudele e distorta dietro la carne di pollo e "costretti" a mangiare prodotti derivati da polli che sono stati sottoposti a una crescita accelerata e deformante.