Quirinale, i costruttori vogliono Draghi Premier: "E' necessario per il Pnrr"

Gabriele Buia, Presidente ANCE: "Il rischio è che per questi equilibri politici si metta in discussione il futuro del Paese"

Economia
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Intervista a Buia (ANCE): i costruttori non vogliono un cambio di Premier

Cosa pensano gli imprenditori della lunga serie di trattative e schede bianche che sta accompagnando la scelta del nuovo Presidente della Repubblica? Un settore che ha una particolare necessità di stabilità è certamente quello delle costruzioni, dopo i durissimi colpi inferti prima dalla crisi economica dei mutui subprime e poi dal Covid. Gabriele Buia guida ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) dal 2017 e non nasconde la sua preoccupazione per un eventuale cambio di governo: “Siamo in mezzo al guado. Il governo ha delle enormi responsabilità”, dice ad affaritaliani.it. “Bisogna lanciare il Pnrr, con tutti i grandi investimenti che comporta, ma poi ci sono i bonus, la revisione della pubblica amministrazione, il caro materiali, l’inflazione e tutti i problemi che oggi turbano sia le imprese che le famiglie”. 

“Al governo serve l’autorevolezza di Mario Draghi”

“La mia grande preoccupazione è che l’azione dell’esecutivo si interrompa proprio oggi, pertanto non sono per nulla sereno, vista la situazione di incertezza politica”, continua il presidente dei costruttori. “Il rischio è che per questi equilibri politici si metta in discussione il futuro di questo Paese. Pertanto auspico che alla sua guida ci sia una persona autorevole, che riesca a tenere a bada le singole posizioni politiche. Oggi la figura autorevole ce l’abbiamo, ed è ovviamente quella di Mario Draghi, ma un domani non so chi potrebbe esserci e quindi sono molto preoccupato da un futuro senza di lui. Oltretutto un altro Premier avrebbe il problema di governare in un anno pre-elettorale e la storia politica italiana ci insegna che nei prossimi mesi potremmo vederne di tutti i colori!”.

“Questi balletti della politica denotano poco interesse per i problemi del Paese”

Oltretutto, l’incertezza istituzionale si verifica proprio in un momento di svolta per il settore: “Dopo anni di dimenticanza assoluta da parte della politica, oggi siamo chiamati a uno sforzo titanico: il 50% degli investimenti previsti nel Pnrr impatta proprio sul settore delle costruzioni, dalle grandi infrastrutture ai piccoli interventi. Dopo la moria di imprese che si è verificata negli scorsi anni, c’è un enorme impegno. È un momento di effervescenza ed interesse, per un settore che vanta un moltiplicatore economico di 1 a 3 sugli investimenti. Possiamo giocare un ruolo molto importante nella crescita del Paese, ma ci serve una guida politica, legislativa e amministrativa, non certo uno stop dovuto alla tattica. Il governo Draghi ha iniziato a dare una sferzata alle dinamiche del Pnrr, facendo uno sforzo enorme: pensare che il prossimo governo debba ricominciare il percorso ci preoccupa. Senza poi pensare all’autorevolezza personale della quale Draghi gode in Europa, che non è certo un tema di secondaria importanza. Non possiamo dimenticare l’impegno che Draghi ha assunto per guidare il nostro Paese verso gli obiettivi concordati proprio con l’Europa. Questo balletto della politica mi sta suscitando grandi perplessità: mi pare che si dimostri poco interesse per i problemi reali del Paese, ma sarei davvero contento di sbagliarmi”.

 

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